Federico Albanese: «Il mio nuovo album, il Mauer Blues e un’Italia che non si dimentica anche se si vive a Berlino»
A tu per tu con il compositore e musicista italo-berlinese in vista dei suoi concerti a Berlino e Milano
Se non avete mai ascoltato prima la musica di Federico Albanese è arrivato il momento. Potete farlo da casa acquistando uno dei suoi lavori su una delle tante piattaforme online o recandosi in un negozio riassaporando il piacere del tenere un vinile (o un cd) tra le mani, sempre che non ci si voglia regalare una serata speciale e gustarselo dal vivo visto che il suo tour primaverile gira quasi tutta l’Europa e ha una tappa sia a Milano (il 12 aprile alla Santeria) che a Berlino (il 18 alla Volksbühne) oltre che in Irlanda, Olanda, Turchia, Svizzera, Monaco ed Amburgo. Le ragioni sono molteplici, ma la principale è piuttosto semplice: si tratta di bella musica. Federico Albanese, milanese, classe 1982, è un compositore di musica strumentale che fonde, a volte di più, a volte di meno, il piano ad arrangiamenti di musica elettronica. Leggendo in giro si possono trovare accostamenti a Nils Frahm, Max Richter, Ólafur Arnalds, Brian Eno e Ludovico Einaudi. Qualcosa di vero c’è sempre, ma, per fortuna, Albanese ha una sua identità che a poco a poco sta diventando un suono riconoscibile ed isolato. Lo testimonia il suo terzo lavoro, By the Deap Sea, uscito lo scorso 23 febbraio, 12 tracce che ondarock descrive: “Delicate e notturne, introspettive e solenni… lasciano che siano l’inverno e la malinconia a prendere il centro della scena, caratterizzandosi solo per brevi tratti di increspature o crescendo di grande intensità”. Tutti i brani, compresi gli arrangiamenti (tranne alcuni per archi, da lui comunque composti), sono suonati da Federico Albanese.
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Il nuovo album di Federico Albaese e il prossimo tour europeo
Abbiamo incontrato Federico nella sua casa a Berlino, in quella stanza, adiacente alla cucina, dove prova i primi accordi di un futuro pezzo o si chiude a riascoltare prove passate. Siamo a Prenzlauer Berg, a due passi da quel Muro citato in Mauer Blues, il pezzo che lui stesso ammette essere il più rappresentativo del nuovo album: «Nasce da un accordo che avevo usato per finire un brano del mio primo album, The Sudden Sympathy. All’epoca ero arrivato da poco a Berlino, tante cose sono passate da allora. Per anni ho provato a incidere qualcosa partendo da quell’accordo, ma non ci sono riuscito finché non mi è uscito un pezzo che ho voluto legare a doppio filo con la città perché rappresenta l’evoluzione personale e artistica che ho vissuto stando qui».
Il tour europeo di Federico Albanese
È iniziato il 4 aprile a Londra e, oltre a toccare l’intero Regno Unito, passa anche per Amsterdam, Zurigo, Monaco, Istanbul, Lugano, Amburgo, Utrecht, Atene, Lispia, Jena, Dresda, Nürnberg, Bruxelles, Lisbona e Espinho. Nel mezzo ci sono anche, come già citato, Milano e Berlino. Sulla data italiana Federico ripone una certa attenzione: «Suonare nella mia città significa farlo davanti a tante persone che conosco. Tanti amici mi rivedranno dopo anni. E poi, anche se io non canto, la lingua è comunque uno schermo attraverso cui è possibile difendersi. Stare in un contesto italiano significa potere avere la percezione di essere a nudo, di non essere protetto. A volte è più facile esibirsi davanti a 10mila sconosciuti che davanti ad un gruppo di pochi conoscenti». A Berlino invece la cornice sarà lo splendido teatro della Volksbühne, a due passi da Alexanderplatz: «Berlino mi ha dato l’energia per lanciarmi, a trovare il coraggio di mandare in giro i miei brani. In Italia ero demotivato. Quando sono arrivato qui, era il 2012, avevo alcune idee in mente, e avevo già una carriera da musicista in band o come duo con Jessica Einaudi, ma non avevo ancora pubblicato niente come solista. Qui ho trovato un contesto attento, aperto alla sperimentazione in un momento, tra l’altro, in cui la musica strumentale contemporanea stava cominciando ad affermarsi».
Suonare in giro per l’Europa con l’Italia sullo sfondo
La musica di Federico Albanese è assolutamente internazionale, ma il pubblico che lo segue di più, e prova ne sono i diversi concerti in Germania, è quello tedesco. «Quando compongo non penso ad un pubblico di riferimento, né alla possibilità che chi ascolterà sentirà, in quel brano, le stesse sensazioni che mi hanno spinto a scriverlo. Non è un problema, la musica non è solo fatta per il pubblico, ma anche per soddisfare un’esigenza personale. La scorsa settimana mi sono esibito brevemente all’interno di Dussmann, l’immensa libreria su Friedrichstraße a Berlino. È stata una bella sensazione. Suonare dal vivo è un grande privilegio, è una cosa che amo fare, e vedere che tanta gente è interessata mi gratifica». Sul palco Federico si presenta da solo con piano e sintetizzatore. «Solo ad Amburgo mi esibirò con un quartetto d’archi. Ogni tanto parlo con il pubblico, ma non sono un chiacchierone, dipende da come come reagisce il pubblico. A volte si crea una vera magia, senza il bisogno di usare parole, a volte qualche frase serve a sciogliere il pubblico. Cero è che non amo ricalcare i brani dell’album nota per nota. Quando sono pubblico mi piace ascoltare le improvvisazioni dell’artista, il suo lasciarsi andare al momento e altrettanto cerco di fare quando sono io a dovermi esibire». Quanto è lontana l’Italia vista da Berlino «L’Italia, a prescindere da i problemi politici, sociali e culturali che conosciamo, rappresenta ancora una solida fonte di cultura che tutti le riconoscono. Chi si sposta all’estero contribuisce a portare questa formazione altrove, contribuendo a quell’arricchimento che da sempre gli espatriati italiani hanno portato nei luoghi in cui sono andati a vivere. Fa parte di loro. E, di conseguenza, è sempre in qualche modo vicina».
Federico Albanese – Concerto di Berlino
mercoledì 18 aprile 2018 alle 20
presso la Volksbühne,
Rosa-Luxemburg-Platz
Biglietti a partire da 22 € acquistabili online qui
Tour Europeo di Federico Albanese
per date e biglietto consultate il sito
Federico Albanese – By the Deep Sea
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