Des Teufels Bad, l’horror cattolico che scuote la Berlinale
“Des Teufels Bad” è stato presentato in concorso alla Berlinale 2024, confermando ancora una volta il talento del duo austriaco di registi Veronika Franz e Severin Fiala.
Un dramma storico con forti toni psicologici o più semplicemente un horro: il fim narra la storia di Agnes, una giovane donna che vive in un piccolo villaggio dell’Alta Austria nel 1750. Il titolo, tradotto in italiano come “Il bagno del diavolo“, riflette la discesa di Agnes in una spirale di disperazione e tormento, strettamente legata al rigido controllo religioso della società. Prodotto dalla Ulrich Seidl Filmproduktion, il film si distingue non solo per la sua profonda esplorazione dei temi di oppressione e religione, ma anche per la sua straordinaria fotografia, che cattura in modo evocativo l’atmosfera cupa dell’epoca. Presentato alla Berlinale 2024, ha riscosso un generale apprezzamento dalla critica che confermiamo.
Un racconto di sofferenza e disperazione
La trama di “Des Teufels Bad” si sviluppa nel contesto di un’epoca dominata da superstizioni e da una rigida moralità religiosa. Agnes, la protagonista, è una giovane donna devota che sposa Wolf, un uomo del villaggio vicino, ma presto si ritrova intrappolata in un matrimonio privo di amore e affetto. La sua vita diventa una prigione, aggravata dall’indifferenza del marito e dalla continua sorveglianza della suocera, che insiste affinché Agnes segua con rigore i precetti religiosi.
La frustrazione di Agnes cresce quando si rende conto che non riesce a concepire un figlio, portandola a interrogarsi sul suo valore come donna in una società che la giudica esclusivamente per la sua capacità di procreare. La sua disperazione raggiunge il culmine quando inizia a considerare atti estremi per sfuggire al suo tormento interiore, in un mondo dove persino la morte non offre una vera via di fuga dal giudizio divino.
Qualche nota sul duo dei registi e gli attori
Veronika Franz e Severin Fiala non sono nuovi nel panorama del cinema horror e drammatico. Il loro debutto con “Ich seh Ich seh” (2014) ha subito catturato l’attenzione per la sua narrazione inquietante e per la capacità di esplorare le paure più profonde dell’animo umano. Successivamente, con “The Lodge” (2019), hanno confermato la loro maestria nel creare atmosfere di tensione e angoscia. Anja Plaschg, conosciuta anche come la musicista Soap&Skin, interpreta il ruolo di Agnes con una sensibilità straordinaria, trasformando la sua disperazione in una performance toccante e reale. Il cast include anche David Scheid nel ruolo del marito distaccato e Maria Hofstätter come la suocera opprimente, entrambi portando sullo schermo personaggi complessi e credibili che contribuiscono alla tragedia di Agnes.
Un’opera potente, non senza difetti
“Des Teufels Bad” è un film che colpisce per la sua rappresentazione cruda e realistica di una società opprimente. È godibile, con qualche pecca. La narrazione, sebbene intensa e coinvolgente, può risultare lenta in alcuni passaggi, soprattutto nella seconda parte, dove il ritmo rallenta.
Durante la conferenza stampa alla Berlinale, Veronika Franz ha spiegato: “Volevamo esplorare la psiche di una donna che non trova via di fuga, nemmeno nella morte. È un film che parla della disperazione e della mancanza di controllo sulla propria vita”. Anja Plaschg ha aggiunto: “Interpretare Agnes è stato come entrare in un mondo oscuro da cui è difficile uscire, ma spero che il pubblico riesca a comprendere la profondità del suo dolore”. In conclusione, “Des Teufels Bad” è un’opera potente che lascia un’impronta indelebile, anche se potrebbe non essere adatta a tutti per la sua intensità emotiva.
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