Eisenacher Straße, i Tangerine Dream e la storia delle crisi d’astinenza di David Bowie a Berlino
E’ l’estate del 1976 e una mattina i Froese ricevono una telefonata: “Edgar, ho un problema: David si sta trasferendo, ma nel suo appartamento ci sono ancora dei lavori da fare… Non è che potrebbe venire ad abitare da voi per un po’?”
A richiedere il favore era Corinne Schwaab, l’assistente berlinese di David Bowie; il cantante inglese si stava preparando a trascorrere a Berlino alcuni dei suoi anni più fecondi dal punto di vista artistico e chi stava per offrirgli una stanza in casa sua non era certo uno qualunque: Edgar Froese, il fondatore del gruppo dei Tangerine Dream. La compagna di Froese sarà la paziente testimone di un David Bowie in cerca di una nuova identità e di un uomo nel pieno del suo periodo musicalmente più attivo.
Chi è Edgar Froese
Edgar Froese non è un berlinese di nascita. E’ nato a Tilsit nel 1944, quando ancora la città si chiamava col suo nome prussiano (oggi è conosciuta come Sowetsk); suo padre era stato ucciso dai nazisti alcuni anni prima e alla fine della guerra la famiglia era stata costretta a spostarsi nella capitale. Una città ridotta in macerie ma pur sempre una grande città, capace di offrire lavoro e studio al giovane Edgar: a soli 15 anni studia all’Accademia d’arte di Berlino e si guadagna da vivere come tuttofare in teatro. Dimostra di avere buona manualità con la creazione grafica e gli slogan e ha discreto successo lavorando all’ideazione dei manifesti pubblicitari da appendere sugli autobus berlinesi. La passione musicale nasce completamente per caso: un giorno, di punto in bianco, decide di voler diventare pianista classico; non potendo permettersi un pianoforte, decide di ripiegare inizialmente sulla chitarra. Si rivelerà una scelta fortunata.
Nel 1965 fonda il suo primo gruppo musicale, i The Ones: non sarà un gran successo visto che in due anni di attività, la band inciderà un solo singolo. Nonostante lo scarso successo, i The Ones sono comunque invitati per una tournee in Spagna dove, una sera e per caso, sono invitati a suonare privatamente nella villa del pittore Salvador Dalì a Cadaqués. La svolta per Froese arriverà proprio quella sera del 1967.
Ispirato dalle opere e dalle idee di Dalì, appena tornato a Berlino, scioglie i The Ones e inizia a gettare la basi per la fondazione di quello che sarà il suo gruppo per il resto della vita, i Tangerine Dream.
Con la conoscenza di Peter Baumann e Christopher Franke i Tangerine Dream prenderanno la loro forma definitiva, anche se nel corso degli anni (più di 40 di attività, per essere precisi) la band avrà moltissimi cambiamenti della line-up. Per chi non conoscesse la band per le sue atmosfere psichedeliche e per aver dato un contributo enorme alla nascita e allo sviluppo del cosiddetto krautrock, potrebbe averla ascoltata senza saperlo in uno dei tanti film (più di 20 accreditati) di cui i Tangerine Dream hanno realizzato la colonna sonora; giusto per citarne alcuni: “Legend”, “Il salario della paura”, “Risky business” e “Fenomeni paranormali incontrollabili”.
Per capire chi fossero i Tangerine Dream e quali standard di eccentricità potessero raggiugere, basta raccontare un episodio: nel 1974, durante il loro primo tour mondiale per il lancio dell’album “Phaedra”, i tre componenti della band tennero un concerto nella Cattedrale di Reims. Come guest star partecipò anche Nico, fotomodella ed ex componente dei Velvet Underground, meglio conosciuta come “Sacerdotessa delle Tenebre”. Un nome che molto prometteva ed, evidentemente, altrettanto manteneva. I seimila spettatori, esaltati dalla musica e dagli atteggiamenti di Nico, tennero un comportamento così estremo da essere definito “poco consono al luogo” e che fece imbestialire Papa Paolo VI, che da quel momento vietò qualsiasi esibizione di musica popolare nelle chiese cristiane di tutto il mondo.
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David Bowie e Berlino
Le due settimane che David Bowie trascorre nell’appartamento in Schwäbische Straβe 7, a due passi dalla fermata metro di Eisenacher Strasse, in compagnia dei Froese sono probabilmente state tra le più difficili della sua vita: le frequenti crisi di astinenza dalla droga, l’insonnia, le sigarette fumate una dietro l’altra e il tentativo di non farsi notare da curiosi e vicini durante le (poche) uscite fuori casa furono le costanti di quei giorni. Poi i lavori nella nuova casa si conclusero e Bowie lasciò l’appartamento della coppia. Cosa è successo dopo, è praticamente noto a tutti: Bowie si trasferì nel suo appartamento berlinese al numero 155 di Hauptstraβe in compagnia dell’amico James Osterberg (meglio conosciuto come Iggy Pop) e lì abitò fino al 1979, trovando nella città divisa dal Muro l’ispirazione per quella che è conosciuta come la “trilogia berlinese” (gli album “Low”, “Heroes” e “Lodger”).
Edgar Froese ha abbandonato il quartiere di Schöneberg ormai da molti anni per trasferirsi a Vienna, anche se non stabilmente: ha continuato a girare il mondo per i continui tour dei Tangerine Dream, la cui formazione stabile era ormai composta solo da lui e dal figlio Jerome. Qualche anno fa Froese ha deciso di lasciare la sua impronta eclettica anche nel mondo dei videogiochi: ha infatti collaborato con la casa di produzione Rockstar alla realizzazione della colonna sonora del videogioco “Grand Theft Auto V”, a conclusione di una carriera da protagonista nella sperimentazione dei generi musicali in ogni loro forma.
Edgar Froese è morto il 20 Gennaio 2015 nella sua casa nella capitale austriaca; anche se da tempo malato, non ha voluto rinunciare fino all’ultimo alle esibizioni dal vivo, la cosa che più lo emozionava. Ha deciso di lasciare la terra, che gli è sempre stata un po’ stretta, per provare da vicino le atmosfere cosmiche che lo hanno ispirato per tutta la vita. Non lascia un grande vuoto, come si dice di solito nelle orazioni funebri, ma un’enorme eredità: decenni di carriera, più di 40 album registrati, colonne sonore cinematografiche e un’ispirazione musicale che deve per forza essere considerata da chi vuole avvicinarsi al krautrock e alla musica psichedelica.
Oltre a tutto questo, resta una domanda: se non ci fosse stato Edgar Froese ad ospitare David Bowie nell’estate del 1976, il Duca Bianco avrebbe lasciato Berlino perdendo definitivamente l’ispirazione? Alla resa dei conti, un interrogativo inutile: Froese c’era e quel giorno aprì la porta del suo appartamento. Lo ringraziamo anche per questo.
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