Black Panther: Wakanda Forever, a Berlino la presentazione. La nostra recensione
Nella capitale tedesca una serata di gala per presentare Black Panther: Wakanda Forever, dal 9 novembre nei cinema tedeschi
Black Panther a Berlino. Non solo il film, il sequel del primo episodio e che stavolta ha il titolo di Wakanda Forever, ma anche parte del cast. L’evento è andato in scena lunedì 7 novembre (il film è nei cinema dal 9) all’UCI Kino di Mercedes Platz, davanti all’East Side Gallery. Dopo il red carpet, tra cui ha spiccato la presenza di Florence Kasumba, attrice ugandese-tedesca impegnata nel ruolo della combattente Ayo, c’è stata la proiezione. Ecco cosa ce ne è parso.
Black Panther: Wakanda Forever, la trama
Come continuare la storia di un personaggio di successo (uscito nel 2018, Black Panther all’epoca fu magnificamente accolto da critica e pubblico) il cui attore però è nel frattempo morto?
La sfida per la Marvel era titanica. La prematura scomparsa ad agosto 2020 di Chadwick Boseman poteva essere affrontata in diversi modi: con la computer graphic, con un attore che gli assomigliasse o con una svolta di trama che prendesse atto che non solo l’attore, ma anche quel personaggio, non sarebbe più tornato.
Proprio quest’ultima è stata la scelta per cui si è optato. Il film si apre con un funerale. T’Challa, e cioè la Pantera Nera, è morto di un’incurabile malattia (proprio come Boseman). Il regno di Wakanda nel frattempo è in pericolo. Ad attaccarlo, avidi di impossessarsi di quel materiale, il vibranio, di cui il la nazione è ricca, sono altri Paesi che non riescono ad accettare l’idea che ci sia una superpotenza più forte di loro.
Parallelamente a loro c’è però anche un altro popolo che è interessato a confrontarsi con Wakanda, una misteriosa stirpe di abitanti degli abissi. Inizialmente è alla ricerca di un alleato, ma davanti al no dei Wakanda decidono di diventarne nemici. Sono forti e Wakanda, per quanto forte, non ha più un Black Panther a sua difesa, non ancora almeno…
Black Panther: Wakanda Forever, la nostra opinione
Se il primo Black Panther fu recepito come il primo Marvel ad avere un supereroe non tanto nero, ma africano, Wakanda Forever si spinge ancora più in là quanto ad ambizioni di rinnovamento dell’immaginario cinecomic. Quello che era già un film molto al femminile, se non per il protagonista, ora diventa completamente al femminile, a partire di tutti i personaggi femminili.
Buona parte del film è drammaturgicamente basata sulla crescente consapevolezza delle protagoniste della propria forza e del ruolo che sono destinate ad assumere. Facile leggere in tutto questo un parallelo con l’emancipazione della donna, ma gli accenni alla società e alla storia non finiscono qui.
Il popolo di Wakanda e quello dei suoi nemici sono chiare rappresentazioni di tutti quei paesi segnati da un passato coloniale, Paesi in alcuni casi finiti a farsi la guerra a causa soprattutto di ingerenze esterne. Sono proprio i colonialisti (nella realtà) Francia e Belgio ad essere citati come potenze che vorrebbero depredare Wakanda della risorsa “vibranio”.
Insomma, la storia del film è una grande metafora del presente e da questo punto di vista il film funziona, e molto bene. Sembra più un dramma tout court che un film sui supereroi. Sono spettacolari le ambientazioni, i costumi e il trucco, ma l’azione resta sullo sfondo, il film è corale, non c’è una super-persona al centro di un racconto, ma un racconto in cui si inserisce un* protagonista. È una bella novità per un film Marvel.
Che piaccia o meno dipende molto dalle aspettative di chi lo andrà a guardare. A noi è piaciuto, ma se si cerca un cinema solo fracassone, meglio lasciare stare
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