Berlino inaugura 31 nuovi hotel. E il costo degli affitti cresce

Berlino è attualmente la terza destinazione turistica in Europa dopo Londra e Parigi e prima di Roma. Difatti nel solo 2015, le 800 diverse strutture alberghiere già esistenti hanno accolto più di 20 milioni di arrivi, fra turisti e congressisti, per un totale di oltre 30 milioni di pernottamenti: un giro di soldi fra alberghi e indotto, servizi di booking, aziende di pulizie e ristorazione che rappresenta la prima voce economica della città.

Una crescita costante. L’attuale amministrazione cittadina (SPD-CDU), insediatasi nel 2012, si è data molto da fare per supportare tale crescita e per sfruttarne le, copiose, entrate economiche. Solo nel biennio 2013-2014 sono state inaugurate 40 nuove strutture, fra cui a cui ora seguiranno altre 31 nel biennio 2016-17, localizzate principalmente fra Charlottenburg, Mitte, Friedrichshain e Neukölln.

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Più grandi, più stanze. Fra questi alberghi spicca la Estrel Tower di Neukolln che con 186 metri sarà l’albergo più alto di Berlino, e l’Upper West a Kudamm che sovrasterà la Gedächtniskirche dall’alto dei suoi 118 metri. Tuttavia, più che le dimensioni, la capacità è quella che impressiona. Il succitato Estrel avrà 2000 camere su un totale di 49 piani; altre 708 camere verranno costruite da Motel One ad Alexanderplatz in un edificio di 60 metri a ridosso della Fernsehturm, mentre, sempre a ridosso della piazza sono pianificati 300 stanze nel futuro Volt e altre 344 stanze nel nuovo Hampton by Hilton. Friedrichshain, nei fatti il futuro polo alberghiero della città subisce un ulteriore aumento e nella già congestionata area dell’East Side Gallery (Plus Berlin, Michelberger e Industriepalast) sono in costruzione 783 nuove stanze divise fra il Moxy (204 nel 2016), il Meininger (206 nel 2016), l’Indigo (119 nel 2017) ed ancora l’Hampton by Hilton (254 nel 2017).

Gli effetti sulla gentrificazione. Questo incrementerà la già grande massa di arrivi e allo stesso tempo la densità turistica nelle zone coinvolte con conseguenze enormi sul tessuto sociale ed urbane. Un bel risultato, visto che il progetto è supportato della stessa amministrazione che ha licenziato nel 2013 una legge atta a limitare seriamente le case-vacanze principalmente per rispondere a forti pressioni popolari contro il turismo di massa. I primi effetti i avranno sugli esercizi commerciali, con aumento degli affitti nelle aree prossime alberghi e chiusura delle strutture più piccole come pensioni e B&B (fenomeno già in atto); a questo consegue l’aumento dei prezzi al consumo nella ristorazione che va ad adeguarsi al costo di esercizio di ristoranti, bar e locali sorti nelle zone turistichem: quella gentrificazione che sta accandendo a Mitte e Friedrichshain.

I posti di lavoro. Gli effetti sull’occupazione sono ambivalenti. Da una parte aumentano i posti di lavoro, ma marcati da precarietà, molti sono infatti i Praktikum studenteschi e le Ausbildung al posto di veri contratti di lavoro, e salari mediocri, per il personale non dirigenziale, equivalenti ad una media di 1554 euro lordi par la ristorazione e il servizio, il 17% inferiori alla media dei Land occidentali. A questo si aggiunge, come denunciato dal Zollamt, il fenomeno del lavoro nero e grigio, connaturato a questo tipo di industria, ed il precariato stagionale negli alberghi e nell’indotto dei bar e ristoranti.

Una città alla ricerca di soldi. A fronte degli svantaggi sociali, i vantaggi per la città sono nelle entrate fiscali sia dirette, fra cui la Tourist Tax del 5% sul pernottamento, sia indirette, quali l’aumento dell’indotto commerciale. Alla fine è sempre una questione di soldi o, meglio, di tasse e dei tentativi dell’attuale amministrazione di risolvere i problemi endemici della città, salari bassi, prezzi in aumento e il debito cittadino, da altri, possibilmente privati, possibilmente esterni.

Tutto questo mentre, in silenzio, si aumenta il già miliardario giro di affari delle catene alberghiere.

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Photo: © Jean-Pierre Dalbéra – Le Nhow Hotel (Berlin) – CC BY SA 2.0