Berlino e David Bowie. Tutti i luoghi dove rendergli omaggio
Un’icona che ha marcato con un’impronta indelebile non solo la musica, ma l’arte a 360 gradi: ecco David Bowie e la sua storia a Berlino
Pensare a Bowie senza citare Berlino è quasi impossibile. Il Duca e la città si sono legati indissolubilmente. L’artista era ammaliato in particolar modo dalla decadenza della capitale tedesca degli anni ’20 e ’30. Conosciuta attraverso letture storiche e narrative (in particolare «Addio a Berlino» di Christopher Isherwood). Nel 1976, in un periodo di profonda crisi personale, decise di lasciare gli Stati Uniti e trasferirsi con l’amico Iggy Pop a Berlino (dove sarebbe rimasto fino al 1978). Alla ricerca di una vera e propria via di fuga. E la trovò.
L’esperienza di Bowie a Berlino
Durante il soggiorno tedesco, Bowie riuscì a liberarsi dalla dipendenza dalla cocaina e ricominciò a vivere la sua privacy. Fu sorpreso da come fosse possibile anche per lui, già famoso in tutto il mondo, uscire a fare un semplice giro in bicicletta o fermarsi a prendere un caffè. La riservatezza e il rispetto dei berlinesi gli consentirono di godere della quotidianità che lo riportò alla luce. A Berlino nacquero tre degli album che segnarono la sua carriera e la storia della musica. Low, Heroes e Lodger (la cosiddetta trilogia berlinese). L’unione con Berlino, però, non si sciolse neppure con il rientro di Bowie negli USA.
Nel 1981 uscì «Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino», la storia dell’adolescenza travagliata di Christiane F., al quale il cantante partecipò sia con la colonna sonora, sia comparendo durante la scena di un concerto. Memorabile fu anche il festeggiamento dei 750 anni di Berlino. David Bowie si esibì dal vivo (con altri artisti) su un palco posto vicino al Muro, nei pressi del Reichstag. Interpretò Heroes modificando parte del testo. “The shame was on the other side” provocò un’ovazione da parte dei cittadini della parte Est della città, accorsi lungo il confine per sentire quelle note a loro dedicate. Ancora, nel 2013, l’uscita a sorpresa di un singolo dopo 10 anni di silenzio: «Where are we now». Una dichiarazione d’amore a Berlino e una riflessione sulla sua storia.
Seguire le sue tracce
Passeggiando per Berlino si può percepire la storia lasciata da David Bowie, nelle strade e nelle persone, la sua energia rimarrà per sempre. Per chi volesse ripercorrere un po’ più nel dettaglio i passi del Duca Bianco, proponiamo una breve guida ai luoghi da lui frequentati.
Hauptstrasse 155
L’indirizzo in cui David Bowie ha vissuto dal 1976 al 1978, nell’appartamento al primo piano dell’edificio (Iggy Pop abitava al quarto).
Café Neues Ufer (Hauptsrasse 157)
Negli anni in cui Bowie visse a Berlino si chiamava Anderes Ufer. È stato il primo gay-bar della città. Il cantante, insieme all’amico Iggy Pop, era solito frequentare il locale. Si racconta che una notte una vetrina andò in frantumi in seguito ad un atto di vandalismo e Bowie, che se ne accorse rientrando a casa, rimase di guardia fino all’arrivo del vetraio.
Chez Romy Haag (Fuggerstrasse 33)
Il club underground gestito dalla transessuale Romy Haag offriva spettacoli musicali e di drag queens. Il locale era spesso frequentato da artisti di spicco, tra i quali David Bowie. Strinse amicizia con la Haag, rivivendo in qualche modo un’atmosfera simile a quella del cabaret. Oggi Chez Romy Haag è diventato un sex shop e gay club, chiamato Connection.
SO36 (Oranienstrasse 190)
Club punk di Kreuzberg, frequentato da Bowie fin dalla sua inaugurazione. Ancora oggi in attività e meta serale dei giovani berlinesi e dei numerosi turisti.
Ristorante Exil (Paul-Lincke-Ufer 44/a)
Oggi chiamato Horváth, era un ritrovo tipico per intellettuali e beats. Tra atmosfere fumose e partite a biliardo. David Bowie era cliente abituale, al punto da considerare tale ristorante quasi un secondo soggiorno di casa.
Brücke-Museum (Bussardsteig 9)
David Bowie era un appassionato dell’Espressionismo tedesco. In questo piccolo ma ricco museo trasse ispirazione dalle opere degli esponenti di tale corrente, un esempio ne è la copertina di Heroes.
Schloss Hotel Gerhus (Brahmsstrasse 10)
È l’hotel in cui Bowie soggiornò prima di trasferirsi nell’appartamento di Hauptstrasse. Secondo alcuni racconti, l’artista danneggiò la propria auto entrando nel parcheggio di questo albergo dopo un diverbio con uno spacciatore. Dal ricordo dell’evento sarebbe poi nato il brano “Always crashing in the same car”. Il nome odierno dell’hotel è Schlosshotel im Grunewald.
Hansa Studio (Köthener Strasse 38)
Il leggendario studio di registrazione che ha visto avvicendarsi artisti di fama internazionale, quali Depeche Mode e David Bowie stesso. Qui il Duca Bianco compose Heroes, ispirandosi alla liaison amorosa tra Tony Visconti e la cantante Antonia Maas. Dalla finestra degli studi spesso li vedeva passeggiare lungo il Muro. È possibile effettuare una visita guidata degli Hansa Studio contattando Berlin Musictours. Per chi avesse poco tempo e volesse solo osservare il complesso dall’esterno, consigliamo di arrivare in U-Bahn. La stazione più vicina è Potsdamer Platz e sembra un po’ di rivivere “Where are we now”.
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