Barbara Campanini, la ballerina di Parma che mise in subbuglio la diplomazia del XVIII sec. e finì controvoglia a Berlino
Con Barbara – Un affare di stato, Il giornalista Andrea Perego ricostruisce la vita della celebre ballerina italiana Barbara Campanini
Un caso diplomatico tra Prussia, Venezia e Impero Austrio-Ungarico a causa di una ballerina: la storia di Barbara Campanini, nata a Parma nel 1719 meritava un libro. E così è grazie ad Andrea Perego, autore di Barbara – Un affare di stato, appena pubblicato da Supernova Edizioni. “La figura di Barbara Campanini è emblematica. La sua vicenda umana e professionale costituisce un chiaro esempio della situazione di una donna di successo nel XVIII secolo, stretta fra vita privata, caparbietà, talento, amori, politica e interessi. Le sue capacità che la misero in primo piano sulla scena teatrale del Settecento sono testimoniate dalle attenzioni che suscitò, dalle tracce della sua carriera e dai ritratti che le fecero pittori di rilievo quali Antoine Pesne e Rosalba Carriera”.
Barbara – Un affare di stato, la trama
Nel 1743 il re di Prussia Federico II (Federico il Grande), uno dei più importanti monarchi del ‘700, salito al trono da poco, stava trasformando Berlino in una grande città europea. Nel suo piano culturale rientrava anche il Teatro dell’Opera, per il quel voleva i migliori cantanti e ballerini disponibili sulla scena. La Campanini era già tra le più celebri ballerine europee e all’epoca risiedeva a Parigi con il giovane nobile scozzese James Stuart Mackenzie, appartenente a una delle più notabili famiglie del Regno inglese. Le fu proposto di trasferirsi a Berlino e accettò. Prima di spostarsi alla corte del re di Prussia, volle però tenere fede a un precedente contratto che la legava a un teatro di Venezia fino alla Quaresima del 1744. A Venezia Barbara cambiò idea sui suoi futuri impegni di teatro, intenzionata a sposare James Stuart ed evitare il trasferimento in Germania. Federico il Grande però era determinato ad avere la Campanini nel suo corpo di ballo. Prima di tutto chiese l’intervento del suo chargé d’affaires a Venezia per fare da mediatore quindi, non ottenendo risultati, si rivolse direttamente al Senato della Serenissima affinché costringesse la ballerina a tener fede all’impegno. Barbara Campanini però, in quanto parmigiana, era suddita della Regina d’Ungheria, Maria Teresa d’Austria. Il Senato veneziano aveva interesse a mantenere buoni rapporti sia con la Prussia che con l’Austria, mentre le due potenze tedesche erano in guerra aperta tra loro. Intanto James Stuart, che non voleva assolutamente lasciare partire Barbara per Berlino, chiese l’intervento del Ministro inglese a Berlino. Le trattative si spostarono a Vienna, condotte dagli ambasciatori di Prussia e Venezia nella capitale austriaca. Nel frattempo l’ambasciata francese a Venezia teneva informato il re di Francia Luigi XV sullo sviluppo delle vicende. Il segretario dell’ambasciata, che scriveva i dispacci da Venezia, era il giovane Jean-Jacques Rousseau. Per alcuni mesi il Senato della Serenissima cercò di non prendere posizione, ma infine, messo alle strette davanti al precipitare degli eventi internazionali, si decise ad arrestare Barbara Campanini e a consegnarla ad un ispettore tedesco che la scortò a Berlino. James Stuart Mackenzie arrivò a Berlino lo stesso giorno, l’8 maggio 1744, ma non gli fu concessa udienza e anzi gli fu imposto di lasciare immediatamente la Prussia. La Campanini debuttò al Teatro di Corte di Berlino il 13 maggio del 1744. Divenne una celebrità anche in Germania, guadagnando cifre molto considerevoli. In seguito sposò un nobile tedesco e lasciò il teatro ancora giovane. Più tardi si ritirò in un castello della Slesia dove fondò un asilo per donne nobili ma povere, ottenendo in cambio il titolo di contessa.
Barbara – Un affare di stato, l’autore Andrea Perego
Andrea Perego, l’autore dell’opera, è giornalista e scrittore. Diplomatosi in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Venezia, ha già pubblicato con Supernova la raccolta Racconti in cornice, il romanzo Le leggi del tempo e la sua versione inglese The Laws of Time, ambientato a Venezia nel 1730, e Casanova a Berlino, edito in quattro lingue, tratto dal manoscritto autografo di Giacomo Casanova. Ha ritrovato presso l’Archivio Segreto Prussiano di Berlino tutta la documentazione relativa all’Affaire Campanini. Un’altra ricca parte di racconto è stata fornita dai documenti trovati nell’Archivio di Stato di Venezia, di Parma (dove ha trovato la registrazione di battesimo di Barbara) e dai dispacci di Jean-Jacques Rousseau.È stato così possibile ricostruire quasi quotidianamente, nelle parole dirette dei primi interessati, gli eventi e la vicenda di Barbara Campanini, soprattutto nei mesi in cui pensava di trovare rifugio a Venezia con il compagno James Stuart Mackenzie e la madre. Sono emerse tra l’altro due lettere magnifiche e commoventi scritte da James Stuart Mackenzie, cacciato dalla Prussia e sul punto di imbarcarsi per l’Inghilterra. “La storia di Barbara Campanini viene perciò raccontata per la prima volta lasciando parlare le carte e i documenti inediti, in un vero reportage giornalistico dal Settecento. Tutti i documenti riportati sono stati tradotti in italiano dall’originale francese, inglese o tedesco, tranne i documenti scritti originariamente in italiano per i quali è stata fatta una trascrizione critica. L’opera non è tuttavia una pubblicazione strettamente specialistica ma, pur essendo condotta entro i limiti di una rigorosa ricerca documentaria, ha l’ambizione di rivolgersi al pubblico più ampio possibile di lettori che possano gustare il groviglio di vicende storiche e umane, spiegato in modo chiaro e narrativo”.
Supernova, la casa editrice
La casa editrice Supernova, con sede al Lido di Venezia, nasce nel 1987 pubblicando un libretto di poesie (Fortune) dell’americano James Koller. All’inizio degli anni Novanta, in occasione di un incontro al Castello di Belgioioso riservato al tascabile, Supernova si mette in luce proprio per questo suo intento provocatorio di occuparsi di poesia, genere negletto dalle grosse concentrazioni commerciali-editoriali. La Stampa e il Corriere della Sera ne fanno cenno presentandola come «la casa editrice più coraggiosa d’Italia», altri, come Il Paese, scrivono che «segnalare iniziative editoriali come la Supernova di Venezia è sempre un piacere, se non un dovere.» Supernova si è proposta, sin dalla sua fondazione, di contribuire a colmare qualche lacuna nell’editoria italiana, producendo volumi di grandi autori contemporanei, alcuni dei quali appunto ignorati dall’industria del libro, e privilegiando la poesia e il teatro: pur non trascurando le letterature maggiormente conosciute (Italia, Stati Uniti, Inghilterra) la scelta si è indirizzata verso l’Africa (Sudafrica e Nigeria) con la pubblicazione anche di Ogun Obibiman del premio Nobel 1986 Wole Soyinka, verso l’Australia, e poi l’India, la Scozia e altri paesi. Naturalmente Supernova non ignora la saggistica, privilegiando anche in questo campo la produzione di autori meno noti ma di qualità e rigore filologico.
Barbara – Un affare di Stato
di Andrea Perego
Ed. Supernova – 2020
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Photo: © Supernova Edizioni – Andrea Perego – Courtesy