I bambini di Berlino raccontati in 10 punti da una babysitter italiana
Dal momento che il “lavoro dei sogni” per noi italiani scarseggia anche qui in Germania, mi guadagno da vivere come baby sitter. Occuparsi di bambini in una metropoli come Berlino, significa confrontarsi con famiglie provenienti da diversi paesi, con differenti tradizioni, religioni, lingue.
Poco importa, però, se i bambini sono tedeschi, italiani, francesi, turchi, se vivono nei quartieri alti di Berlino Ovest o nel borghesissimo Prenzlauer Berg o ancora nel multiculturale Kiez di Neukoelln: nessuno è esente da un processo di “teutonizzazione” che conduce ad esiti più o meno assurdi e che mi è capitato di osservare o vivere in prima persona.
1. I bambini si temprano #1
Che il termometro segni più 20° o meno 20°, i bambini berlinesi vengono portati al parco a giocare; d’estate vengono poi abbandonati a se stessi a giocare in mutande (stando ai parametri di un italiano) negli spielplatz (gli angoli gioco dei parchi) o nei pressi di qualche fontana bagnandosi e spesso poi rotolandosi nella sabbia attigua (molti spielplatz hanno anche la sabbia). Se uno chiede ad una mamma tedesca il perché di tutta questa libertà e che, se è vero che è estate, voi comunque avete il giacchettino e lo scialle (è estate berlinese) vi diranno “Così si temprano”. D’inverno invece si possono incontrare gli stessi bambini mentre tentano di costruire un castello con la sabbia ghiacciata, completamente avvolti da una tuta da sci. Così bardati a volte capita che le mamme sbaglino e prendano il figlio sbagliato.
2. I bambini si temprano #2
Dopo aver affrontato lo spielplatz d’inverno ed essere sopravvissuti alle gelate, arriva la primavera. I bimbi si rotolano nella sabbia e mangiano pugni di terra? Non c’è problema, si sputa e si torna a giocare belli sporchi come se nulla fosse. A distanza di cinquanta metri la mamma osserva orgogliosamente il piccolo “Crescerà sano e forte”.
3. I bambini si temprano #3
Se il bimbo è sopravvissuto alla razione quotidiana di sabbia ingerita, può sempre capitare che caschi dallo scivolo, dalla bicicletta o che abbia la peggio in una rissa all’asilo.
Niente panico. Ho visto mettere punti di sutura a bambini di due anni che, ormai avvezzi al Pronto Soccorso, non versavano lacrime. I più audaci non chiedono nemmeno la caramella al dottore dopo la visita.
4. I bambini e il PIL
Se giocate con un bambino a fare la spesa, a riservare una camera d’albergo o ad acquistare un qualsiasi oggetto, lui non solo vi chiederà se preferite pagare in contanti o carta, ma vi rilascerà regolare fattura. Storia vera.
5. I bambini e il distacco
Volete uscire con le amiche e non sapete dove lasciare il bebè mentre sorseggiate un caffè e vi fumate una sigaretta al bar? Non ci sono problemi, i bimbi possono essere lasciati fuori dal locale ad aspettarvi mentre dormono nelle loro carrozzine, sperando di non essere rapiti. Va detto: i tedeschi non sono genitori apprensivi, perché sono stati cresciuti nella stessa indipendenza che insegnano ai loro figli.
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6. I bambini e il senso civico
Se mamma e papà si spostano solo in bicicletta anche l’infante verrà educato alle due ruote sin dalla tenera età. E quando finalmente avrà il suo primo triciclo di legno, senza pedali, che condurrà pericolosamente sulla pista ciclabile, lo parcheggerà legandolo ad un albero.
7. I bambini BIO
Dimenticate i bambini urlanti e capricciosi che si vedono spesso al supermercato e non aspettatevi di vedere carrelli pieni di biscotti, Nutella e gelato. Il bimbo berlinese a quattro anni fa la spesa al biomarkt, compra solo frutta e verdure di stagione rigorosamente provenienti dal Brandeburgo (bambino a chilometro zero) e beve i succhi di frutta di gusti improponibili, come rabarbaro o bietola.
8. I bambini e il senso estetico
D’accordo, sono bambini…ma perché non educarli al buongusto?
La totale assenza di stile del tedesco adulto medio si riflette drammaticamente sui bambini che, abbandonata la tuta da sci, divisa invernale d’ordinanza, richiesta anche all’asilo, si godono la primavera indossando scarpe da tennis, leggings, vestitini, magliette, felpe, un fazzoletto triangolare sulla gola (davvero non ne comprendo l’utilità, non è né un foulard né una sciarpa, dopo anni ancora mi domando il perché…). Il tutto è ovviamente scelto a caso, senza alcun abbinamento di fantasie e colori. A coronare il tutto, il caschetto da bici. Incollato alla testa anche quando camminano.
9. I bambini e la “schiscetta”
Come fosse impossibile o proibito aver sete o fame mentre si è all’aperto e quindi decidere di acquistare qualche cosa in un supermercato, il bimbo berlinese affronta il mondo equipaggiato di zainetto contenente un panino o un frutto e la borraccia con l’acqua.
Non ho idea di cosa accada una volta terminate le provviste a disposizione. Ma ho il sospetto che le razioni siano perfettamente programmate per il tempo che si è pianificato di stare in giro,
10. I bambini con mamma e papà
Ebbene sì, il fatto che io sia una baby sitter, rappresenta un’eccezione. Premesso che mamma e papà lavorano, entrambi hanno la possibilità di occuparsi dei bambini in pari misura potendo contare su un congedo parentale a testa, quando la famiglia aumenta. Inoltre la parità dei ruoli qui a Berlino non è nemmeno in discussione. Al parco o per strada si incontrano quasi esclusivamente bambini accompagnati dai genitori al parco, a scuola, al supermercato alle ore più improbabili della giornata, probabilmente grazie ad una gestione sensata degli orari di lavoro. Pochi i nonni e poche e baby sitter, solo bimbi e genitori contenti di trascorrere del tempo insieme. Si potrà anche sorridere del loro diverso modo di educare i bambini, ma non c’è dubbio che il sistema si preoccupi delle loro giovani leve molto più del nostro
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