«A Milano ero consulente ambientale ben retribuito. Ho lasciato tutto per fare solo il DJ e ora sto bene a Berlino»
La storia di un ragazzo che ha sacrificato la stabilità per inseguire i suoi obiettivi
«Mi è servito circa un anno e mezzo per arrivare alla decisione. I miei genitori avevano paura di questo salto nel vuoto, ma non ce la facevo più. Volevo dedicare tutte le mie energie mentali alla produzione musicale e non farne solo un progetto part-time. E così, dopo aver risparmiato il più possibile, mi sono dimesso. Non è stato semplice, in un’epoca in cui è difficile trovare lavoro per i giovani ed il mio era anche un buon lavoro, ma se non l’avessi fatto avrei tradito me stesso. E ora, sì, sono contento di quella decisione». Giorgio Quaranta, in arte Gforty, classe 1987, di Roma, è oggi un apprezzato DJ e producer nella scena della musica elettronica internazionale, supportato costantemente da DJ di fama mondiale del calibro di Carl Cox, Laurent Garnier, Danny Tenaglia, Richie Hawtin, Joseph Capriati, Jamie Jones, Luke Slater, Ken Ishii, Takaaki Itoh, DJ Bone e tanti altri come il tedesco Johannes Volk (che sulla prestigiosa Soma Radio del duo Slam di Glasgow ha lanciato Mongolian Rice prima traccia pubblicata su Momb Records, casa discografica di Gforty lanciata a Berlino). Inizia la sua carriera giovanissimo, a 17 anni al Liceo classico Pilo Albertelli all’Esquilino di Roma. «In quegli anni mi avvicino alla scena techno della capitale, frequento I club più influenti come lo storico Brancaleone ed entro in contatto con altri coetanei che facevano già musica techno. Incomincio ad utilizzare I primi software e strumenti di produzione musicale ed inizio a spendere tutti i pomeriggi a casa dopo scuola a suonare. A 18 anni, dopo un anno di attività sono pieno di entusiasmo. Invio demo a vari DJ e radio ed inizio a suonare alle prime feste private. Registro le mie tracce alla SIAE; trovo il contatto di Joy Kitikonti noto DJ italiano e decido di inviargliele. Qualche settimana dopo, suona le mie tracce durante il suo programma radiofonico settimanale su M2O. Mi iscrivo all’Università in Urbanistica alla facoltà di Architettura alla Sapienza, e continuo a produrre pubblicando tutto su Myspace. Mi offrono un contratto dalla Teggno Records, casa discografica Americana e pubblicano il mio primo EP che finisce direttamente in top 100 Minimal su Beatport. È una bella iniezione di fiducia, ma non abbastanza per dedicarmi alla musica a tempo pieno».
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Da consulente a DJ
«Mi laureo in Urbanistica e prendo un master in management ambientale ed energie rinnovabili. Dal 2013, prima con uno stage, poi con una assunzione, comincio a lavorare al CESI di Milano come consulente ambientale. Nel 2014 quasi per gioco partecipo al Burn Residency, concorso internazionale per DJ indetto dalla Burn Energy Drink inviando un DJ-set di trenta minuti. Vengo selezionato tra i finalisti e così passo due settimane di finali ad Ibiza prendendomi tutte le ferie rimastemi a disposizione al lavoro. A Ibiza capisco che fare il DJ è ciò che voglio fare nella vita, ma una volta finita l’avventura torno a Milano al mio solito posto di lavoro. L’anno e mezzo che segue mi serve per metabolizzare l’esperienza e prendere finalmente la decisione. Lascio il lavoro ad inizio 2016. Vado a Barcellona dove ho una serie di contatti tra DJ, produttori e promoter con cui ho collaborato assiduamente in passato, già ben inseriti nella scena spagnola, e suono al famoso Macarena Club. Quattro mesi dopo sono nuovamente ad Ibiza a preparare il terreno per l’estate. Vado di persona la mattina davanti ad ogni club dell’isola per intercettare i vari proprietari mentre sistemano la location, imbiancando o incontrando i dipendenti. Non pensavo di essere una persona con la faccia tosta, ma imparo ad esserlo. Riesco ad essere ingaggiato per le prime serate e così continuo a suonare per tutto il periodo estivo. A luglio inizio a lavorare per il Bloop, Festival of Proactive Art, tra I principali eventi dell’isola e famoso a livello internazionale, che spazia tra la street art, l’arte contemporanea e la musica elettronica, organizzato ogni anno a San Antonio cittadina tra le più popolose dell’isola. Parlo diverse lingue, ed è un plus e in poco tempo passo da volontario a DJ resident del festival ed assistente alla produzione, braccio destro dell’organizzatore con cui si crea un forte rapporto di lavoro e di stima reciproca».
L’arrivo a Berlino
«A settembre mi rendo conto che avevo bisogno di nuovi stimoli e di dover trovare la realtà tra tutte con il maggior numero di possibilità per poter continuare a suonare nei Club ed allo stesso tempo mettere le basi per il lancio della mia casa discografica. Non ci penso due volte e decido di trasferirmi a Berlino, la meta più interessante per crescere come DJ e per lavorare nel mercato discografico. Mi iscrivo subito ad un corso intensivo di tedesco, quello che secondo me era il passo più importante per poter inserirmi al meglio nella realtà tedesca e poter esprimere a pieno la mia idea di business: in nove mesi arrivo ad un livello B2, ovvero medio/alto. Il primo mese vivo in ostello, confrontandomi con il problema della ricerca della casa ormai noto a tutti. Trovo un lavoro part-time come bike messenger per potermi garantire un’entrata fissa ed inizio a suonare nei club della capital tedesca. Bello quando c’è il sole, faticoso quando fa freddo; una scelta necessaria per mettere un po’ di soldi da parte e potermi iscrivere ad un corso di ingegneria del suono, cosa che faccio qualche mese dopo e caratterizza ogni mia attuale giornata berlinese e che le caratterizzerà, se tutto va bene, per i prossimi due anni». Com’è Berlino per un giovane DJ? «Inizialmente ti sembra una montagna difficile da scalare, ma una volta entrato nella mentalità della città, c’è tanto fermento e voglia di collaborare. Ci sono molte persone che si perdono, il fatto che nel weekend si possa andare a ballare ad ogni ora del giorno e della notte, se da una parte è bellissimo, perché puoi passare la domenica in un club o open air party con amici, dall’altra porta alcune persone a perdere di vista I propri obiettivi. Per fortuna io sono una persona che non ama esagerare, amo lavorare ed avere I miei ritmi durante la giornata e so dire di no abbastanza facilmente a ciò che non mi piace. A maggio 2017 ho fondato Momb Records, la mia casa discografica indipendente con cui produco i miei pezzi e quelli di altri DJ internazionali. Sono soddisfatto del mio percorso di artista, di dove sono arrivato e di dove sto andando, ma non mi accontento e cerco di guardare sempre al futuro. Non so se sarò a Berlino per sempre, ma so che ora la sento come casa. E sì, sono felice»
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