Mossehaus, lo splendido edificio modernista di Berlino firmato Erich Mendelsohn con una storia tragica

Mossehaus: chi era Erich Mendelsohn, l’architetto che lo rese uno splendido edificio modernista nei primi anni ’20

La Mossehaus è un edificio ad angolo tra la Schützenstraße e la Jerusalemer straße, nel quartiere Mitte di Berlino. I moti rivoltosi del 1919 distrussero lo stile vagamente Art Nouveau che lo caratterizzava. Il proprietario di allora, Hans Lachmann-Mosse, decise di affidare la ristrutturazione a Erich Mendelsohn, l’architetto che diede all’edificio una Neue Sachlichkeit (“Nuova oggettività”).

Secondo l’omonima corrente stilistica, l’edificio non doveva essere realizzato tanto in base ai gusti dell’architetto, quanto in base alla sua funzionalità. La Mossehaus è uno dei pochi edifici di Berlino che hanno mantenuto pressocché l’aspetto originale dei primi anni ’20 nonostante la Seconda guerra mondiale e il periodo della divisione della Germania e di Berlino.

Il progetto: Mossehaus come sede di redazioni e tipografie

All’inizio del Novecento l’editore del Berliner Tageblatt Rudolf Mosse commissionò l’edificio, incaricando gli architetti Cremer e Wolffestein di costruire un nuovo palazzo per la redazione e la tipografia in quello che fu chiamato il quartiere dei giornali di Berlino. Dopo che l’edificio fu distrutto dai moti del 1919, il genero di Mosse, Hans Lachmann-Mosse, affidò la ricostruzione a Erich Mendelsohn. L’architetto, oltre ad aggiungere due piani ai cinque originali, decise di adottare uno stile modernista che contrastasse con lo stile dell’edificio originale.

Poco tempo dopo la ricostruzione di Mendelsohn, una delle parti aggiunte nei due anni precedenti crollò. Dato che gli uffici delle redazioni erano ancora aperti, la lastra caduta colpì i dipendenti, uccidendo 14 persone.

Durante il nazismo l’edificio fu “arianizzato” dato che Lachmann-Mosse era di origini ebraiche e distrutto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, fu di nuovo ricostruito ma in maniera molto semplificata e continuò ad essere utilizzato come tipografia.

 

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La Mossehaus come edificio simbolo del Funzionalismo

La Mossehaus è uno dei più famosi edifici progettati sullo stile della Nuova Oggettività, cioè la tendenza architettonica che prese spuntò da dadaismo, espressionismo e realismo che si sviluppò tra gli anni ’20 e ’30 in Germania. Questa tendenza nacque dalla necessità di creare nuovi spazi, abitazioni ed edifici nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali e che rispecchiassero le caratteristiche di una società tedesca sempre più all’avanguardia. Le facciate che caratterizzano gli edifici della Nuova Oggettività, e in particolare quelli di Mendelsohn, sono spesso curve e composte da finestre a nastro per sfruttare al meglio la luce solare.

Gli edifici del periodo sono costruiti ricercando forme più dinamiche e linee geometriche prive di decorazioni artistiche considerate inutili nelle correnti architettoniche del periodo. L’estetica dei palazzi si esauriva nella loro funzione, perciò essi erano privi di decorazioni e di colori sgargianti, così come lo è la Mossehaus. Le caratteristiche dell’edificio richiamano anche lo Streamline moderno, la corrente che si diffuse negli anni Trenta negli Stati Uniti.

 

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Chi è Erich Mendelsohn, l’architetto “visionario” che dovette fuggire dalla Germania nel 1933

Mendelsohn è nato nel 1887 da una famiglia di modeste origini.

L’architetto ha studiato prima a Berlino e successivamente si è laureato a Monaco di Baviera, poco prima dello scoppio della Prima guerra mondiale. La sua più grande opera è la torre di Einstein a Potsdam, l’osservatorio dal quale si poteva studiare la diffrazione della luce, alla base della teoria della relatività di Einstein. Grazie a una mostra dei suoi schizzi, è riuscito a farsi conoscere in tutto il mondo soprattutto in seguito alla ricostruzione della Mossehaus, realizzata quattro anni dopo la torre di Einstein.

 

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Gli edifici di Mendelsohn a Berlino

Nel 1926 a Mendelsohn fu commissionata la costruzione del WOGA-Komplex sulla Kurfürstendamm (Berlino). Il complesso non comprendeva solo abitazioni ma anche il cinema Universum e un ristorante. Mendelsohn ha progettato il cinema basandosi essenzialmente sulle necessità di sfruttare al massimo lo spazio, riuscendo a costruire un immenso cinema con ben 1760 posti.

Nel 1981 il cinema ha cambiato forma divenendo il teatro Schaubühne am sulla Lehniner Platz quando la Berliner Schaubühne (gruppo teatrale indipendente che prima si riuniva in Hallesches Ufer) si è trasferita nell’edificio progettato dall’architetto. Mendelsohn non ha solo costruito il WOGA-Komplex a Berlino. Dal 1929 al 1930 ha realizzato la IG Metall House a Kreuzberg (la sede dei lavoratori metalmeccanici tedeschi) e dal 1930 al 1932 la Columbushaus in Potsdamer Platz, demolita poi nel 1957.

 

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Gli ultimi anni di Mendelsohn

Grazie a Lachmann-Mosse, dopo la costruzione della Mossehaus, l’architetto partì per gli Stati Uniti, esperienza che lo influenzerà notevolmente anche nel suo lavoro. In particolare, rimarrà affascinato dagli altissimi grattacieli americani e dalle opere di Frank Lloyd Wright. Dopo un viaggio in Palestina e in Russia, dovette rinunciare a vivere nel suo Paese natale: Hitler era appena salito al potere e i primi sentimenti antisemiti si stavano diffondendo.

Nel 1933, terrorizzati dal futuro, Mendelsohn e la moglie decisero di scappare dal Paese dove erano nati e cresciuti per trasferirsi in Olanda dove l’architetto creò l’Accademia Europea. Seguirono un periodo a Londra e un secondo viaggio in Palestina dove ebbe per qualche anno un suo studio. Nel 1941 Mendelsohn tornò negli Stati Uniti, dove fu anche consulente per il governo americano e fu invitato a tenere conferenze presso le migliori università americane.

Gli Stati Uniti sono stati il Paese dove l’artista passò l’ultimo decennio della sua vita fino al 15 settembre 1953, giorno in cui morì.

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Immagine di copertina: Foto di Assenmacher CC BY-SA 3.0 da Wikimedia Commons