«Perché io, mamma italiana, ho mandato mia figlia 13enne a vivere da sola a Berlino, e ne sono soddisfatta»
Lascia l’Italia a soli 13 anni per perseguire il suo obiettivo: diventare una ballerina. La storia di Alessandra Armorina, raccontata dalla prospettiva di sua madre.
Alessandra Armorina ha 19 anni, ma vive già da sei anni a Berlino. Il suo più grande sogno è diventare una ballerina, obiettivo che sta realizzando con successo in Germania. Sua madre ci racconta la sua storia, fatta di entusiasmo, dedizione e sacrificio.
Il sogno di lavorare nel mondo della danza
«Alessandra è nata a Cremona nel 1999. A quattro anni mi dice di voler fare la ballerina e, col pensiero che sarebbe durato il tempo di un gioco, la iscrivo a una scuola di danza amatoriale di Cremona. Alla fine della quinta elementare, la sua cocciutaggine la porta già lontana da casa per affrontare la prima audizione a Milano. Vuole entrare in accademia. È stato in questo momento che ho capito che l’atmosfera famigliare sarebbe cambiata».
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L’esperienza a Milano
«Durante i tre anni a Milano, mi rendo conto di quanto il mondo della danza in Italia sia complesso. Non ci sono sbocchi professionali futuri. Intanto da Oltralpe arrivano notizie di concrete opportunità nelle accademie estere. Alessandra vuole provarci, nonostante sia consapevole dei rischi. Le sue insegnanti la scoraggiano dicendole che non ce l’avrebbe mai fatta, che è ancora troppo giovane per intraprendere una carriera fuori dall’Italia. Mia figlia, tuttavia, sa che non può perdere tempo. Al termine degli studi, infatti, una ballerina deve avere già conseguito un diploma rilasciato da un’accademia di Stato, per poter entrare a far parte di compagnie internazionali. Affrontiamo insieme tanti viaggi e tanti audizioni, e infine approdiamo a Berlino, alla Staatliche Ballettschule».
Andare via di casa a 13 anni
«Ancora bambina decide di staccarsi da noi, dalla sua famiglia. Inizia una nuova vita in un Paese con una lingua e una cultura differenti. Rinuncia ai nostri abbracci e si accontenta di lunghe telefonate per alleviare la nostalgia di casa. Cresce in un ambiente più severo, dove vige l’educazione, il rispetto delle regole e dei superiori, dove si ringrazia sempre per ogni cosa e non ci si dimentica di salutare».
La Staatliche Ballettschule
«La Staatliche è un complesso che comprende al suo interno il convitto, la scuola di danza e la scuola vera e propria: ciò permette agli allievi di trovare tutto ciò che serve in un unico contesto, senza spostamenti esterni in città. A differenza di quanto accade in Italia, i costi per la frequenza dell’accademia sono a carico dello stato tedesco, solo vitto e alloggio rimangono a carico delle famiglie. La supervisione delle attività all’interno del convitto è garantita dalla presenza costante di tutor. Questo è indubbiamente una sicurezza per le famiglie».
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Integrarsi a Berlino
«Ora Alessandra si sente a casa a Berlino. In Germania va avanti solo chi merita; l’impegno e la costanza sono riconosciuti, ti vengono richiesti ottimi risultati sia nella danza che a scuola, gli insegnanti vogliono tirar fuori il massimo da ciascun allievo. Le giornate sono sempre scandite da ore di lezioni, interrogazioni, prove per preparare spettacoli. Adesso mia figlia è felice: Berlino ha accolto una bambina e restituisce una ragazza forte che lotta e lotterà per la sua vita in ogni ambito».
Com’è vivere con una famiglia lontana da casa
«L’aspetto più difficile è imparare a vivere senza di lei. La mancanza è dolorosa, manca il contatto fisico, mancano gli abbracci, manca il non sentirsi più indispensabile. E così ci si rende conto che lei cammina da sola, supera gli ostacoli e procede per la sua strada, rallenta, corre, salta, si ferma e riparte. Tu puoi solo seguirla con il pensiero. Devi gestire il vuoto soprattutto quando non sta bene fisicamente e vorresti correre da lei, e allora cerchi le parole giuste per infondere coraggio e per dare coraggio a te che forse ne hai più bisogno. Quando la senti gioiosa, determinata, combattente, la sua forza entra in te e ti ricarica. La scelta di vita di Alessandra è divenuta la vita di tutti noi, che sosteniamo i suoi sforzi e crediamo fortemente nel raggiungimento del suo sogno. Abbiamo imparato a vivere in un modo non consueto: una telefonata, un messaggio, una fotografia bastano a dare equilibrio alle emozioni».
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Foto di copertina: © Alessandra Armorina