Dieci anni dalla morte di Boris Nemtsov
Dieci anni senza Boris Nemtsov: la morte della speranza di una Russia democratica e la spirale dell’autoritarismo
Mosca, 27 febbraio 2015. Quattro colpi di pistola nel buio spengono le speranze per una Russia democratica. Boris Nemtsov attraversava il ponte Bolshoi Moskvoretsky, a pochi passi dal Cremlino, quando i sicari lo colpirono alle spalle. Era uno dei principali e più noti volti dell’opposizione russa, un uomo ambizioso e determinato a sfidare il potere.
La sera dell’omicidio, tutte le telecamere di sicurezza nell’area erano spente per manutenzione. Qualcuno aveva deciso che la zona più sorvegliata di Mosca, a meno di 100 metri dal Cremlino, dovesse restare cieca.
I suoi assassini, a bordo di un’auto, sono svaniti nella notte, mentre lui cadeva accanto alla sua compagna. Dieci anni dopo, la giustizia non è ancora arrivata. Il dito è stato immediatamente puntato contro Vladimir Putin: Nemtsov era solo uno dei tanti oppositori eliminati.
Oggi sono passati dieci anni, il mandante è impunito, mentre questo omicidio rimane una macchia insieme a una lista di crimini infiniti. Ora uno sicari ha riacquistato la libertà per aver combattuto in Ucraina: la violenza è premiata.
L’opposizione a Putin e la guerra in Ucraina
Nemtsov fu tra i primi a denunciare il percorso autoritario di Putin, evidenziando fin dall’inizio la direzione che stava prendendo la Russia. Nei primi anni 2000, criticava già la concentrazione del potere, la tendenza dittatoriale, la corruzione e la repressione della società civile.
Nel 2014, condannò apertamente l’annessione della Crimea e l’invasione dell’Ucraina orientale.
Russian opposition politician Boris Nemtsov was murdered on this day 10 years ago. Watch his 2014 speech predicting the results of Putin’s aggression against Ukraine. pic.twitter.com/3KOGAmUNRz
— Novaya Gazeta Europe (@novayagazeta_en) February 27, 2025
In un’intervista rilasciata il 10 dicembre 2014 ad ARD, emittente pubblica tedesca, ha dichiarato:
Putin ha lanciato una politica di guerra folle, aggressiva e mortale per il nostro paese e per molti dei suoi cittadini. […] Un isterismo imperiale […] pieno di ciniche bugie della propaganda. […] Considero la guerra contro l’Ucraina il più grave dei suoi crimini […] Questa guerra appartiene a Putin.
Nemtsov raccolse prove del coinvolgimento diretto dell’esercito russo nel conflitto, smontando la narrativa ufficiale del Cremlino. Stava per pubblicarle quando venne assassinato.
La marcia per la pace e il discorso di Nemtsov contro la guerra in Ucraina
Il 15 marzo 2014, a Mosca, si tenne la “Marcia per la Pace”, una delle più grandi manifestazioni contro il governo di Putin dall’inizio del decennio. Migliaia di persone sfilavano con bandiere russe e ucraine. Nemtsov fu tra i principali protagonisti dell’evento e nel suo intervento disse:
Lo sapete, sono felice, sono felice che siamo 50.000 persone. La propaganda bugiarda ci ha fatto il lavaggio del cervello dalla mattina alla sera, dicendoci che a Kyiv ci sono banderisti e fascisti, che qui c’è una quinta colonna. Se la sono fatta sotto! Completamente! Quante persone ci sono oggi! Tanti volti luminosi, tanti occhi onesti che la Russia non vedeva da tempo, che Kyiv non vedeva da tempo, che Mosca non vedeva da tempo. Durante il tragitto mi chiedono: perché sei venuto a questa marcia della pace e della libertà? Io rispondo: perché sono un patriota del mio Paese! Perché sono contro la guerra. Non voglio che venga qui, a Mosca, Yaroslavl, a Nizhny Novgorod, in Georgia. Non voglio che le nostre madri, le nostre mogli e i nostri figli piangano – non voglio! Penso che non abbiamo il diritto di comportarci in questo modo nei confronti di un Paese amico. Questa è meschinità, è insolenza. E, soprattutto, è un danno per la Russia!
Che cosa vuole ottenere Putin alla fine, ditemi! Cosa ci guadagna? Guadagna un nemico nelle vesti dell’Ucraina! L’Ucraina si ritirerà dal trattato sullo status di denuclearizzazione, in Ucraina potrebbero comparire delle bombe nucleari che avranno come obiettivo Mosca. Ditemi, abbiamo bisogno di tutto questo? Per quale diavolo di motivo ha pensato a tutto questo?
Passiamo alla Crimea: andavamo lì a fare le vacanze, io sono sempre andato a fare le vacanze lì con i miei figli, e molti di voi sicuramente ci sono stati. Ora cosa succederà lì? Tutto sarà più caro, non ci andrà più nessuno perché nessuno riconoscerà questo maledetto referendum, nessuno lo riconoscerà. E cosa ci guadagna? Chi ne uscirà vincitore? I crimeani perderanno, i russi perderanno, gli ucraini perderanno.
Andiamo avanti: cortina di ferro, sanzioni. Cosa significherà per la Russia? Povertà, inflazione, abbassamento dello stipendio, riduzione della pensione, disoccupazione. Ditemi, ne abbiamo bisogno o no?
Ho pensato a lungo a quali sono le argomentazioni di Putin alla base di questo comportamento, o almeno ad alcune di esse. La risposta più semplice è che è un uomo malato. È un uomo molto malato psichicamente. L’Istituto psichiatrico Serbskij, la clinica Kaščenko, medici, paramedici, iniezioni dalla mattina alla sera, ecco cosa serve. Ma poi ci ho ripensato: no, non è solo un uomo malato. È anche una persona cinica e meschina. Usando questa operazione per l’occupazione e l’annessione della Crimea vuole governarci per sempre finché non morirà la Russia. Capite? Ha deciso di passare apertamente a una dittatura, campi di concentramento, polizia inclusa. Ne abbiamo bisogno, ditemi?
E ancora una cosa, è con piacere che torno da un viaggio in Ucraina e letteralmente una settimana fa sono stato a Kyiv. Ci dicono che lì ci sono i fascisti e banderisti, ho camminato per Kyiv dalla mattina alla sera e sono stato al centro di Kyiv e in Piazza Indipendenza, non ho visto neanche un banderista, e non ho visto neanche i fascisti, non li ho visti! Non li ho visti!. Ho visto madri che piangevano, che erano in lutto per i propri figli uccisi nella Piazza Indipendenza. Ho visto madri portare il lutto per i poliziotti, uccisi anche loro. Ho visto un mare di fiori. Ho visto la difficile situazione economica in cui versa la nostra nazione amica.
Dobbiamo dire No alla guerra! Dobbiamo dire basta a questo marasma! Dobbiamo dire Russia e Ucraina senza Putin! Russia e Ucraina senza Putin! E per ultimo: Gloria alla Russia! Gloria all’Ucraina! Gloria alla Russia! Gloria all’Ucraina! La Russia sarà libera. Vi ringrazio!
10 years ago, Boris Nemtsov was murdered near the Kremlin—a fierce critic of Putin & a strong supporter of Belarusian democracy & freedom. He joined rallies in Minsk, faced prosecution & was declared persona non grata by Lukashenka’s regime. His courage will always be remembered. pic.twitter.com/hdOi6C0GP7
— Sviatlana Tsikhanouskaya (@Tsihanouskaya) February 27, 2025
Nemtsov stava preparando un’altra marcia per protestare contro la guerra in Ucraina, la Marcia della Primavera. Lo scrisse nel suo ultimo tweet, poche ore prima di essere ucciso. Tre ore prima di essere assassinato, fu intervistato su Radio Echo di Mosca. Durante i 45 minuti di trasmissione, ha invitato gli ascoltatori a partecipare alla marcia prevista per il giorno successivo a Mosca.
Ramzan Kadyrov
Il leader ceceno e stretto alleato di Putin, Ramzan Kadyrov, fu accusato direttamente di aver organizzato l’omicidio di Nemtsov. I kadyroviti, le sue milizie, erano già state impiegate dal Cremlino per eliminare oppositori politici come Anna Politkovskaja e Natalia Estemirova.
Le indagini ufficiali portarono alla condanna di alcuni uomini originari della Cecenia, tra cui Zaur Dadayev, un ex ufficiale delle forze di sicurezza cecene, ma i veri mandanti rimasero impuniti.
Secondo fonti investigative e organizzazioni indipendenti come Novaja Gazeta, Bellingcat, Human Rights Watch, Memorial e The Insider, l’ordine di uccidere Nemtsov sarebbe arrivato direttamente dai vertici del Cremlino o da Kadyrov con il tacito consenso delle autorità russe.
Un decennio dopo
Dieci anni dopo, la Russia è precipitata in una spirale sempre più autoritaria. Qualsiasi forma di dissenso è stata repressa, migliaia di oppositori sono in carcere, molti sono costretti all’esilio o assassinati.
L’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 ha segnato una svolta definitiva, con un livello di repressione mai visto prima. Gli oppositori alla guerra vengono arrestati anche solo protestando con un cartello bianco o con la scritta Два слова, letteralmente due parole.
This woman in Moscow, holding a tiny sign which reads “два слова” which translates as “two words”, was bundled away by police
The “two words” which she dared not write on the sign are “No War”#Russia #Ukraine #UkraineWar #UkraineRussianWar #UkraineRussiapic.twitter.com/k3lLxVBSPl
— Stefan Simanowitz (@StefSimanowitz) March 15, 2022
La Russia di Putin è l’opposto della nazione che Boris Nemtsov sognava.
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