Classe del Brandeburgo (80% con origini straniere) in gita: insulti razzisti da coetanei di un’altra regione
Una classe di studenti del Brandeburgo con origini straniere è stata bersaglio di offese razziste da parte di coetanei di un’altra regione
Una normale gita scolastica si è trasformata in un incubo per una classe del Brandeburgo. Gli studenti, per la maggior parte con origini straniere, sono stati presi di mira con insulti razzisti da parte di coetanei di una diversa regione tedesca. Il fatto è accaduto a fine giugno 2025 a Greifswald, nel Mecklenburg-Vorpommern, ma ha subito attirato l’attenzione della stampa e delle autorità scolastiche, che hanno avviato indagini interne. Non è il primo episodio di questo genere, anche negli anni precedenti ci sono state vicende simili.
Un clima ostile durante la gita
Durante il soggiorno a Greifswald, una classe berlinese composta da ragazzi e ragazze di 11 e 12 anni è stata oggetto di comportamenti ostili da parte di due gruppi scolastici provenienti da un’altra regione dell’Est della Germania. Le ostilità sono iniziate fin da subito, dagli insulti a sfondo razzista fino a vere e proprie provocazioni e spintoni.
Uno degli episodi più gravi ha visto un giovane esibirsi nel saluto nazista davanti agli altri studenti. Gli insegnanti hanno tentato di mediare organizzando un confronto tra le scuole coinvolte, ma la tensione è rimasta alta fino alla fine del soggiorno. Le autorità scolastiche hanno avviato accertamenti. Dalle prime ricostruzioni è emerso che molti dei responsabili delle provocazioni avevano anch’essi origini migratorie. Un dato che evidenzia quanto certi atteggiamenti discriminatori possano manifestarsi anche tra adolescenti che condividono esperienze simili a quelle delle vittime.
Un precedente già segnalato
Un episodio analogo si era verificato nel 2023: durante una gita a Heidesee, una scuola del Brandeburgo ha vissuto una situazione simile. Diverse studentesse musulmane furono bersaglio di minacce e insulti, al punto da rendere necessario l’intervento della polizia. La classe fu costretta a rientrare a Berlino durante la notte. Anche in quel caso, l’indagine formale partì solo dopo le proteste di genitori e studenti.
Il ripetersi di episodi del genere dimostra l’esistenza di un problema strutturale. Le misure preventive adottate finora si rivelano insufficienti. La scuola, pur essendo luogo di crescita e formazione, non riesce sempre a tutelare chi è esposto a queste discriminazioni.
Serve un’educazione più concreta
Si parla spesso di integrazione e rispetto, ma senza strumenti adeguati questi principi rischiano di restare parole vuote. In molti istituti mancano percorsi formativi mirati contro il razzismo e una preparazione specifica per il personale scolastico. Gli studenti, inoltre, non dispongono di spazi sicuri in cui esprimersi e confrontarsi.
Serve un sistema più consapevole e strutturato, capace di riconoscere la complessità di questi fenomeni, affrontarli con decisione e promuovere una cultura del rispetto.
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