La Germania sospende Schengen: controllo dei documenti alle frontiere dal 16 settembre
Il governo Scholz ripristina i controlli alle frontiere dopo l’attentato islamista di Solingen
Il governo di Olaf Scholz ha risposto rapidamente, annunciando la sospensione temporanea del Patto di Schengen. Gli Stati membri possono appellarsi all’articolo 25 del Patto, il quale consente in presenza di “circostanze eccezionali” per un periodo iniziale massimo di sei mesi, che può essere esteso fino a due anni. Lo scorso 23 agosto a Solingen è stato compiuto un attacco armato con un coltello, uccidendo tre persone e ferendone altre otto. L’attentatore Issa Al-Hasan, siriano la cui richiesta di asilo era stata respinta, avrebbe dovuto lasciare la Germania nel 2023 per la Bulgaria (paese di provenienza). Ciò ha alimentato il dibattito sulle falle del sistema di gestione dell’immigrazione e delle richieste di asilo.
La decisione è entrata in vigore il 16 settembre, interessando i 3.700 km di confini che la Germania condivide con nove paesi europei, tutti membri dell’Area Schengen. I controlli avranno un impatto diretto non solo sulla circolazione delle persone, ma anche su quella delle merci, complicando le dinamiche economiche e sociali tra i paesi confinanti. Sebbene il governo tedesco abbia sottolineato che si tratta di una misura temporanea, la possibilità di una proroga fino a due anni ha suscitato preoccupazione in molti ambienti politici e diplomatici.
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere
In Polonia, il Primo Ministro Donald Tusk ha chiesto una consultazione a livello europeo, così da discutere della decisione tedesca e del suo impatto sugli altri Stati membri. L’Austria, confinante con la Germania, ha immediatamente dichiarato che non accetterà rifugiati respinti da Berlino, definendo la sospensione di Schengen “illegale”. Anche Joris Bengevoord, sindaco della città olandese di frontiera Winterswijk, ha ricordato come durante Euro 2024 le autorità tedesche avessero già imposto controlli alle frontiere, evidenziando una tendenza verso una politica migratoria più restrittiva.
Nonostante le critiche, la decisione di Scholz ha ricevuto il plauso di diversi partiti di destra in Europa. In Germania, Alternative für Deutschland, che ha guadagnato consensi negli ultimi anni grazie a una forte opposizione alle politiche migratorie del governo, ha accolto con favore la reintroduzione dei controlli alle frontiere. Anche Geert Wilders, leader del partito anti-immigrazione nei Paesi Bassi, ha elogiato la mossa tedesca, dichiarando: “Se la Germania lo fa, perché noi non possiamo fare altrettanto?”. Questi partiti hanno sfruttato la situazione per rilanciare le proprie posizioni in chiave propagandistica, in un contesto europeo già segnato da tensioni e divisioni sul tema dell’immigrazione.
Schengen sospeso per la pressione interna?
In Germania, il governo è sotto pressione da parte di una parte significativa dell’elettorato, preoccupato per la gestione dei flussi migratori e per il rischio di ulteriori attacchi terroristici. Proprio l’AfD ha ottenuto successi elettorali in regioni come la Turingia, conquistando il 32,8% dei voti, e la Sassonia, con il 30,6%, sfruttando il malcontento verso le politiche migratorie del governo. La sospensione di Schengen potrebbe quindi essere vista non solo come una misura di sicurezza, ma anche come un tentativo di Scholz di rispondere alle crescenti pressioni politiche interne e di contenere l’ascesa dell’AfD.
Tuttavia, molti osservatori ritengono che la sospensione temporanea di Schengen non risolverà i problemi strutturali legati all’immigrazione irregolare. La libera circolazione all’interno dell’Unione Europea è uno dei pilastri fondamentali dell’integrazione europea. La sua sospensione rappresenta un passo indietro nel processo di costruzione di un’Europa unita e senza barriere interne. Inoltre, la Germania dovrà affrontare il rischio di una crescente tensione con i paesi confinanti. Ciò potrebbe provocare un effetto domino che minaccerebbe la stabilità dell’intero sistema Schengen.
Prospettive
La scelta della Germania riflette un tentativo di affrontare in modo impulsivo le preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale e alla gestione dell’immigrazione. Tuttavia, è difficile immaginare che una misura temporanea come la sospensione di Schengen possa risolvere definitivamente i problemi di fondo. Il governo di Berlino dovrà trovare soluzioni più strutturate e durature per bilanciare sicurezza e rispetto dei diritti dei migranti. Il tutto dovendo combinare le forti pressioni politiche interne e le critiche internazionali. La strada per Scholz e il suo governo appare quindi in salita, con il rischio che le tensioni interne ed esterne aumentino ulteriormente.
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Immagine di copertina: Pixabay