La Germania acquista il 90% del vino sfuso dall’Italia nel 2023
Il mercato del vino è in crisi: in Italia nel 2023 meno 4,4% di esportazioni. La Germania, quarto importatore al mondo, registra un +7% sugli ordini di vino sfuso
E’ più l’uomo che ha bisogno del vino o il vino che ha bisogno dell’uomo? Il vino ha assunto caratteri e funzioni diversissime nel corso del tempo. Non dona solo l’ebbrezza ma è diventato un mezzo di socialità e di status nel corso del tempo. In base ai diversi contesti e diversi consumi, ha acquisito un “range” di valore e di prezzo assai vario.
Concentrandoci sui prezzi, i vini, oggi, possono costare dai tre a diverse migliaia di euro. Nel 2023 si è verificata una flessione nei consumi che fa preoccupare tutt’ora specialmente l’Italia e la Francia, con pesanti ripercussioni sui prezzi unitari. In Italia, nel 2023, l’Osservatorio di Unione italiana vini ha registrato un decremento del 4,4% nei volumi di esportazioni dei vini e del 7,3% nei valori, pari a 4,45 miliardi di euro in meno rispetto al 2022. Nell’arco dell’anno, i cinque grandi importatori di vino nel mondo (Canada, USA, Giappone, Germania e Regno Unito) hanno ridotto le importazioni. L’Italia, grande esportatrice di vini, e la Germania, grande importatore, hanno subito ripercussioni.
Tra la Germania e l’Italia, una damigiana di vino sfuso
Sempre nell’ambito della crisi globale del 2023, la Germania non soffre come l’Italia e la Francia. Il vino tedesco chiude l’anno a +7% per effetto del boom di ordini di vino sfuso (+16% come volumi e +6% valore, pari a 142 milioni di euro). Il vino sfuso è la bevanda spillata direttamente dalla vasca. Si accorciano i tempi di invecchiamento: il vino sfuso deve essere consumato entro un massimo di due anni dalla vendemmia. Esso non contempla nella sua natura la scelta della bottiglia, del sughero, dell’etichetta. Tutti elementi che incidono a livello economico talvolta molto di più del vino stesso. La Germania acquista il 90% di vino sfuso venduto dall’Italia complessivamente. Se l’Italia, in emergenza, svende il vino alla Germania, la Germania diminuirà ulteriormente il prezzo del vino sfuso. Infatti, il prezzo medio complessivo in Italia è di appena 0,64 euro/litro (-11%) e in Germania scende a 0.54 euro/litro. Oggi la sfida è quella di valorizzare il vino italiano per investire sulle marche di qualità che già esistono, aumentare le esportazioni e non ripiegare in extremis sul vino sfuso.
L’Italia riempie metà calice, la Germania versa poche gocce
L’Italia conta marchi di vino conosciuti internazionalmente. Dunque, attorno all’industria non si sono sviluppati solo fattori produttivi sempre più sofisticati ma una vera e propria cultura attorno al prodotto. La crisi del vino in Italia è un fenomeno culturalmente significativo? Dato il lustro che detiene in Italia sembrerebbe di sì ma il fenomeno è in corso ed è difficile dare risposte a questa domanda. Per ora, mostriamo i numeri. In Germania sempre meno persone acquistano vino. L’Istituto Tedesco del Vino (DWI) ha riportato le seguenti statistiche sui consumi: Nel 2021 il 42% delle famiglie acquistava vino, nel 2022 era solo il 37% e nel 2023 il 36%. Il volume totale acquistato è diminuito dell’11,5% nel primo trimestre del 2023 e il valore ha subito una decrescita del 4,3%. Un confronto dei dati tramite il sito 8Wines, ci mostra la comparazione dell’andamento dei consumi tra i due paesi. In Italia, nell’anno 2022, il consumo di vino nel Belpaese e in Germania ha una differenza di circa 25 litri pro-capite. I litri a persona sono stati in media 29.5 in Italia e 4.6 litri in Germania.
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