Germania, star della tv invita al boicottaggio dei prodotti israeliani: licenziata

SWR licenzia la conduttrice Helen Fares per dichiarazioni ritenute discutibili

Come annunciato dall’emittente SWR lunedì sera, la 29enne Helen Fares non modererà più il format di dialogo digitale “MixTalk”. In un video autoprodotto, l’ex dipendente della SWR avrebbe invitato a boicottare i prodotti israeliani e, allo stesso tempo, ha pubblicizzato un’applicazione che potrebbe essere utilizzata per identificare tali persone al supermercato. Il video è stato rimosso dall’applicazione instagram in cui era pubblicato. Condividiamo il commento frammenti inseriti a corredo del commento dal telegiornale Die Welt.

Argomento del video e scandalo

L’attivista si fa chiamare “Ms Baklava”, il nome di un dolce turco, e lei associa le seguenti parole chiave al proprio programma ideologico: “attivismo per i diritti umani, giornalismo, psicologia, moderazione“. Questi sono i campi che si intersecano nella sua strategia di comunicazione sui social e in quanto personaggio pubblico. In uno dei suoi video parla in inglese mentre scorre tra i corridoi di un supermercato. Riferisce che attualmente sta cercando al supermercato il suo latte al cioccolato preferito dell’azienda Alpro. Ma, dice la presentatrice del programma SWR “Mixtalk”, non può più acquistarlo perché Alpro e la sua società madre Danone hanno legami con Israele. Alpro sostiene le start-up israeliane. Danone è stata fondata nel 1919 da Isaac Carasso, che proveniva da una famiglia di ebrei sefarditi. Il video completo di Helen Fares:

L’attivista parla anche di una applicazione che si chiama “No Thanks“, grazie alla quale ha identificato il marchio “Alpro” come una iniziativa economica da boicottare poiché è a supporto di Israele. L’applicazione è il prodotto di uno sviluppatore di software di origini palestinesi che ha dichiarato di averla creata per aiutare le persone dopo la morte del fratello e della sorella in Palestina. Le schermate delle prime versioni dell’applicazione mostrano l’obbiettivo del programma: quello di identificare “se il prodotto che avete in mano supporta o meno l’uccisione di bambini in Palestina”. L’app con questo drastico slogan pubblicitario, che ricorda la leggenda dell’omicidio rituale antisemita, è stata rimossa dagli app store come il Google Play Store. È stata ora riammessa dopo che sono stati modificati gli slogan. Gli utenti si lamentano del fatto che chiunque può aggiungere aziende nell’app e che le informazioni non vengono controllate per verificarne la veridicità.

Helen Fares risponde alle accuse con un video su Instagram

Helen si difende dalle accuse di anti-semitismo dicendo che la sua protesta non è motivata da ragioni di odio per una etnia quanto invece da un tentativo di fermare un genocidio. Questo è il suo argomento: Helen si difende dalle accuse affermando che quel video non contenesse illazioni anti-semite. La cultura del boicottaggio è diffusa ovunque, incluso tra il popolo di Israele. Secondo l’attivista, si confondono gli israeliani con i rappresentanti del governo Israeliano che sono investigati con l’accusa di genocidio. Il popolo di Israele che vuole la pace e che supporta ogni mezzo di boicottaggio del genocidio è dunque oscurato dietro alle scelte del governo. Le destre del mondo, inclusa quella tedesca che ha censurato l’attivista, che vogliono contrastare il boicottaggio sono antisemite poiché non rispettano il richiamo del popolo di Israele che urla di porre fine alla violenza. Ecco il video:

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Helen è tornata sull’argomento in un altro video dicendo che “Il razzismo è una distrazione”. Allontana lo sguardo dal punto focale della campagna di Helen Fares che non è quella di perseguitare o discriminare gli ebrei ma è quella di fermare la violenza a Gaza. Primo video sulla cultura del boicottaggio. Ecco qui:

 

 

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Foto da Pexels