Studenti-lavoratori: tra Italia e Germania

Università: l’Italia è il Paese europeo col minor numero di studenti lavoratori, la Germania quello col maggior numero

Dal rapporto di un’indagine Eurostudent emerge come, su 27 paesi europei presi a confronto, l’Italia si piazzi all’ultima posizione per quanto riguarda il numero di studenti universitari che lavorano e studiano allo stesso tempo, mentre la Germania è il paese con la più alta percentuale di studenti lavoratori. Analizziamo pertanto come funziona questo sistema di studio e lavoro combinati tra loro, che sembra funzionare molto bene per i giovani tedeschi, e come sia invece essere un cosiddetto “studente part-time” in Italia.

Il sondaggio Eurostudent

Dall’ultimo sondaggio in merito condotto da Eurostudent, che raccoglie regolarmente dati riguardo all’istruzione in 27 paesi dell’UE, emerge come, in media, il 51% degli studenti europei combini gli studi con un lavoro retribuito. La percentuale degli studenti lavoratori varia di Paese in Paese, e se il 16% di essi lavora soltanto di tanto in tanto, ben il 35% lavora regolarmente durante il periodo delle lezioni. Tuttavia, l’Italia è in controtendenza, piazzandosi come fanalino di coda, con appena l’11% di studenti che lavorano sempre e il 13% saltuariamente; soltanto la Serbia ha dichiarato la stessa percentuale di dati, la più bassa d’Europa. Al contrario, la Germania è risultata essere il Paese col tasso più alto di studenti lavoratori: il 54% lavora regolarmente e il 17% occasionalmente. Vediamo perciò quali sono le condizioni che consentono agli universitari tedeschi di poter lavorare e studiare contemporaneamente così agilmente rispetto agli italiani.

Minijob e Werkstudent

Innanzitutto, occorre tener conto che al momento il salario minimo lordo in Germania è di 12 euro l’ora, mentre in Italia non vi è alcuna paga minima oraria garantita per legge.

Sostanzialmente, sono due le tipologie di contratti lavorativi disponibili per gli universitari tedeschi.

Il primo riguarda i “Minijob”, che consentono di lavorare di tanto in tanto, per un massimo di 70 giorni l’anno, solitamente come commessi o camerieri, ottenendo un profitto fino a 520 euro al mese.

L’altro, il più ambito e diffuso, è quello da “Werkstudent”, che permette di lavorare non oltre le 20 ore settimanali, guadagnando anche più del minimo orario (che comunque è garantito), fino a 15 euro l’ora. In questo caso, si tratta di un lavoro che consente davvero di fare esperienza, spesso inerente al proprio ambito di studi, pertanto si può arrivare anche ad ottenere ruoli di responsabilità o ad entrare a far parte del team. Tuttavia, proprio per questo è richiesta già un minimo di conoscenza del settore. Inoltre, gli studenti lavoratori possono vedersi accreditare il lavoro come tirocinio curricolare obbligatorio, se è in linea con i contenuti del corso.

La regola delle 20 ore e i contributi da versare

In ogni caso, per essere considerati “studenti lavoratori” in Germania, gli studi devono avere la precedenza sul lavoro, come deciso dalla sentenza del Tribunale Sociale Federale dell’11.11.2003 – B 12 KR 24/03 R, per questo non si possono superare le 20 ore settimanali. Inoltre, soltanto così gli studenti non sono tenuti a pagare i contributi per l’assicurazione contro la disoccupazione.

Tuttavia, tutti gli studenti, indipendentemente dal loro lavoro, devono essere assicurati tramite un programma di assicurazione sanitaria pubblica o privata. Entro sei settimane dal primo giorno di lavoro, il datore di lavoro deve comunicare i nomi dei nuovi dipendenti-studenti presso la cassa malattia a cui sono assicurati. Pertanto, i Werkstudenten versano un contributo all’assicurazione sanitaria, oltre a quello di assistenza a lungo termine per gli studenti e a quello per l’assicurazione pensionistica.

L’assicurazione familiare non contributiva tramite i genitori rimane in vigore solo se il reddito mensile non supera i 520 euro, quindi in caso di Minijob. La cassa di assicurazione sanitaria fornisce comunque una consulenza per ogni singolo caso.

Requisiti per essere considerati studenti-lavoratori in Germania

Per essere ritenuti studenti-lavoratori in Germania, occorre rispettare alcuni criteri, oltre a quello del numero di ore settimanali:

  • essere immatricolati come studenti regolari presso un’ Universität o Hochschule;
  • non aver studiato per più di 25 semestri;
  • non trovarsi in un semestre di congedo;
  • non aver ancora completato tutti gli esami previsti dal piano di studi.

Inoltre, prima di essere assunto, lo studente deve fornire all’Ufficio Risorse Umane la prova del suo regolare percorso di studi ed informarlo immediatamente in caso di cambiamenti inerenti al suo status di studente.

Essere studenti-lavoratori in Italia

Lo studente universitario che vuole lavorare e studiare allo stesso tempo nel Bel Paese, viene considerato uno “studente part-time”. Ciò comporta alcuni vantaggi, quali il raddoppiamento della durata del corso di studi senza andare fuori corso (quindi si completa la triennale in 6 anni e la magistrale in 4) e la possibilità di ottenere delle riduzioni per quanto riguarda le tasse universitarie.

Tuttavia, si noti che la modalità part time è vincolante per due anni; è consentito passare a quella di studente full-time soltanto dal terzo anno. Inoltre, non è permesso iscriversi part-time ai corsi magistrali a ciclo unico (Chimica, Farmacia, Giurisprudenza e Tecnologie Farmaceutiche) così come a quelli a programmazione nazionale (Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Odontoiatria e Protesi Dentaria,  Professioni Sanitarie, Scienze Infermieristiche e Ostetriche, Scienze dell’Architettura).

Secondo Eurostudent, in media lo studente lavoratore in Italia lavora quasi 30 ore a settimana, ma può arrivare a farne anche 40.

Mediamente lo stipendio degli studenti part-time in Italia corrisponde a € 19.500 all’anno o € 10 l’ora.

 

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Immagine di copertina: Pixabay