La storia dei 20mila coreani che la Germania invitò a lavorare in miniera negli anni ’60

Negli anni ’60 una grande quota di manodopera sudcoreana migrò in Germania per lavorare: storia, origini e riscontri con l’attualità

Quest’anno si commemora il 60° anniversario dell’accordo di reclutamento di manodopera del 1963 tra la Germania occidentale e la Corea del Sud. Questo accordo facilitò la migrazione di minatori e infermieri coreani in Germania come lavoratori temporanei, comunemente noti come Gastarbeiter. Durante questo periodo, la Corea del Sud ha vissuto un boom economico, spesso definito “miracolo”, che era strettamente legato all’afflusso di capitali stranieri. Attraverso le condizioni del tempo riguardanti queste classi lavorative in territorio tedesco, nasce spontaneo un confronto critico sulle politiche che la Corea del Sud riserva ora alla manodopera straniera nel suo paese.

Origini e numeri del flusso migratorio

Il reclutamento di lavoratori coreani era strettamente legato al governo autocratico del presidente Park Chung-hee e alla sua strategia di sviluppo economico meticolosamente pianificata. Nel 1964, il presidente Park visitò la Germania occidentale per ottenere dei prestiti, offrendo i salari dei lavoratori ospiti come garanzia per il rimborso.

Questo accordo non solo rafforzò i legami con i Paesi beneficiari, ma fornì anche il necessario sostegno finanziario alle famiglie sudcoreane attraverso le rimesse. Inoltre, l’invio di lavoratori coreani all’estero ha contribuito ad alleviare le pressioni del mercato del lavoro interno.

Anche se il numero esatto rimane sconosciuto, si stima che 20.000 coreani siano emigrati in Germania tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta. Il successo dell’accordo di migrazione per motivi di lavoro ha avuto un ruolo significativo nella crescita economica della Corea del Sud e ha aperto la strada alla sua trasformazione in un Paese industrializzato e sviluppato. Dopo la scadenza del contratto  circa 50.000 persone con radici coreane non hanno più fatto ritorno in madrepatria, dando origine ad una delle più grandi diaspore della storia sudcoreana.

Le difficoltà della comunità lavoratrice coreana nell’integrazione alla vita tedesca

Tuttavia, la realtà dei lavoratori coreani in Germania era tutt’altro che ideale. Nonostante le loro qualifiche, spesso si trovavano relegati a mansioni umili. I datori di lavoro tedeschi fornivano una formazione e un supporto minimi per l’integrazione linguistica e culturale, lasciando i coreani a destreggiarsi nel loro nuovo ambiente in modo indipendente.

Inoltre, l’opinione pubblica tedesca nei confronti dei coreani era inficiata da razzismo, sessismo ed esoticizzazione. La copertura mediatica delle circa 11.000 infermiere coreane arrivate in Germania a partire dagli anni Cinquanta ne è un esempio, con ritratti distorti che alternavano idealizzazione e oggettivazione dei loro corpi e costumi.

Attualmente, la percezione di questa minoranza in Germania è ampiamente positiva, ma manca talvolta un esame critico nell’opinione pubblica tedesca. I coreani sono spesso etichettati come “migranti modello silenziosi“, una descrizione che spesso trascura le difficoltà affrontate in quanto minoranza etnica in un paese straniero.

La Corea del Sud ora come la Germania del tempo: le condizioni dei lavoratori stranieri rimangono tali

In parallelo con la Germania degli anni ’60, la Corea del Sud ora si trova ad essere una nazione ricca e industrializzata alle prese con una carenza di manodopera. Per mantenere la sua attuale prosperità, anch’essa è diventata sempre più dipendente dall’immigrazione lavorativa. Secondo stime recenti, oggi nel Paese ci sono oltre 1 milione di lavoratori stranieri, un numero destinato ad aumentare visto il calo del tasso di fertilità della Corea del Sud.

Tuttavia, mentre la dipendenza dalla manodopera straniera si intensifica, la Corea del Sud deve affrontare critiche crescenti per il trattamento riservato a questi lavoratori. I rapporti rivelano che i lavoratori stranieri devono lavorare più ore e percepire salari più bassi rispetto ai nativi coreani. Inoltre, spesso viene negato loro il diritto di autodeterminarsi. Sono stati documentati anche casi scioccanti di abusi verbali e fisici all’interno dei luoghi di lavoro.

Queste accuse assomigliano molto al trattamento riservato ai lavoratori immigrati in Germania, una realtà che è stata oggetto di attenzione e ha scatenato un dibattito pubblico a livello nazionale. Un precedente più che valido per riflettere sulla propria attualità e riconsiderare il trattamento dei lavoratori stranieri.

 

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