La proprietà dei metalli, il piccolo, ma intenso film italiano della Berlinale

Le proprietà dei metalli è il film che segna l’esordio di Antonio Bigini

Le proprietà dei metalli è il primo film del regista Antonio Bigini ed è stato presentato quest’anno alla Generation Kplus della Berlinale. Nel suo primo progetto cinematografico, il regista, e qui anche sceneggiatore, ispirandosi ad una storia vera, è riuscito a rendere al meglio l’atmosfera di una tipica casa rurale nella campagna romagnola verso la fine degli anni Settanta. Il protagonista del film è il piccolo e timido Pietro, un ragazzo da un particolare talento: riesce a piegare il metallo al solo tocco.

Antonio Bigini e produzione di “Le proprietà dei metalli”

Il regista è Antonio Bigini, un giovane ragazzo che si è fatto conoscere da poco nel mondo del cinema. Bigini ha realizzato alcuni documentari tra cui “Ella Maillart – Doppio viaggio“. Inoltre, ha curato diverse mostre sulla storia del cinema per la Cineteca di Bologna, tra cui vetrine dei lavori di Sergio Leone, Marcello Mastroianni e Pier Paolo Pasolini, poi esposte in vari musei, anche internazionali. “Le proprietà dei metalli” è il suo primo film e Bigini si è mostrato entusiasta ed emozionato di averlo presentato alla Berlinale di quest’anno.

La produzione, invece, è il frutto della collaborazione di Kiné Società Giapponesi e Rai Cinema. La musica è del compositore Simonluca Laitempergher, il quale è riuscito a ricreare un’atmosfera misteriosa e piena di suspense usando il vibrafono come strumento principale.

Nel cast, troviamo l’attore emergente Martino Zaccara, nel ruolo di Pietro, affiancato dal più noto David Pasquesi, che interpreta il professore. L’attore ha recitato nei film Veep – “Vicepresidente Incompetente” del 2012 e “Angeli e Demoni” del 2009.

Breve trama di “Le proprietà dei metalli”

Pietro è un ragazzo timido che vive insieme alla nonna, il fratello più piccolo e il padre anaffettivo, con il quale ha un rapporto complesso. Uno dei motivi scatenanti della fragilità del piccolo protagonista è dovuto alla perdita prematura della madre. La vita di Pietro cambia quando arriva il professor Moretti, di origini americane ma stabile a Bologna. Egli aiuterà Pietro a scoprire il suo talento nascosto con i metalli finendo per affezionarsi a lui.

Luogo del film e giudizi

“Le proprietà dei metalli” è ambientato negli anni Settanta, principalmente nelle campagne rurali romagnole. Nel film è evidente il netto contrasto tra l’ambiente universitario della città di Bologna e la spenta campagna romagnola, dove il protagonista vive con la sua famiglia. Questo stesso contrasto si riflette in maniera evidente sul giovane Pietro che cerca di capire a quale dei due luoghi appartiene.

Al Festival, Bigini ha spiegato quale messaggio intende dare con il suo film. L’obbiettivo è rendere evidente lo scetticismo e la cattiveria che dominano il mondo, piuttosto che la bontà e la lealtà. Inoltre, specifica che il suo primo progetto cinematografico è ispirato da una storia vera, cioè quella dei “minigeller”. Si tratta di un fenomeno manifestatosi su dei bambini alla fine degli anni Settanta in tutta Europa, i quali dopo aver assistito all’esibizione televisiva dell’illusionista Uri Geller, in grado di piegare chiavi e cucchiai al solo tocco, hanno cominciato a manifestare capacità simili. Due professori universitari italiani, dal 1975 al 1980, hanno condotto studi scientifici su alcuni di questi, raccogliendo i risultati delle loro esperienze in un corposo dattiloscritto mai pubblicato.

“Le proprietà dei metalli” è un film che attrae l’attenzione su alcune scene molto intense, oltre che sui personaggi principali come il professore e il ragazzo. Sebbene in alcune scene l’atmosfera risulti un po’ banale e lenta rendendo alcuni personaggi secondari più marginali, nel complesso è possibile definire il film ben realizzato ed accattivante.

 

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Immagine in evidenza: © Rachele Maistrello