La mia serata all’://about blank

Come ho passato la mia serata a Markgrafendamm 24, in un club dall’abito fatiscente e dall’animo “stupefacente”

Ieri sono stato al Berghain. Bellissimo naturalmente, ma ://about blank rimane il mio club preferito a Berlino.

Entriamo ad ://about blank verso le cinque di pomeriggio e ci godiamo la luce nel giardino fino alle 10 di sera. C’è caldo, sì, ma nella radura incantata del locale trovo delle docce open-air per rinfrescarmi, e come spesso accade a Berlino, le persone ci entrano FKK (come mamma li ha fatti).

Entrare non ci risulta particolarmente difficile. Siamo vestiti completamente random: io truccato e con una camicia rosa, Davide total black, quindi uno queer, l’altro raver, ma dato che riusciamo a entrare entrambi direi che un dress code segreto non c’è. Come al Berghain, per entrare sembra essere l’atteggiamento a fare la differenza. La coda a quest’ora è breve, ma qualche persona viene rifiutata comunque, soprattutto chi si presenta in gruppo.

I buttafuori sono gentili e anche alla cassa sono sorridenti. “Dentro, ovviamente, non si possono fare foto”. Paghiamo 15euro e ci indicano l’entrata. Gli eventi durante l’anno sono molto diversificati, e il prezzo va anche in base alla loro grandezza ed esclusività. Si passa dal Marionismus (un evento transfemminista e queer con musica per 24 ore filate) al Krake Festival (un festival di musica elettronica all’insegna dell’inclusione, con drag show di persone con sindrome di down e live acts) al Supernature (un queer solidarity party open-air), e molto altro. Ma la cosa più bella è che ad alcuni eventi il prezzo può essere ridotto o addirittura gratuito, se scrivi in anticipo agli organizzatori che per ragioni economiche sei impossibilitato a pagare il biglietto.

Il club infatti è uno dei club più inclusivi e politicamente orientati della scena berlinese, a partire dal prezzo popolare rispetto ai 20/25euro di norma che ti chiedono Berghain, Tresor, KitKat ecc. Dentro il giardino, poi, alcuni banchetti regalano sticker LGBTQIA+ e raccolgono fondi per le donne in Siria. Ma la solidarietà del Blank si spinge a tutte le minoranze e le persone in difficoltà.

Un posto da local

E’ estate e qua a Berlino tramonta tardissimo rispetto all’Italia: c’è luce fin verso le 10.30 e l’atmosfera nel giardino è paradisiaca. Nel cortile la musica è house e il dj è circondato da persone che ballano sui cubi. Non sono cubisti ma persone a caso che quando salgono sul palco si salutano tra loro, si sorridono e invogliano altra gente a salire. “Ma com’è che qua si conoscono tutti?” mi chiede Davide. E invece non si conoscono tutti: è l’About Blank, la sua musica e la sua atmosfera a rendere tutti amichevoli. Sono tutti parte della stessa cultura inclusiva, e lo sanno. Sanno che ://about blank nasce come club queer, transfemminista e antifascista, ma tutela tutte le persone, quindi venite e salite sul palco.

Vicino al palco principale ci prendiamo una margherita a 4euro. Anche in Italia sto prezzo popolare si vede di rado. Alla fila per il cibo incontro Sara, una ragazza che ho conosciuto alla mia prima festa a Berlino e che mi aveva spacciato il Blank come il suo posto del cuore. Con lei entriamo nella natura. I palchi si moltiplicano quando ti avventuri tra gli alberi di questo boschetto dei Cento Acri, e oltre alle docce tra le piante, può capitarti di trovare roulotte glitterate piene di keta e felicità, gattini che entrano abusivi, vasche idromassaggio, lettini a baldacchino e circensi che si allenano coi trampoli.

Mi trovo a ballare cinque ore consecutive senza stancarmi mai. Non può essere la droga perché non ne ho presa anche se ho accompagnato Sara sulla roulotte glitterata del piacere. Forse è che mi sono scolato tre mate in un’ora? Finalmente arriva anche Lorenzo che è riuscito a entrare sfoderando una tutina in pelle nera da Frank-N-Furter e un trucco smokey eyes per cui tutti quelli che ci circondano ci guardano meravigliati e gli fanno i complimenti.

Anche se tutti sono gentili e la gente ci “impezza” facilmente, abbiamo come l’impressione di essere capitati in un posto di local. Questo è il posto in cui i berlinesi di tutte le età vanno a passare una domenica pomeriggio alternativa. E’ un’opzione diversa dall’affollato lago estivo o dal solito picnic nel parco: non devi necessariamente ballare, perché puoi rilassarti tra i mille divanetti e anfratti in mezzo alle frasche, incontrando la gente dell’ambiente che conosci da tanti anni.

Ventagli Pioneer

E’ un club per habitué, i tedeschi sono tanti, e anche nella pagina social è tutto scritto in tedesco. Le persone sono vestite come se la sentono, senza bisogno di sfociare nell’eccesso solo per entrare in uno dei club più famosi di Berlino. E’ il posto più genuino, più autentico, sotterraneo e politicizzato che ho trovato nella capitale dei club. Dopo il tramonto, quando la musica all’aperto si spegne e l’interno dell’edificio si anima di techno e house, mi siedo fuori nel giardino, davanti al falò, e un ragazzo mi conferma questa cosa: molti berlinesi in questo club non ci mettono neanche piede perché è troppo schierato. Vanno ad ascoltare la techno altrove perché pensano che la musica non abbia un messaggio, dato che è senza parole. Ma un messaggio ce l’ha eccome, ed è un messaggio di libertà e inclusività.

Fa caldo, i berlinesi non sono abituati al Caronte romano e pensano che 25 gradi siano l’apocalisse. Alcuni si sono portati un ventaglio, e il modo migliore per approcciare una “pischella” risulta farle aria e osservare i suoi muscoli facciali rilassarsi lentamente. Altri invece pensano che il ventaglio sia un mixer Pioneer e lo sguainano a ripetizione, producendo un suono che ben si amalgama con le sonorità italodisco e techno latine del DJ.

Ma sono tutti concentrati sui suoni, nessuno dà fastidio a nessuno, nessuno sguardo ammiccante, nessuno col telefono in mano, nessun video, nessuna foto, solo musica. Sono le 5 del mattino, chiudo gli occhi, la pace dei sensi. Eppure non sono su un’amaca in un silenzioso campeggio del Brandeburgo. Sto ascoltando la techno di ://about blank in mezzo a persone che se la stanno godendo come me.

 

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