La Divina Commedia tradotta da Kannegiesser

Karl Kannegiesser è stato uno dei primi traduttori moderni della Divina Commedia dantesca. Vediamo alcuni dei famosi passi della sua traduzione rimata del 1873.

Karl Ludwig Kannegiesser è stato il principale divulgatore della letteratura italiana in Germania. Egli si distinse per la traduzione della Francesca da Rimini di Silvio Pellico (1834) e dei Canti di Giacomo Leopardi (1837). Con la traduzione della Divina Commedia dantesca poté dare sfoggio delle sue abilità di traduttore e di poeta: iniziò nel 1809 con la traduzione rimata dell’Inferno e terminò nel 1821 con il Paradiso. La sua traduzione fu stampata nuovamente a Lipsia da Brodhaus nel 1873. Pubblicò i tre volumi separatamente e alla fine di ognuno vi era un commento.

Inferno

Kannegiesser riuscì a rimanere fedele al testo originale facendo una trasposizione rimata della die göttliche Kömmedie di Dante Alighieri. Nel primo Gesang del die Hölle esordisce con la più celebre terzina dantesca esplicitando che il “cammin di nostra vita” è un Laufbahn, quindi come se fosse una pista, non un semplice Weg. Dante, inoltre, non si trovò in una semplice selva oscura, ma in una “notte di una selva”. L’oscurità viene quindi esplicitata non più come aggettivo ma come sostantivo, attraverso la metafora Nacht (notte). La diritta via non è semplicimente smarrita, ma Kannegiesser, integra, e cambia soggetto “i suoi passi (sono) cancellati dalla diritta via”.

Auf unseres Lebens Laufbahn in der Mitte
Befand ich mich in eines Waldes Nacht
Vom rechten Weg gewischen meine Schritte

(Canto I, Inferno v. 1-3)

Nel canto III quando con Virgilio incontra Caronte, Kannegiesser deve tradurre “vuol si così colà dove si puote, ciò che si vuole e più non dimandare”. Il traduttore propone “Non mostrare rabbia/malumore, Caronte, lo si vuole così, là, dove si può volere anche la sua volontà: perciò lascia stare e taci.

Mein Führer drauf: „Nicht Unmuth, Charon, zeige,
man will es so, da, wo man auch sein Wollen,
wollen kann: darum laß ab und schweige.

(Canto III, Inferno v. 94-96)

Paolo e Francesca

Nel canto dei lussuriosi Paolo e Francesca il traduttore rende la sequenza dell’amore in una maniera particolare. Liebe (l’amore) afferra rasch (il dantesco ratto) “il cor gentile”, qui inteso come nobile (edles Herz). “Costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende” diventa “sapeva prenderlo per la mia bellezza, che mi prese, il modo ancora mi fa male”. Prosegue dicendo che “l’amore che gli innamorati mai emanarono”, abbrevia quindi “l’amar perdona”.

Il dantesco “Mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona” diviene “prese colui così misteriosamente (e non forte ndA) che come vedi, ancora non mi abbandona”. Alla fine però per Kannegiesser non è “l’amore condusse noi ad una morte” ma “l’amore è colui che ci prese al tempo stesso la vita” e “Caina attende chi ci ha abbattuto” (“…a vita ci spense” per Dante).

Liebe, die rasch erfaßt ein edles Herz,
Wußt‘ ihn für meine Schönheit zu erfassen,
den man mir nahm, noch macht die Art mir Schmerz.
Liebe, die nie Geliebten Lieb‘ erlassen,
ergriff zu jenem mich so wundersam,
daß wie du siehst, es noch mich nicht verlassen.
Lieb‘ ist’s, die uns zugleich das Leben nahm,
Caina harret deß, der uns niederstreckte.

(Canto V, Inferno v. 100-107)

Purgatorio

Nel Purgatorio (Fegefeuer) Dante incontra nel III canto Manfredi di Svevia che descrive come “biondo era, bello e di gentil aspetto” (Blond war er, schönen und auch angenehmen, v. 107). Successivamente, nell’invettiva dantesca contro l’Italia Kannegiesser, dà ancora prova delle sue capacità poetiche.

“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!”

diventa:

Du Schmerzenshaus, Knechtin, Italia,
du Schiff im Ungewitter ohne Steuer,
nicht Staatenherrin, Brunstbehausung, ha!

(Canto VI, Purgatorio v. 76-78)

Antepone il dolore ostello (Schmerzenhaus), mentre l‘Italia (qui lasciata come Italia, senza traduzione) è definita Knechtin (serva). Ella è una nave “senza timone” (ohne Steuer) in tempesta. Non è una “signora dello stato” (donna di provincia) ma Brunstbehausung, ovvero tugurio (Behausung) dell’amore animalesco (Brunst).

Paradiso

Nel canto XVII del Paradiso (Paradies), infine, il profetico:

“Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale

Viene tradotto così in tedesco:

Dann spürst du wie nach Salz das fremde Brot,
dir schmecht, wie Treppen, die nicht eigen,
zu wandeln dich mit Kummer schwer bedroht.

(Canto XVII, Paradiso, v. 58-60)

Se nel primo verso si mantiene abbastanza fedele all’originale, in seguito Kannegiesser aumenta e omette parte del testo: l’altrui scale diventa “le scale che non ti appartegono”, lo scendere e il salire viene semplicemente tradotto con wandern (girovagare), mentre “il duro calle” è reso come “ti minaccia pesantemente con sconforto”. Alla fine il traduttore conclude:

Liebe, die beweg(e)t Sonn’ und Sterne” (l’amore che muove il sole e le altre stelle).

Le tre parti della Divina Commedia tradotte da Kannegiesser sono disponibili online su Archive.

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