Gli studenti cinesi in Germania vengono controllati dalla madrepatria. Ecco come

Come la Cina controlla i suoi migliori studenti in Germania

Studiare all’estero offre un certo tipo di libertà. È qualcosa che i giovani di tutto il mondo sognano di fare. Per molti studenti, tuttavia, è possibile solo tramite l’aiuto di una borsa di studio statale.

Ma cosa succederebbe se questa borsa di studio non offrisse alcun tipo di libertà? Ecco il caso della Cina.

Borse di studio vincolate da contratti di non divulgazione

Un’indagine condotta congiuntamente da DW e dalla piattaforma tedesca CORRECTIV mostra come gli studenti cinesi in Germania siano sottoposti a regole repressive da parte dello Stato Cinese. I giovani ricercatori e accademici che vengono in Germania, con borse di studio del China Scholarship Council (CSC), sono tenuti a rispettare un rigido protocollo.

I borsisti della CSC devono firmare, in anticipo, una dichiarazione in cui si impegnano a non prendere parte ad attività che “danneggiano” la sicurezza della Cina. Il restrittivo contratto della borsa di studio impone loro di fare rapporto regolarmente all’ambasciata cinese e, chiunque violi queste condizioni, è soggetto a provvedimenti disciplinari.

Gli accordi tra Germania e Cina

Almeno 30 università tedesche hanno accolto studiosi CSC provenienti dalla Cina. Alcune istituzioni hanno, addirittura, stretto partnership ufficiali con il Consiglio che risponde direttamente al Ministero dell’Istruzione Cinese.

Dal 2009, un totale di 487 dottorandi del CSC, si sono iscritti all’Università Libera di Berlino (FU). L’università afferma di avere una “partnership privilegiata” con il CSC che, a sua volta, la considera “un’istituzione di accoglienza privilegiata per gli studiosi del CSC“.

Al di sopra di tutto, la fedeltà allo Stato

L’impegno fondamentale è di assoluta fedeltà allo Stato Cinese. I borsisti del CSC si impegnano a sviluppare un senso di responsabilità e la missione di tornare in Cina e servire il paese.

Per almeno due anni dopo il rientro, i borsisti sono tenuti a vivere in Cina per “servire il paese”. Il contratto, che si estende anche a parenti e amici con una clausola di garanzia, scade solo dopo che questo impegno è stato rispettato.
Ciascun studente deve nominare in anticipo due garanti personali. È vietato loro lasciare la Cina per più di tre mesi alla volta per tutta la durata della borsa di studio. In caso di violazione delle clausole di contratto, i garanti sono ritenuti responsabili.

La violazione degli interessi della Cina è considerata la peggior violazione possibile del contratto.
Mareike Ohlberg, membro del German Marshall Fund che si occupa delle questioni riguardanti la Cina, ha dichiarato che “è persino anteposta al possibile coinvolgimento in crimini, quindi di fatto perfino all’omicidio”.

Se il rendimento accademico del borsista è inadeguato o se la borsa di studio viene interrotta prematuramente senza valido motivo, viene applicata una penale. Una borsa di studio quadriennale equivale a circa 75.000 euro.

L’inchiesta del DW e del CORRECTIV

DW e CORRECTIV hanno interpellato il China Scholarship Council di Pechino e l’Ambasciata Cinese di Berlino con domande specifiche sul controverso programma di borse di studio. Le domande, finora, sono rimaste senza risposta.

Il Ministro Federale Tedesco dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF) ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto che il China Scholarship Council esiga la conformità ideologica dei suoi borsisti.
Dal punto di vista del BMBF è importante che le istituzioni ospitanti in Germania siano al corrente delle possibili limitazioni a cui sono sottoposti gli studenti del CSC e che siano garantite le libertà accademiche e di espressione anche di questo gruppo di studenti.

La LMU di Monaco e la FU di Berlino hanno espresso il loro interesse nel garantire il rispetto di queste libertà fondamentali.

Alcuni professori delle università, tuttavia, hanno dichiarato a DW e CORRECTIV che i loro studenti cinesi abbiano comunque timore di essere sorvegliati e denunciati.

Dall’inizio di quest’anno, sono emerse notizie riguardanti i contratti del CSC anche in Svezia, Danimarca e Norvegia. Di conseguenza, le università hanno preso provvedimenti sospendendo la loro collaborazione con il Cina Scholarship Council.

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Immagine di copertina: Pixabay