Germania: errore nel bilancio, buco da 60 miliardi. E Meloni gode

Il governo di Scholz è accusato di aver nascosto le reali condizioni finanziare della Germania e viola la regolamentazione europea. Intanto Meloni gongola, con un’Italia apparentemente più stabile

Il governo federale di Olaf Scholz è accusato di aver nascosto nel bilancio del 2021 la reale situazione fiscale della Germania. Avrebbe stanziato, infatti, 60 miliardi di euro, fondi speciali per sopperire alla crisi emergenziale, legata alla pandemia da Coronavirus. Questa somma, essendo fondi emergenziali, non era conteggiata nel debito pubblico tedesco, come invece  impone la legge dello stesso. Dopo averli stanziati, però, lo stato tedesco non li ha spesi, decidendo di stanziarli al fondo per la transizione energetica. Questo, però, sempre senza conteggiarli nel debito pubblico. La manovra è stata vista dalla Corte Costituzionale Tedesca come una violazione della legge sulla limitazione del debito. Questi 60 miliardi, adesso, dovranno rientrare nel debito, che in questo modo salirà. La cosa avrà conseguenze non solo sul bilancio interno della Germania, bensì influirà anche e soprattutto sulla credibilità fiscale tedesca all’interno delle contrattazioni europee sulla riforma del Nuovo Patto di Stabilità.

Mentre la Germania affronta la crisi fiscale, il governo italiano di Giorgia Meloni si gode i suoi successi finanziari.” Il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni potrebbe essere perdonabile per aver provato la “schadenfreude”(godere per il danno altrui) questa settimana, mentre osserva il disastro di bilancio che si sta svolgendo in Germania“, riporta il Bloomberg. L’Italia, quindi, si gode una serie di presunti successi finanziari che hanno portato a una altrettanto presunta stabilità finanziaria. Nonostante ciò, il debito pubblico italiano è ancora elevato, con un deficit che supera i limiti europei. La Germania, invece, continua a riporre fiducia nella capacità dello stato federale di assorbire lo “shock economico”.

La Germania nasconde il debito, “ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi”

La Corte dei Conti Tedesca ha emanato una sentenza che mette in discussione la credibilità della Germania all’interno delle contrattazioni europee per la riforma del nuovo Patto di stabilità,   vale a dire, la regolamentazione europea per la gestione dei conti pubblici. Questa è sempre stata criticata da Francia, Spagna e Italia, per la loro rigidità. La Germania, invece, insieme ai Paesi Bassi, è tra quegli stati fiscalmente più conservatori, che preferisce regole più rigorose.

La mossa di Berlino non è passata inosservata a Bruxelles. Un portavoce della Commissione Europea ha sottolineato all’Adnkronos, come ai Paesi membri dell’Ue non è consentito escludere «alcuna particolare spesa» dal deficit pubblico utilizzando «fondi speciali», riporta il Sole24ore.

Christian Lindner, Ministro federale delle finanze della Germania, cerca di difendersi: «le misure di crisi, in particolare, sono generalmente grandi in termini di volume, ma limitate nel tempo, come il freno ai prezzi del gas e dell’elettricità». Il Ministro si è speso ripetutamente per far rispettare il freno al debito (Schuldenbremse), sancito dalla Costituzione. Ciò consente a Berlino, ogni anno, di contrattare solo piccole quantità del nuovo debito. Questa regola fiscale punta a conservare il rapporto debito/Pil tedesco al di sotto del 60%.

I revisori dei conti, però, prospettano che nel 2024, Lindner e compagnia si dovranno confrontare con un deficit di 85,7 miliardi di euro, nonché con un deficit del 2,4% del Pil (distante dallo 0,4% dichiarato). Considerando poi, le spese extra per la Bundeswehr (fondo speciale per il potenziamento delle Forze Armate) e la crisi energetica, il punto è quello di un “debito nascosto”, che tanto nascosto, poi, non è.

I fondi speciali della Germania superano il bilancio annuale ordinario (grafico preso da Bloomberg.com)

Sources: German Finance Ministry, Federal Audit Court

* Off-budget funds are multiyear

Un’Italia stabile, Meloni compiaciuta. A quanto pare “nel regno degli orbi, chi ha un occhio è re”

Moody’s Investors Service, società di rating, aveva posizionato l’Italia sull’orlo della bancarotta poco prima dell’elezione della Meloni, la scorsa settimana ha alzato l’outlook a stabile. L’implicito compiacimento del governo italiano non è decontestualizzato. Storicamente, è il primo anno, dal 2003, in cui l’economia italiana è cresciuta e quella tedesca no.

L’ironia dietro questo confronto potrebbe essere segnale di una difficoltà duratura per la Germania. Mentre l’Italia beneficia di tutta una serie di investimenti grazie ai fondi di ripresa dell’UE che aiuteranno a stimolare l’espansione il prossimo anno.

Nonostante questi “successi finanziari del governo Meloni”, l’Italia rimane comunque una realtà economica che necessita di essere riparata. Il debito italiano è pari al 140% del Pil (prodotto interno lordo), secondo in Europa solo alla Grecia. Il deficit italiano rimane ben sopra il limite europeo del 3%.

In un confronto fiscale con la Germania, il cui debito è circa la metà di quello italiano, quindi, il nostro virtuosismo italiano si esaurisce. Non si esaurisce, però, la fiducia nella stato Federale tedesco, comunque in rado di fronteggiare il piccolo errore da 60 miliardi di euro.

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Immagine di copertina: Depositphotos