Dopo quasi 10 anni in Germania, quattro minori sono stati rimpatriati forzatamente in Nigeria
I quattro fratelli erano cresciuti con la madre in Baviera, ma la famiglia è stata costretta ad un rimpatrio forzato in Nigeria
La famiglia Ovbiagele, composta dalla madre e da quattro fratelli di età compresa tra gli 11 ed i 17 anni, viveva da nove anni a Kempten, in Baviera. La sera del 15 maggio 2023, la polizia irrompe nel loro appartamento e comunica che la famiglia deve essere espulsa dalla Germania. Attualmente, gli Ovbiagele, si trovano a Benin City, in Nigeria, dove affermano di non sentirsi al sicuro.
Dall’infanzia in Baviera al rimpatrio forzato
Godsand, Victor, Miracolo e Victoria Ovbiagele sono quattro fratelli di età compresa tra gli 11 ed i 17 anni. Da nove anni vivono a Kempten, una città in Baviera, con la madre Bose Ovbiagele. Qui hanno frequentato l’asilo, le elementari e le medie. Hanno svolto stage, frequentato la chiesa e partecipato ad attività sportive. Victor racconta che, al momento della comunicazione di rimpatrio, stava per prendere il diploma. La famiglia Ovbiagele era, dunque, molto ben integrata in Germania.
La sera del 15 maggio la situazione è cambiata drasticamente: gli agenti di polizia sono entrati nell’appartamento sostenendo che la famiglia dovesse essere rimpatriata in Nigeria. I fratelli e la madre sono stati costretti a fare le valigie, mettendovi solo ciò che riuscivano a farci entrare e senza avere il tempo di consultarsi tra loro. La mattina seguente, Bose con i suoi quattro figli, si trovava su un aereo per la Nigeria. Sullo stesso volo c’erano altre 35 persone espulse dai paesi in cui avevano vissuto fino a quel momento, come Austria, Lussemburgo, Svezia e Germania.
La Nigeria: un paese straniero e pericoloso per i quattro fratelli
Victoria, che ha 17 anni, afferma di non ricordare nulla prima della Germania, di non conoscere nessun altro paese. Per questi ragazzi, che hanno vissuto la maggior parte della loro vita in Baviera, la Nigeria è un paese straniero.
La famiglia, attualmente, si trova a Benin City, la città natale della madre. La donna afferma di aver lasciato il suo paese perché, in Nigeria, non vedeva un futuro per i suoi figli. La città in questione non ha molti punti in comune con lavata in Baviera: Benin City, infatti, è un centro legato alla tratta di esseri umani, in particolare per lavoro forzato o prostituzione forzata. Sono frequenti infatti i rapimenti per mano delle organizzazioni terroristiche presenti in Burkina Faso, Niger e Nigeria. I fratelli, infatti, affermano senza remora di non sentirsi al sicuro.
Ci sono speranze per il loro ritorno?
La famiglia Ovbiagele si sta battendo per ritornare in Germania, con l’aiuto di un avvocato e di Rex Osa. Osa è un nativo della Nigeria che vive in Germania da 18 anni e lavora come assistente sociale. È stato lui ad aspettare i quattro fratelli e la madre a Lagos, dov’è atterrato il loro aereo. Anche a Kempten, gli amici della famiglia, si impegnano attivamente per il loro ritorno. Durante il mese di giugno, circa 60 persone hanno protestato con striscioni che dicevano “Riportate indietro la famiglia Ovbiagele!”.
La situazione rimane molto difficile: le domande di asilo degli Ovbiagele erano già state respinte nel 2016. Il loro status era quello di ausreisepflichtig, “legalmente obbligato a lasciare il paese”, assieme ad altre 300.000 persone in Germania. Secondo Spiegel, quasi 13.000 persone sono state espulse dalla Germania lo scorso anno, di cui 2.196 minori. Tra questi ultimi c’erano scolari pienamente integrati e, spesso, senza collegamenti con il paese di origine dei loro genitori, come i fratelli Ovbiagele.
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