Ci risiamo: il sindaco (di centro dx) di Berlino vuole palazzi nell’ex aeroporto di Tempelhof, ora parco

Il parco di Tempelhof a rischio: nuove strutture abitative al posto al parco. Il futuro deciso da un nuovo referendum?

Si riaccende la questione di Tempelhof. Il primo cittadino berlinese, Kai Wegner del CDU, rimette in agenda l’idea di costruire nuove strutture abitative nell’area dell’ex aeroporto, ora parco. Il motivo? Cercare di rispondere all’incremento della domanda del mercato immobiliare di Berlino.

La questione

Le case sono un bene sempre più scarso e difficilmente reperibile a Berlino. Per questo il Tempelhof, attualmente in uso come parco pubblico, potrebbe presto diventare una nuova area residenziale. A rischio, dunque, i festival musicali e gli eventi come le fiere di moda e del design che hanno come location Tempelhof. La radio RBB è stata la prima a riportare l’intenzione dei deputati CDU di sottoporre la questione al voto pubblico, decisione presa dopo un incontro a porte chiuse tenuto dal gruppo parlamentare. A decidere le sorti dello spazio verde sarà, forse, un altro referendum dopo quello del 2014. Servono, però, almeno 20 mila firme.

La storia di Tempelhof

Il primo referendum c’è stato nel 2008 e prevedeva la destinazione d’uso di Tempelhof come aeroporto commerciale. Dopo il fallimento di questo primo referendum, nel 2009 l’aerea aeroportuale viene definitivamente dismessa. Tempelhof diventa così uno dei più grandi ed inusuali parchi d’Europa, con una superficie di 386 ettari e percorsi di sei chilometri adatti a qualsiasi attività sportiva. La società Grün Berlin GmbH assume la gestione degli spazi verdi, degli eventi e della manutenzione degli edifici esistenti. Nel 2014 c’è un altro referendum, ed il risultato è chiaro: più del 64% dei cittadini vota contro la costruzione di edifici residenziali nell’area verde. Anche il disegno di legge alternativo con la possibilità di costruire solo ai margini del campo è stato bocciato dal quasi 60% dei votanti. L’allora sindaco K. Wowereit incassa l’ennesima sconfitta e rassegna le dimissioni. Il suo sostituto M. Müller sottolinea l’importanza di «creare e mantenere un processo partecipativo per la redazione del piano di sviluppo e della manutenzione dell’area di Tempelhof». Nel 2018, sempre Müller, si esprime chiaramente a favore di un ripensamento dell’edilizia sociale. Nell’ottobre del 2020 comincia una raccolta firme ma si conclude ad inizio 2021 a causa della pandemia. I sondaggi tenuti nel frattempo danno sempre lo stesso risultato: i berlinesi non vogliono rinunciare a Tempelhof.

Le idee politiche 

Nel programma elettorale della CDU per le elezioni del 2023 si legge: «La nostra proposta è un Tempelhof Forest come nuovo polmone verde della città, integrato da aree residenziali sostenibili ai margini del campo. Sport, tempo libero, cultura e svago dovrebbero continuare ad avere spazio sufficiente sul futuro dell’ex sito dell’aeroporto. I berlinesi dovrebbero avere la decisione finale in un referendum». Di recente il Dipartimento del Senato per lo Sviluppo Urbano, l’Edilizia e l’Edilizia Abitativa ha annunciato una pianificazione urbana per l’uso dello spazio, attraverso incontri regolari per determinare il fabbisogno di alloggi, spazi commerciali e spazi verdi. «Dopo aver estrapolato da tali incontri una proposta concreta – dichiara la direttrice del Senato Petra Kahfeldt- si dovrebbe discutere con la mente aperta per determinare in che misura parti di queste esigenze possano essere pianificate e realizzate in modo compatibile ai margini del Tempelhof Feld». Gli ambientalisti hanno, invece, criticato questa posizione, considerandola utile ad interessi privati piuttosto che orientata al rispetto della volontà collettiva.

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