Berlino, israeliani in marcia per chiedere il cessate il fuoco
“Ciò che sta facendo Israele va contro il nostro interesse sia di israeliani che di ebrei”. Ma bandiere e simboli restano a casa: creano inutili divisioni
Lo scorso venerdì un centinaio di israeliani ha manifestato sotto al ministero degli esteri tedesco a Berlino per chiedere uno stop immediato alle ostilità fra Israele e Hamas nella striscia di Gaza. Al grido di “1, 2, 3, 4 – occupation no more“, i manifestanti hanno esposto anche cartelli e striscioni critici di quella che una parte degli israeliani percepisce sempre di più come una non necessaria occupazione: “Crimini di guerra non giustificano altri crimini di guerra“, “Diplomazia, non guerra”, “Cessate il fuoco. Adesso”.
Gli organizzatori
Organizzata da un gruppo formatosi a Berlino nell’ultimo periodo, “Israelis für Frieden” (israeliani per la pace), la protesta ha riscosso un discreto successo in termini di partecipazione. Nonostante la pioggia battente, più di 100 persone vi hanno partecipato. Seppur non è stata la prima volta a Berlino che israeliani hanno partecipato a dimostrazioni pro-Palestina, questa manifestazione è stata la prima organizzata direttamente da e per israeliani.
“Siamo soddisfatti di quante persone hanno partecipato“, ha dichiarato al quotidiano Haaretz Michael Sappir, uno degli organizzatori. “Siamo scioccati da quello che sta succedendo a Gaza. È ormai chiaro che, così come la politica del Governo di Israele non aveva prodotto niente di buono fino al 7 ottobre, ciò che sta facendo adesso non produrrà niente di buono ugualmente.” Ha aggiunto poi Sappir: “Il motivo per cui oggi siamo qui è che il governo tedesco appoggia attivamente le azioni di Israele. Per noi è importante far capire che ciò che sta facendo Israele va contro il nostro interesse sia di israeliani che di ebrei.”
Niente bandiere
La pagina social dell’evento poi chiedeva esplicitamente che non venisse portata alcuna bandiera, sia di Israele che della Palestina. Se per alcuni può sembrare una sorpresa e quasi illogico, la realtà però è che questi due simboli avrebbero rischiato di creare solo inutili divisioni e diffidenza fra persone che hanno altrimenti visioni simili. “Questa è una manifestazione organizzata da israeliani che hanno a cuore il destino di tutti coloro che abitano in Palestina e in Israele in generale, e abbiamo pensato che per trasmettere questo messaggio non servissero bandiere dell’una o dell’altra parte”, ha concluso Sappir.
L’assenza di bandiere è stata giudicata positivamente dai manifestanti, e per alcuni è stata un vero e proprio motivo di partecipazione: “Ho partecipato a proteste anti-Netanyahu in precedenza, ma ogni volta che vedevo una bandiera israeliana mi sentivo a disagio. Israele è impantanato nel nazionalismo. Ed il clima che si respira alle proteste organizzate dai palestinesi alle quali ho partecipato, non è poi così diverso. Sono contento di fare parte di un gruppo che dice apertamente di lasciare a casa le bandiere.”
L’assenza di simboli e bandiere è stata apprezzata anche da Na’ama, la quale non aveva mai partecipato prima a manifestazioni di questo tipo: “Penso che questa protesta rappresenti meglio la mia opinione. Cerca di essere aperta a tutti, a patto semplicemente di volere la pace”.
Non solo israeliani
Fra i manifestanti si è registrata la presenza anche di qualche palestinese. Uno di questi, un signore anziano con la kefiah bianca e nera, ha dichiarato di non avere alcun problema a dialogare con israeliani che sono per la pace. Ha poi aggiunto che organizzazioni della sinistra israeliana, tra cui la Jüdische Stimme, sono solite partecipare alle manifestazioni organizzate dai palestinesi, e che si augura che il contrario accada più spesso in futuro. “Solo questa è la strada per la pace”.
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