Berlino: carenza di insegnanti, gli studenti chiedono una migliore istruzione
La carenza degli insegnanti a Berlino è un problema serio. Gli studenti non sono seguiti a dovere e molti di loro hanno risultati scarsissimi in tutte le materie
Mentre gli studenti berlinesi sono in continuo aumento, lo stesso non lo si può dire degli insegnanti. A Berlino, infatti, il numero di persone che decidono di intraprendere la strada dell’insegnamento sta continuando a diminuire, fino a diventare, quest’anno, un serio problema. I pochi insegnanti che ci sono a scuola fanno ciò che possono, cercano di gestire un numero spropositato di studenti. Capita anche di avere bambini con difficoltà di apprendimento specifiche, i quali necessiterebbero un educatore specializzato, ma anche questi ultimi scarseggiano. Ne risultano studenti con grandissime lacune scolastiche, che di anno in anno si fanno sempre più preoccupanti. Sono gli stessi studenti a rendersene conto: si rivolgono agli insegnanti, fanno video aiutati dai genitori, chiedono di essere seguiti; chiedono un insegnante, qualcuno che li segua da vicino. Ma quelli che dovrebbero essere dietro la cattedra non ne vogliono sapere: il lavoro dell’insegnante è più complesso di quello che sembra. Non solo bisogna gestire classi con bambini completamente da rieducare, ma soprattutto la maggior parte delle ore lavorative non vengono riconosciute, tanto meno pagate.
Carenza di insegnanti, così i bambini arrivano in terza elementare senza saper leggere e far i conti
A Berlino si sta intensificando un problema che difficilmente si conosce se non si è genitori, insegnanti, educatori, o si è per qualche motivo nell’ambiente scolastico. Mentre gli studenti sono in continuo aumento nelle scuole primarie di Berlino, gli insegnanti e gli educatori sono sempre meno. Non è difficile immaginare cosa questo comporti. La fase educativa in questione è tra le più delicate: il bambino dovrebbe essere seguito da vicino, sia dal punto di vista scolastico, sia da un punto di vista educativo. Maggiore è la classe, maggiore dovrebbe essere il numero di insegnanti, professionisti di sostegno, educatori. Solo così un insegnante può seguire adeguatamente un gruppo di studenti eterogeneo, preparando con le dovute tempistiche le lezioni, affidando i ragazzini con maggiori difficoltà alle figure specializzate per particolari disturbi, che l’insegnante di per sé non ha il tempo, e spesso nemmeno le nozioni necessarie, per occuparsene.
A Berlino, tutto questo ora non è più possibile. Alcuni genitori riportano non solo che i ragazzini sono estremamente indietro con il programma, ma addirittura che in molti casi arrivano al terzo anno di elementari senza nemmeno sapere leggere in maniera fluida o saper fare i conti. Non c’è da stupirsi, d’altronde: gli insegnanti in sottonumero fanno ciò che possono, trascurando talvolta la componente scolastica, talvolta quella educativa. Mercoledì altri genitori hanno rivelato che molti bambini non capiscono né parlano il tedesco.
Sempre meno insegnanti: qual è la ragione?
Viene da chiedersi: perché così poche persone decidono di sedersi dietro la cattedra? Come mai questo lavoro – soprattutto a Berlino – sta diventando sempre meno ambito? Nell’immaginario comune, chi lavora nel campo dell’insegnamento non se la passa affatto male: è una professione che occupa mezza giornata, permette lunghe ferie estive. Chi invece questo lavoro lo ha provato, o lo ha svolto per anni, ha un’opinione molto diversa di cosa voglia dire fare l’insegnante. Ore di lavoro extra che nessuno riconosce e che nessuno ti paga, perché di fatto nessuno mette in conto che per fare bene questo lavoro serve molto più di attitudine e devozione. Serve preparare le lezioni passo dopo passo, rivederle, correggere; serve preparare i compiti, le verifiche. Ancora, ci sono le riunioni, i ricevimenti, i collegi docenti. Tradotto in numeri: gli insegnanti lavorano molto più di 40 ore a settimana, con nessun straordinario pagato.
Come se non bastasse, le aule sovraffollate portano a situazioni di caos, in cui i bambini si sentono incoraggiati e legittimati ad essere violenti e a non ascoltare compagni e adulti. Un insegnante di tedesco recentemente intervistata, ha affermato: “Quest’anno penso di non aver mai portato a termine una lezione di tedesco, perché sono continuamente impegnata a risolvere i continui conflitti che si creano in classe”. I genitori, dal canto loro, riportano situazioni di violenza, bullismo, furti.
I docenti in Germania sono sufficientemente preparati?
Un altro punto sul quale si è voluto fare luce ultimamente è la preparazione degli insegnanti berlinesi. Come riportato da Berliner Zeitung, due terzi degli insegnanti che inizieranno ad insegnare da settembre di quest’anno non hanno alcuna preparazione pedagogica. Nella maggior parte dei casi, si tratta di persone che cambiano carriera, che entrano lateralmente nel campo dell’insegnamento. Alcuni insegnanti principianti vengono letteralmente sbattuti di fronte alla classe, senza nemmeno aver fatto delle esperienze di tirocinio nelle scuole. Non è strano, dunque, se molti di loro si trovano sopraffatti e decidono di arrendersi dopo poco.
Ma da dove proviene il problema di base? E come si può risolvere? Sicuramente si sta considerando sempre più l’idea di integrare i percorsi di formazione degli insegnanti su due vie: una teorica, in cui vengono impartite nozioni necessarie non solo per le materie che si andranno ad insegnare, ma anche una formazione pedagogica specifica per quell’età evolutiva. Una pratica, in cui il futuro insegnante tocca con mano cosa significa stare in una classe, in cui può fare le prime esperienze sul luogo accompagnato da una persona più esperta.
Si considera anche la possibilità di aumentare le ore lavorative degli insegnanti, che dovranno però essere riconosciute e pagate.
I bambini stessi chiedono di essere seguiti
Il risvolto assurdo di questa situazione è che sono gli stessi bambini a rendersi conto di non essere abbastanza preparati, sono loro i primi a pretendere di più dall’istituzione scolastica. Alcuni di loro hanno girato dei video, con l’aiuto di genitori e parenti, in cui chiedono di agli insegnanti di venire ad insegnare nella loro scuola, perché “siete troppo pochi”. Certamente è una cosa positiva che i giovanissimi studenti si preoccupino della loro formazione, e che siano così ambiziosi in materia scolastica, ma c’è anche da dire che loro dovrebbero essere gli ultimi a preoccuparsi di come funziona il sistema scolastico.
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