Asili nido in Germania, stranieri e poveri svantaggiati nelle selezioni
Le famiglie povere o straniere sembrano fare più fatica a inserire i propri figli negli asili nido nonostante i servizi di assistenza all’infanzia garantiti
Nonostante siano passati dieci anni dall’introduzione dei servizi di assistenza all’infanzia garantiti, le famiglie privilegiate riescono a trovare un posto negli asili nido con maggiore facilità rispetto a famiglie più umili o famiglie di madrelingua non tedesca. Questo è quanto emerso da una recente ricerca demografica.
La ricerca del BIB
Il BIB (Bundesinstitut für Bevölkerungsforschung), l’istituto federale per la ricerca demografica, ha condotto uno studio su un campione di 96.000 bambini fino ai tre anni di età e residenti in diverse parti della Germania. Il risultato appare omogeneo all’interno del Paese e mostra un’evidente disparità a seconda delle famiglie di provenienza.
Nel 2020, il 35% dei bambini in Germania è riuscito ad ottenere un posto nei kita, gli asili nido tedeschi. Tra questi, solo il 24% proveniente da famiglie non di madrelingua tedesca e il 23% da famiglie povere. Tra i bambini che non sono stati selezionati, nel 17% dei casi si è trattato di famiglie povere, mentre, per le famiglie non tedesche la cifra è salita addirittura al 28%.
Infine, è importante considerare che spesso le famiglie privilegiate hanno anche maggiore possibilità di fare causa per l’ottenimento di un posto.
Cosa si rischia
Il BIB chiede al governo federale di rendere disponibili più posti negli asili nido tedeschi, in particolare per i bambini che non parlano tedesco a casa. Infatti, in questi casi, si rischia di creare delle importanti lacune educative nei bambini provenienti da un contesto migratorio già a partire dalla prima infanzia.
“Questo oltre al fatto che gli stessi genitori con un passato migratorio spesso vogliono che i loro figli vadano all’asilo nido”, afferma la direttrice del BIB Katharina Spiess, chiedendo al governo di rendere questa discussione una priorità. Infine, il BIB chiede anche maggiore supporto e un’assistenza più attiva alle famiglie che risultano svantaggiate nelle selezioni.
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