Alice Springs, a Berlino la mostra sulla fotografa delle star anni ’70 e ’80, moglie di Helmut Newton
In occasione del centesimo anniversario dalla nascita dell’artista, dal 2 giugno al 19 novembre la nuova mostra alla fondazione Helmut Newton
Venerdì 2 giugno, alle ore 19, verrà inaugurata “Alice Springs: Retrospective“, la nuova esibizione delle fotografie di June Newton (nata Browne), in arte Alice Springs, alla fondazione Helmut Newton, nel complesso del Museo della Fotografia. Le 200 foto inedite dagli archivi della fondazione sono principalmente ritratti dei personaggi più famosi del jet set internazionale dello spettacolo, modelli e modelle per pubblicità e copertine di importanti riviste di moda, ma anche colleghi del mondo della fotografia e se stessa, insieme al marito Helmut Newton.
La biografia dell’artista
June Browne è nata a Melbourne il 3 giugno 1923. Nel 1947 incontrò per la prima volta il fotografo berlinese Helmut Newton, rispondendo a un annuncio per un lavoro da modella presso il suo studio. Lo sposò nel ’48. All’epoca June lavorava come attrice, ottenendo discreto successo, fino a vincere nel 1956 l’Erik Kuttner Award di Melbourne per la migliore attrice. Quando al marito fu offerto un contratto di un anno con British Vogue, la coppia si trasferì a Londra nel 1957. Durante il soggiorno June trovò lavoro presso la BBC. Nel 1960 i due si stabilirono a Parigi, dove la carriera fotografica di Helmut fiorì. I Newton vissero nella capitale francese per 27 anni, per poi trasferirsi a Monte Carlo e trascorrere gli inverni a Los Angeles. Pianificarono l’istituzione della Fondazione Helmut Newton poco prima della morte del marito nel 2004, anno in cui è stata inaugurata a Berlino nel mese di giugno. È morta all’età di 97 anni in un ospedale di Monte Carlo, Monaco, il 9 aprile 2021.
La carriera nel mondo della fotografia
Dal 1970 in poi lavorò come fotografa con lo pseudonimo di Alice Springs, dall’omonima città australiana, per non essere sin da subito associata al nome del marito. Lo scelse infilando alla cieca uno spillo in una mappa dell’Australia.
Iniziò a scattare quasi per caso: prima di uno shooting per una pubblicità di sigarette francesi il marito si ammalò di influenza e, non riuscendo a contattare il modello per cancellare l’appuntamento, chiese a June di scattare dopo averle insegnato le basi del mestiere. Alice dimostrò di avere talento: le sue fotografie sono apparse in pubblicazioni come Vanity Fair, Interview, Elle o Vogue. Ma se all’inizio degli anni Settanta scattò fotografie di moda e pubblicitarie (come quelle per l’hair stylist francese Jean Louis David), già nel 1976 decise di concentrarsi esclusivamente sulla ritrattistica, che riteneva un modo più diretto di esprimere il proprio punto di vista personale – senza l’intervento di parrucchieri, truccatori o stilisti. Durante la sua carriera ha fotografato artisti, attori e musicisti, (tra cui Audrey Hepburn, Catherine Deneuve, Liam Neeson, Nicole Kidman, Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent), non limitandosi a documentare l’aspetto di celebrità, ma catturandone il carisma, l’aura. June ha, inoltre, continuato a lavorare come direttrice artistica e modella del marito.
Lo stile
Il suo occhio per le persone si concentra soprattutto sui loro volti. Occasionalmente inquadra i suoi soggetti in un ritratto a metà o a tre quarti, dove anche le mani ricevono un’attenzione particolare. Forse le è di aiuto la sua profonda conoscenza della recitazione, che le permette di guardare al di là della facciata umana. Ciò è particolarmente evidente nei suoi ritratti doppi, in cui l’interazione tra i protagonisti è perfettamente messa in scena. I suoi soggetti guardano con curiosità apertamente e direttamente nella sua macchina fotografica da 35 mm, che le permette di creare con loro una stretta intimità. Sebbene la maggior parte delle persone ritratte facesse parte del jet set culturale, Alice Springs non si preoccupava dello status sociale dei suoi soggetti. Le riprese in studio sono rare nella sua opera; la maggior parte dei suoi ritratti è stata realizzata in spazi pubblici o all’interno o all’esterno delle case dei suoi protagonisti, utilizzando principalmente la luce naturale. Gli sfondi sono scelti per incorniciare i soggetti, ma senza invadere la composizione. La fotografa utilizza la tonalità monocromatica del bianco e nero, che consente un maggiore controllo dei toni della pelle e dell’atmosfera. In tutte le immagini di Alice Springs si percepisce un certo senso di familiarità, tra distanza e intimità. Le pose drammatiche sono rare e il processo avviene senza grandi gesti da parte della fotografa.
La mostra
Nelle immagini esposte alla mostra – commissionate da riviste o create di propria iniziativa – incontriamo l’intero spettro di emozioni: dalle pose orgogliose alla naturale sicurezza di sé e agli sguardi timidi. In questi scatti privi di cliché, Alice Springs riesce contemporaneamente a imprimere la propria visione e a far trasparire l’individualità di ciascuno dei suoi soggetti.
Anche i ritratti del marito, spesso realizzati durante i suoi servizi fotografici, risultano affascinanti. All’esibizione saranno presenti anche alcuni autoritratti sia di Alice che di Helmut. In un certo senso, queste immagini intime sono un’estensione della precedente mostra congiunta “Us and Them”. Un estratto curato del leggendario progetto di collaborazione della coppia e altri ritratti reciproci sono visibili nello spazio espositivo posteriore. La mostra chiude quindi il cerchio su vari livelli: la vita e il lavoro di Helmut e June Newton sono stati collegati nei modi più diversi e ora si incontrano di nuovo a Berlino.
Alice Spring: Retrospective
2 giugno – 19 novembre
Fondazione Helmut Newton
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