Aire, sanzioni fino a 1000€ l’anno a chi non si iscrive mentre vive all’estero

Con la nuova legge di bilancio, la mancata iscrizione all’Aire per gli espatriati sarà punita con sanzioni molto salate

Non è una novità che, una volta trasferitisi in un paese estero, il cittadino italiano, debba recarsi in ambasciata e iscriversi all’Aire, ovvero l’anagrafe delle italiane e degli italiani residenti all’estero. Questa, instituita con la Legge 27 ottobre 1988, n. 470, è sempre stata un passaggio obbligatorio per coloro i quali decidessero di trasferirsi all’estero. L’obbligo di iscrizione, fino ad oggi, è sempre stato entro 90 giorni dalla data dell’espatrio. La differenza di oggi rispetto al passato è, con la nuova legge di bilancio approvata dal parlamento italiano il 29 dicembre 2023, l’introduzioni di sanzioni salate per ogni anno di mancata iscrizione. Precedentemente al 29 dicembre, infatti, per la violazione dell’obbligo di registrazione all’Aire, non vi erano esplicite sanzioni. Adesso,queste variano da 100 a 1000 euro, per ogni anno all’estero non dichiarato.

Come funzionano le sanzioni

La mancata iscrizione all’Aire, per gli espatriati e le espatriate, secondo la legge in vigore che la regolamenta, è un illecito amministrativo. Vale a dire che, tale mancanza, viene sanzionata pecuniarmente, pagando una multa che varia rispetto al caso specifico.

Le sanzioni variano rispetto al ritardo con il quale viene presentata la domanda di registrazione all’Aire che non deve superare i 90 giorni. La multa va dai 100 ai 1000 euro per ogni anno di ritardo nell’iscrizione.

È prevista una riduzione delle sanzione, ad un decimo del minimo (quindi su 100 euro, ad esempio, sarebbe di 10 euro) solo se, dopo i 90 giorni previsti come termine di scadenza, non venga comunicato all’interessato l’accertamento nei suoi confronti.

A regolamentare le sanzioni e i criteri di attribuzione, è la Legge 27 ottobre 1988, n. 470. Vi rimandiamo al link per la dicitura completa della legge in questione.

Che cos’è l’Aire

Aire è l’acronimo di Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Questo registro serve a tracciare tutte quelle persone dalla cittadinanza italiana che decidono di avviare un trasferimento di residenza all’estero valido ai fini fiscali. L’Aire, quindi, non è altro che un archivio di dati dei possedenti cittadinanza italiana che, per varie motivazioni, abbiano deciso di trasferirsi all’estero per periodi superiori ad un anno.

“L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) è stata istituita con legge 27 ottobre 1988, n. 470 (LEGGE 27 ottobre 1988, n. 470 – Normattiva). Essa è gestita dai Comuni sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dalle Rappresentanze consolari all’estero.
L’esercizio concreto di molti diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione dipende dall’iscrizione anagrafica, che se non effettuata correttamente può comportare conseguenze negative in relazione, ad esempio, ai diritti elettorali, sanitari, sociali e fiscali, civili e personali” dal sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Vantaggi e svantaggi riguardo l’iscrizione all’Aire

L’iscrizione all’Aire comporta alcuni benefici per i soggetti con cittadinanza italiana, espletati direttamente dal Consolato italiano all’estero. Questi vanno dal rinnovo dei documenti, quali patente di guida (nel caso di paesi extraeuropei), carta d’identità, passaporto, al rilascio di certificati di residenza. I soggetti iscritti all’Aire possono, inoltre, avere diritto al voto per corrispondenza, cioè senza dover tornare in patria.

L’iscrizione all’Aire, però, comporta anche la perdita di alcuni benefici come la perdita del diritto all’assistenza sanitaria di base in Italia. Di conseguenza, il medico di base, l’assistenza sanitaria ospedaliera e l’acquisto di medicinali dietro il pagamento del solo ticket, non sono più possibili.

In questo caso si ha accesso solo dell’assistenza sanitaria urgente, cioè quella garantita dal pronto soccorso, per un periodo di 90 giorni, non necessariamente consecutivi.

Se il trasferimento avviene entro la comunità Europea, si può richiedere, con il modulo E110, la TEAM, la tessera sanitaria europea che da diritto all’assistenza sanitaria in ogni Paese UE. Il pagamento di questa è determinato dalle regole vigenti per ogni paese.

Un bug burocratico che non esisterà più

In Germania, dopo aver effettuato la registrazione per la residenza (l’Anmeldung), è obbligatorio avere un’assicurazione sanitaria. Nel caso di dipendenti a contratto, è il datore di lavoro a provvedere. Nel caso dei freelance, va fatto autonomamente. In passato, però, dato che l’ente di riferimento tedesco non comunicava con l’Ambasciata italiana, si presentava il problema delle doppie residenze, avendo così diritto all’assistenza sanitaria in entrambi i paesi. Questo poteva avvenire perché, la mancata registrazione all’Aire, non prevedeva nessuna sanzione specifica. Quindi, non iscrivendosi, e richiedendo la TEAM, si poteva avere assistenza sanitaria sia inItalia che in Germania. Adesso, con questa legge di bilancio, non sarà più possibile, poiché i controlli fiscali al riguardo si irrigidiscono notevolmente e vengono esplicitate le sanzioni per la mancata registrazione all’Aire.

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