Russia taglia gas alla Germania e all’Italia: prezzi alle stelle
Gazprom, il colosso energetico russo stringe ulteriormente la fornitura di gas a Germania e Italia. La Germania afferma che Mosca sta sta facendo pressione sulle forniture europee in risposta alle sanzioni, mirando a far salire i prezzi del carburante
Il colosso energetico russo Gazprom ha affermato, mercoledì 15 giugno, che a partire da giovedì mattina restringerà ulteriormente le forniture di gas naturale attraverso il gasdotto chiave Nord Stream 1 alla Germania. La società ha dichiarato una riduzione dei flussi del 60%, un giorno dopo aver annunciato una riduzione del 40%. Il gruppo russo intende erogare un massimo di 67 milioni di metri cubi al giorno, al fronte dell’originale volume giornaliero previsto a 167 milioni.
Le ragioni del taglio, sostiene Gazprom, derivano dal danneggiamento di una turbina per una stazione di compressione nella Russia nordoccidentale. Siemens Energy, il produttore tedesco della turbina, ha affermato che la turbina era stata inviata in Canada per la manutenzione presso una struttura specializzata a Montreal e che il suo ritorno era stato ritardato a causa delle sanzioni di Ottawa alla Russia. Il produttore con sede a Monaco, Siemens Energy, ha confermato quindi il racconto di Gazprom, affermando di aver informato i governi canadese e tedesco della situazione e di “lavorare a una soluzione praticabile”.
Le dichiarazioni del governo tedesco
Il governo tedesco, tuttavia, ha criticato la decisione di Mosca. Ha dichiarato infatti di sospettare che Gazprom stia sfruttando i ritardi delle riparazioni a scopi politici, rendendo più difficile a Germania e Europa i loro obiettivi di creare una riserva di gas e immagazzinarlo per il prossimo inverno, quando la domanda di carburante aumenterà. Anche la Federal Network Agency (l’Agenzia di rete federale) – l’ufficio di regolamentazione tedesco per i mercati dell’elettricità, del gas, delle telecomunicazioni, delle poste e delle ferrovie – ha respinto le dichiarazioni di Gazprom secondo cui i ritardi nelle riparazioni di un’unità di compressione del gas erano la ragione dei ridotti volumi di consegna del gas. “La giustificazione della parte russa è semplicemente un pretesto”, ha detto ai giornalisti Robert Habeck (Verdi), Ministro dell’Economia tedesco. “Ovviamente la loro strategia è di sconvolgere e aumentare i prezzi“.
Dopo l’annuncio dell’ulteriore taglio, mercoledì, il prezzo all’ingrosso del gas è aumentato notevolmente. Sulla borsa valori olandese TTF, il gas naturale da consegnare a luglio costava 108,6 euro per megawattora mercoledì pomeriggio, contro i 97 euro del giorno precedente. Al momento, tuttavia, non sembra esserci il rischio di carenze immediate. La Germania e altri Paesi hanno importato gas in eccesso per riempire gli impianti di stoccaggio. Il signor Habeck ha affermato che sul mercato è acquistare il gas necessario, sebbene i costi saranno più elevati.
Gazprom has reduced maximum gas supply volumes to Germany through the Nord Stream Baltic Sea pipeline by 40 percent.
Germany’s Economy Minister Robert Habeck says he has the impression that what happened is a political decision. pic.twitter.com/iofVT3qVZJ
— DW Politics (@dw_politics) June 15, 2022
Il taglio anche in Italia
Anche l’Italia è stata colpita dalla stretta del Cremlino. Eni, la società energetica italiana e uno dei maggiori clienti Gazprom, ha dichiarato mercoledì che il colosso russo ridurrà le forniture di gas di circa il 15% in giornata. Secondo un portavoce di Eni, Gazprom non ha fornito ragioni della riduzione del flusso di gas. I tagli alle forniture arrivano giovedì, mentre il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi discute dei piani per accompagnare il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron in Ucraina giovedì. Il viaggio a Kiev ha l’obiettivo di discutere della domanda ucraina per entrare nell’UE e l’aiuto finanziario/militare per respingere l’assalto militare russo nella regione orientale del Donbas e nelle regioni costiere meridionali. Draghi è stato un forte sostenitore della candidatura dell’Ucraina per l’adesione all’UE.
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