Oro Nero, a Berlino una conferenza sul caffè italiano

L’oro nero della nostra quotidianità: La Società Dante Alighieri vi invita a scoprire i segreti del caffè italiano e della sua storia

“Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro.”

(Eduardo De Filippo)

Con una produzione annua di nove milioni di tonnellate e un consumo giornaliero di 2,6 miliardi di tazzine, il caffè risulta essere la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua, e la merce più scambiata dopo il petrolio: un vero e proprio “oro nero” che fa la fortuna di grandi produttori e piccoli agricoltori, e che finisce nelle tazze delle persone di tutto il pianeta nelle forme più svariate.

L’Italia, pur non essendo particolarmente alta nella classifica per consumo pro capite (“solo” 4,6kg annui, meno della metà della Finlandia, al primo posto con 12kg), ha fatto di questa bevanda, nello specifico dell’espresso, un simbolo nazionale irrinunciabile. Quante volte ci si lamenta in terra straniera perché “qui il caffè non lo sanno fare”? E quanti segreti tramandano i nonni per la riuscita del caffè perfetto? Il caffè è per l’italiano il segnale di una pausa dal lavoro, un piacere da condividere con gli amici, la degna conclusione di un lauto pasto e un simbolo di ospitalità; in alcune zone è tradizione portarlo in regalo dopo un lutto insieme allo zucchero.

La cultura del caffè: una tradizione legata alla storia italiana

Una tale significanza, spesso data per scontata perché ereditata e ormai automatizzata, è il risultato di una serie di vicende strettamente legate alla storia del Bel Paese. Dalla prima bottega del caffè aperta a Venezia nel 1683, il caffè è stato protagonista delle vicissitudini più varie: simbolo dell’Illuminismo, in quanto novità da poco importata in voga tra la gioventù borghese, nel Settecento venne ostracizzato dalle città e dai partiti più conservatori come segnale di degrado culturale e morale. Tentativi futili, perché il caffè divenne sempre più popolare, espandendosi a macchia d’olio su tutto lo stivale nel corso del secolo successivo: a Napoli divenne il centro dei rituali d’ospitalità che oggi tutti noi conosciamo, inclusa la tradizione del “caffè sospeso” – ovvero l’usanza di pagare in anticipo la consumazione di qualcuno meno abbiente; a Milano il foglio illuminista fondato dai fratelli Verri per diffondere le proprie idee era chiamato proprio Il Caffè, perché era nelle botteghe del caffè che gli intellettuali si riunivano a discutere e confrontarsi.

Ovviamente, un simbolo così prevalente non può non comparire anche in letteratura e poi, con l’avvento delle nuove tecnologie, nel cinema. Da Goldoni fino ai giorni nostri il caffè, le sue botteghe e i suoi rituali sono fulcri di scene rimaste nell’immaginario collettivo, testimoni di epoche e valori sempre diversi.

Un approfondimento sulla rilevanza storica del caffè

Una presenza centrale della nostra storia e della nostra tradizione, dunque, che però forse non conosciamo poi così bene – e che merita di essere approfondita. Per scoprirne di più, la Società Dante Alighieri e il Professor Roberto Ubbidiente, docente di Lingua, Letteratura e Cultura italiana presso la Humboldt-Universität zu Berlin, vi invita ad una conferenza dove verrà approfondita la rilevanza storica di questa bevanda e la sua rappresentazione nella letteratura e nel cinema italiano. Un’occasione unica per conoscere lati evidenti ma mai evidenziati della nostra cultura culinaria e non solo.

“Oro Nero” – La cultura del caffè in Italia con Roberto Ubbidiente

Venerdì 25 novembre alle ore 18.30

Zunftwirtschaft – Arminiusstraße 2-4, 10551 Berlin (all’interno dell’Arminius Markthalle)

Le adesioni scadono il 23 novembre

Prenotazione tramite Facebook o e-mail (info@danteberlin.com)

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Immagine in evidenza: foto di Società Dante Alighieri