Occhiali neri, alla Berlinale il sanguinolento ritorno di Dario Argento che non è per niente male
Il Maestro del brivido italiano torna, dopo 10 anni, dietro la macchina da presa con Occhiali neri presentato in anteprima alla Berlinale 2022
Dario Argento rompe un silenzio durato 10 anni e lo fa con Occhiali neri, presentato nella sezione Special della Berlinale 2022 con protagonista Ilenia Pastorelli, Asia Argento e il giovanissimo Xyniu Zhang. L’ottantunenne regista romano ritorna al genere a lui più congeniale, il thriller, di cui è stato per decenni l’esponente di punta non solo nel contesto cinematografico italiano ma di tutto il mondo.
È doveroso, però, fare una premessa: il sottoscritto è un grandissimo fan di Dario Argento. Ma essere ammiratori non significa prendere per forza come oro colato qualsiasi lavoro realizzato dal tuo beniamino. Se, quindi, considero Suspiria come uno degli horror mai realizzati nella storia del cinema posso tranquillamente dire che, tutti i film realizzati da Argento dal 2000 in poi sono, citando una famosa massima fantozziana, delle “c***te pazzesche”. L’apice è stato raggiunto nel 2002 con Dracula 3D, un film incommentabile che scivola involontariamente nel grottesco e nel ridicolo. È comprensibile, quindi, la mia paura nel dover essere deluso, ancora, da uno dei miei registi preferiti che, nel bene o nel male, ha scritto pagine importantissime nel cinema italiano. Ma Occhiali neri non è stata una cocente delusione, anzi.
Per Occhiali neri Argento usa tutti i trucchi e i tratti distintivi che, nel passato, hanno reso i suoi film indimenticabili, attualizzandoli perfettamente. Una sorta di ‘auto omaggio’ che ha salvato la pellicola
Iniziamo da cosa funziona pienamente del film. Sicuramente la colonna sonora – inizialmente si rumoreggiava di un coinvolgimento dei Daft Punk – spicca su tutti gli aspetti tecnici. Argento si affida al francese Arnaud Rebotini, già collaboratore di Noir Désir e membro dei Black Strobe, uno dei più interessanti gruppi elettroclash d’Oltralpe. Le musiche sono state sempre tra i fattori che hanno determinato il grande successo delle pellicole più famose di Argento (alzi la mano chi non si ricorda l’ossessivo motivetto di Profondo Rosso o Suspiria composto dai Goblin di Claudio Simonetti). Rebotini riprende tutti gli stilemi tipici delle colonne sonore più famose utilizzate da Argento nella sua fase più gloriosa (anni ’70 e ’80) mischiando angoscianti riff con una base elettronica martellante. Il risultato è, come nei film di un tempo, un tappeto sonoro che si integra perfettamente e aiuta la tensione a crescere.
L’altro aspetto che rende Occhiali neri la migliore opera di Argento degli ultimi vent’anni è la resa visiva degli omicidi. È infatti impossibile scrivere di un film del Maestro del brivido senza analizzare le scene più truculente, lo si ama anche per questo. Se in Giallo – uscito nel 2009, tematicamente e stilisticamente l’opera recente più vicina a Occhiali neri – Argento non spinge abbastanza sull’effetto gore e splatter, adesso il regista è ritornato ai fasti del passato spingendo sull’acceleratore. Anche qui le scene sanguinolente più riuscite sono quelle che citano l’iconografia dei suoi film del passato. Senza entrare nello specifico (si cadrebbe nello spoiler totale) è infatti impossibile non notare il collegamento tra una delle scene più famose di Suspiria ripresa perfettamente da Argento in Occhiali neri senza però scadere in una banale scopiazzatura.
Di certo nella riuscita di questo aspetto è stata di fondamentale importanza la rinnovata collaborazione con Sergio Stivaletti che da decenni cura gli effetti speciali e visivi dei film di Argento. Anche in questo caso, dopo il massiccio uso della CG in Dracula 3D, il regista ritorna a effetti costruiti in maniera più ‘artigianale’ senza l’ausilio di complicate tecnologie, anche questo un tratto distintivo e caratteristico delle opere migliori di Argento. Un plauso speciale per le interpretazioni di Ilenia Pastorelli e, soprattutto, del giovanissimo Xiniu Zang. Pollice verso, invece, per l’interpretazione di Asia Argento, piatta e monocorde un aspetto che però non dovrebbe stupirci più di tanto. Tra gli aspetti che abbassano l’asticella del gradimento, anche un sostanziale un calo di tensione nella parte centrale del film. Dopo aver ‘guidato in quinta’ dall’inizio del film Argento, da più o meno metà del film, passa inspiegabilmente alla seconda per poi correggere il tiro in zona Cesarini. Insomma Occhiali neri è un gradito ritorno, una pellicola che non fa gridare al miracolo ma che fa ben sperare in un rinsavimento del Maestro del brivido italiano celebrato in tutto il mondo.
La trama ufficiale di Occhiali neri
Roma. L’eclissi oscura il Sole in una torrida giornata di estate. E’ il presagio del buio che avvolge Diana quando un serial killer la sceglie come preda. La giovane escort, per sfuggire al suo aggressore, va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la vista. Dallo choc Diana riemerge decisa a combattere per la sua sopravvivenza, ma non è più sola. A difenderla e a vedere per lei adesso ci sono Nerea, il suo cane lupo tedesco, e il piccolo Chin, sopravvissuto all’incidente. Il bambino cinese con i suoi grandi occhi, la voce dolce dall’accento straniero, il carattere di un ometto indipendente e indifeso allo stesso tempo, la accompagnerà nella fuga. Ossessionati dal sangue che li circonda, saranno uniti dalla paura e dalla disperata ricerca di una via di scampo, perché l’assassino non vuole rinunciare alle sue prede. Chi si salverà?
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Immagine di copertina: Ilenia Pastorelli in Occhiali neri di Dario Argento