In Germania c’è un mercato nero di mutilazioni genitali

Mutilazioni genitali femminili: un fenomeno che interessa anche la Germania

Secondo le stime dell’organizzazione per i diritti delle donne “Terre des Femmes” (TDF), circa 5.600 donne e ragazze che vivono a Berlino sono vittime di mutilazioni genitali. Se guardiamo la Germania, la cifra sale a 70.000 donne e fino a 15.000 ragazze sono a rischio. Questi numeri dimostrano ancora una volta l’enorme necessità di agire a livello politico.

“Queste ragazze e donne sono al centro della nostra società e dobbiamo renderle visibili” ha dichiarato Sonja Störmer, responsabile delle mutilazioni genitali femminili di TERRE DES FEMMES

Mutilazioni genitali femminili: violazione dei diritti umani di genere

Con “mutilazione genitale” si intende l’asportazione o la lesione parziale o totale dei genitali femminili esterni per motivi non terapeutici. È una violazione dei diritti umani delle donne con conseguenze di vasta portata per tutta la vita, a volte anche letali. Ciò nonostante, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sono circa 200 milioni le bambine nel mondo che subiscono questa procedura tra i 4 e i 10 anni, spesso anche senza anestesia o oggetti sterilizzati. È una pratica molto diffusa in Africa, nella penisola arabica, così come nel sud-est asiatico.

Non si conosce l’origine precisa di questa crudele tradizione. Spesso si giustifica con gli usi e costumi, anche se nessuna religione richiede la circoncisione delle bambine. Le famiglie continuano però a praticare queste procedure per timore che le proprie figlie non vengano poi accettate da un futuro marito in caso contrario. Bisogna conservare la verginità prima del matrimonio e prevenire la promiscuità.

La risposta della Germania a livello federale

In una conferenza organizzata da “Terre des Femmes”, il sottosegretario Ralf Kleindiek ha ricordato che «la mutilazione genitale femminile è una grave violazione dei diritti umani» che «provoca indicibili dolori fisici e sofferenze psicologiche. Il tema è molto attuale anche in Germania – anche alla luce delle migrazioni». 

Di fatto, la nascita in Germania, purtroppo, non è una garanzia per le bambine potenzialmente a rischio di essere mutilate. Anche se emigrate, le famiglie da cui provengono possono rimanere fisse sulle loro posizioni e sottoporre comunque le figlie a questa procedura.

Il governo deve rispondere al fenomeno «con informazione, prevenzione e azione penale». Già nel giugno 2013, il Bundestag ha deciso di rafforzare le punizioni contro i responsabili delle mutilazioni genitali femminili (MGF). Queste, già perseguite in precedenza, sono ora punibili con la reclusione.

Successivamente, il ministero della Famiglia ha approvato un emendamento a fine 2016 per rendere perseguibili anche le MGF compiute all’estero. Spesso infatti, le famiglie immigrate si recano per un breve periodo nei loro Paesi d’origine con lo scopo di mutilare le figlie. In questi casi, la conseguenza è il ritiro del passaporto.

 Delle barbarie come le mutilazioni genitali delle bambine non devono essere ammesse in nessun angolo del nostro mondo civilizzato. Anche in Germania le donne e le bambine subiscono mutilazioni genitali. Non bisogna ignorare questo problema né renderlo un tabù.

Sostegno immediato per le vittime di mutilazioni in Germania

La lotta contro le MGF si focalizza soprattutto sulla consulenza e sul sostegno verso le donne colpite. A Berlino in particolare sono disponibili i seguenti uffici sanitari di assistenza:

Il Senato finanzia anche progetti per indirizzare le vittime a centri di consulenza medica e psicosociale specializzati. Un esempio è il “Centro Fiori del Deserto” (Desert Flower Centre) presso l’ospedale Waldfriede. Qui le donne mutilate possono sottoporsi a operazioni di ricostruzione per arginare le conseguenze delle MGF.

“Non possiamo invertire completamente la mutilazione, ma possiamo ridare qualità alla vita delle donne che l’hanno subita” così il prof. Roland Scherer, primario del centro.

 

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Immagine di copertina: RODNAE Productions