Le 5 parole tedesche intraducibili in italiano

Il tedesco come l’italiano ha diverse parole che non possono essere sempre tradotte in altre lingue. Continuate a leggere per scoprire quali sono le più affascinanti – alcune conosciute e altre invece no

A chi non è mai capitato di voler esprimere o spiegare un qualcosa senza trovare la parola esatta per farlo? Il tedesco, la lingua della filosofia per eccellenza, è ricca di parole che in italiano non hanno una traduzione diretta. Infatti questi concetti intraducibili sono così pieni di significato che possono essere spiegati solo attraverso tanti giri di parole o frasi, ma che comunque non colgono in maniera ottimale ciò che si vuole dire davvero.  Pensate per esempio  a una piacevole e rilassante passeggiata nel bosco, immersi nella natura, quale parola in italiano potrebbe descrivere queste sensazioni? Nessuna purtroppo, servirebbe un giro di parole o frasi.  I tedeschi invece, sono molto fortunati da questo punto di vista ed hanno esattamente il termine che coglie tutte quelle emozioni, ed è Waldeinsamkeit. Questa è solo una delle innumerevoli parole intraducibili che la lingua tedesca possiede, così piene di significato e così precise nel descrivere qualcosa. Andiamo ora a scoprirne altre altrettanto interessanti.

1) Waldeinsamkeit, una passeggiata nel bosco

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Il primo termine che vi presentiamo è  “passeggiata”. Come dicevamo prima, i tedeschi hanno una parola molto precisa per descrivere un modo di passeggiare nei boschi che connette con la natura: Waldeinsamkeit. Questo in parole povere, ma andiamo a vedere l’interessante significato del termine nello specifico. Waldeinsamkeit è un sostantivo femminile composta da due parti Wald, che vuol dire bosco, foresta e, Einsamkeit che significa solitudine. Descrive quindi la sensazione piacevole e confortante di trovarsi da soli nella foresta. Anche se lo stare da soli nel bosco potrebbe evocare di primo impatto sensazioni negative, questo termine ha una connotazione positiva. Infatti, si può intendere anche come essere tutt’uno con la natura, un momento di meditazione per noi stessi. Questo termine ci mostra esplicitamente la sua importanza all’interno della cultura e lingua tedesca. Perché come tutti sappiamo, la Germania è ricca di foreste, e non è strano quindi che siano stati proprio loro i primi ad avere bisogno ed a creare un termine del genere. Il termine Waldeinsamkeit è stato molto usato anche durante il romanticismo tedesco.

2) Sehnsucht, una particolare nostalgia

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Un’altra delle parole intraducibili molto affascinante è Sehnsucht. Sehnsucht indica lo struggimento, il desiderio ardente, la forte nostalgia per qualcosa o qualcuno, ed è strettamente legato al dolore derivante dal fatto che ciò che si desidera è impossibile da raggiungere. Il termine deriva dall’alto tedesco ed è composto da sehnen, desiderare e da Sucht, brama. La Sehnsucht indica la ricerca di qualcosa di indefinito nel futuro. Chi prova questo sentimento quindi non si accontenta di quello che ha e cerca costantemente di raggiungere nuovi traguardi che plachino questo sentimento.

3 Fernweh, l’incontrollabile voglia di girare il mondo

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In tedesco abbiamo un altro termine che esprime una “nostalgia dell’altrove” ed è Fernweh. Fernweh, come le parole precedentemente citate, è composto da due parti: Fern, che vuol dire lontano e Weh che vuol dire nostalgia. Questo termine indica la nostalgia di un posto lontano, il forte desiderio di viaggiare, di conoscere posti lontani mai visti prima, di esplorare il mondo. Una voglia così forte di tutto questo che quasi provoca del dolore, della sofferenza.

4) Schadenfreude, la gioia per le sfortune altrui

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Difficile ammetterlo, ma sarà sicuramente successo a qualcuno di voi di provare la cosiddetta Schadenfreude. Letteralmente sarebbe “gioia per il danno”. Schadenfreude, in breve, esprime il concetto particolare di provare gioia o piacere per le sventure o sfortune altrui. Il termine è composto da Schaden, ovvero danno e Freude, gioia. Per quanto riguarda l’origine del termine, questa si attribuisce allo psicologo olandese Wilco van Dijk, ma pare che già Aristotele ne facesse uso con il termine greco “epicaricacia”, che racchiude lo stesso concetto di Schadenfreude. Wilco considera questa parola come una sensazione di dolore o disagio provocata dal fatto che non sappiamo accettare il benessere altrui. Inoltre, questo termine a partire dal 1800 è stato utilizzato molto frequentemente anche in inglese, come dice il giornalista Ben Cohen, in un articolo sul Wall Street Journal ed è poi stato usato molto spesso anche durante la Seconda Guerra Mondiale.

5) Treppenwitz, la risposta giusta quando è troppo tardi

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L’ultima delle parole intraducibili della nostra lista è l’utilissima Treppenwitz, una parola che descrive una situazione che chissà quante volte ci è capitata, senza mai poter usare un termine diretto per descriverla. Pensate a tutte quelle volte che sotto la doccia avete immaginato situazioni già vissute e ora avreste voluto davvero rispondere diversamente, con quella risposta perfetta che vi è appena venuta in mente. Treppenwitz  significa letteralmente “battuta della scalinata”. Il vero concetto dietro a questo termine è però quel commento, quella battuta arguta, che ci viene in mente solo dopo che è passato il momento giusto per dirlo.

 

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Immagine di copertina: foto di Skylar Kang  / da Pexels