La Germania vuole taglio netto dai combustibili fossili dalla Russia

Il governo tedesco mira a un taglio netto dagli acquisti di combustibili fossili dalla Russia, “l’obiettivo è 100% rinnovabili”, sono le affermazioni della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, a Berlino, in apertura dei Berlin Energy Transition Dialogue

Il 29 marzo, in apertura dei Berlin Energy Transition Dialogue – principale forum internazionale per la discussione e scambio di idee per una transizione energetica globale sicura – Annalena Baerbock (Verdi), la ministra degli Esteri tedesca, ha affermato che “la Germania vuole eliminare completamente la dipendenza dai combustibili fossili dalla Russia”. “Sarà necessario un periodo di transizione, in cui si renderà necessaria l’importazione di energia fossile da altri Paesi – in particolare per il gas che sarà la questione più complessa -, ma l’obiettivo è un’inversione che punti completamente sull’energia rinnovabile”. L’Europa, ha aggiunto Baerbock, “vuole essere il primo continente neutrale dal punto di vista ambientale, intento praticabile con la cooperazione di tutti i Paesi”. “La Germania ha già dimezzato le sue importazioni di carbon fossile dalla Russia, entro l’estate vuole dimezzare quelle di petrolio, e presto potremo interrompere integralmente la nostra dipendenza da Mosca”.

“La politica climatica è anche politica di sicurezza”

“L’attuale crisi ha dimostrato ancora una volta che la transizione energetica riguarda la protezione del clima, ma anche la politica di sicurezza. Abbiamo bisogno di sviluppare energie rinnovabili se vogliamo raggiungere gli obiettivi globali di protezione del clima e combattere il riscaldamento globale e i suoi impatti negativi. Allo stesso tempo, la transizione energetica ha un impatto sulle strutture geopolitiche. Le energie rinnovabili creano indipendenza dai produttori di combustibili fossili. Eppure emerge il rischio di nuove dipendenze, ad esempio dalle materie prime necessarie per produrre batterie o pannelli solari”. Questo è quanto si legge nel sito del Ministero degli Esteri, affermando che tali tematiche sono al centro dell’8° Dialogo sulla transizione energetica di Berlino. E segue: “La protezione del clima e la transizione energetica non solo definiscono il futuro del nostro pianeta e il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli ma, mentre stiamo imparando nel modo più difficile possibile, definiscono anche gli interessi di sicurezza concreti e la geopolitica nel 21° secolo. La brutale guerra di aggressione, la guerra del presidente Putin contro l’Ucraina in violazione del diritto internazionale, insieme a tutte le orribili sofferenze che sta causando a milioni di persone, ci spinge anche a diventare completamente indipendenti dalle importazioni russe di combustibili fossili”.

Le critiche del vicecancelliere rivolte al governo Merkel

Dal vicecancelliere e ministro dell’Economia e della Protezione climatica Robert Haebeck, anche lui presente alla conferenza, è arrivata la condanna alla politiche energetiche del precedente governo. “Viviamo e vediamo gli errori drammatici commessi in passato. La Germania si è resa fortemente dipendente dal punto di vista energetico, in particolare dalla Russia, decisione difficilmente comprensibile”. Gran parte del gas arriva attraverso il Nord Stream che ha una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno, cinque volte il Tap (il Gasdotto Trans-Adriatico, gasdotto che dalla frontiera greco-turca attraversa Grecia e Albania per approdare in Italia, sulla costa adriatica della provincia di Lecce). Berlino e Mosca, stavano lavorando per raddoppiare le quantità importate attraverso il Nord Stream 2, terminato lo scorso autunno ma mai entrato in funzione per gli sviluppi geopolitici. La Germania ambiva a diventare una sorta di hub europeo del gas.

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foto di Stephan Röhl da Wikimedia Commons