La Germania ricomincia a carburare, disoccupazione già tornata ai livelli pre-pandemia

La disoccupazione tedesca è scesa ai livelli pre-pandemia a febbraio, ad affermarlo è l’Agenzia federale per l’impiego

La Bundesagentur für Arbeit (BA-Agenzia Federale per l’Impiego), a febbraio, ha affermato che il tasso di disoccupazione è sceso al 5,3%, incidenza che coincide con il livello di febbraio 2020. Il numero dei disoccupati in Germania è sceso a 2,428 milioni a febbraio. Sono 34.000 in meno rispetto al mese precedente e 476.000 in meno rispetto a febbraio 2021. Il Presidente della BA, Detlef Scheele, in una dichiarazione ha affermato che l’occupazione ha seguito una costante “tendenza a rialzo” e, malgrado le difficoltà economiche attraversate dalla Germania alla fine dell’anno, i dati sulla disoccupazione sono positivi. “Il mercato del lavoro ha continuato la sua tendenza al rialzo fino a febbraio”, ha affermato Detlef Scheele. “Tuttavia, gli indicatori attuali non riflettono ancora le conseguenze della guerra in Ucraina”.

L’impatto della guerra in Ucraina sull’economia tedesca

Con il peggioramento della situazione in Ucraina e le massicce sanzioni contro la Russia finora decise, si registrano da tempo segnali di gravi conseguenze per l’economia tedesca. “La guerra Russia-Ucraina sta cambiando radicalmente le condizioni del quadro geopolitico ed economico, soprattutto per l’Europa”, commenta Deka-Bank, banca finanziaria e d’investimento tedesca delle Sparkasse-Finanzgruppe, sulla situazione attuale. Il conflitto in Ucraina conferma ancora una volta la complessità dei processi produttivi e dei meccanismi economici. Nonostante infatti l’Ucraina non abbia un ruolo centrale per la Germania dal punto di vista macroeconomico, è il luogo da dove provengono componenti chiave per le case automobilistiche. La mancanza di queste componenti sta paralizzando, ad esempio, una delle industrie fondamentali tedesche, quella automobilistica.

Anche l’agenzia di rating Scope ha abbassato la previsione di crescita per il 2022. “Le prospettive di crescita della Germania si stanno deteriorando poiché le ricadute del conflitto Russia-Ucraina amplificano le interruzioni della catena di approvvigionamento e le pressioni inflazionistiche esistenti”, scrivono gli economisti. Tra i vari scenari non è neanche esclusa la prospettiva di un’economia in contrazione, come sostiene Deka-Bank nell’eventualità di un’ulteriore e più duratura escalation con un’inasprimento delle sanzioni tra Occidente e Russia. “In particolare, una brusca sospensione delle forniture di materie prime potrebbe innescare una recessione a breve termine nell’Europa occidentale”. Ralph Solveen, vice capo economista di Commerzbank AG, ha affermato che, nonostante le “condizioni economiche generali estremamente buone”, tale scenario potrebbe far precipitare il Paese in una recessione economica.

Il prezzo del gas supera per la prima volta in Europa i 200 euro al megawattora

L’impatto della guerra in Ucraina sui prezzi del gas è come prevedibile molto preoccupante. La Russia è infatti un importante Paese di origine per le materie prime. A oggi, circa il 40% delle importazioni di gas naturale in Europa proviene dalla Russia. Il conflitto attuale ha quindi un’influenza enorme sui mercati energetici e sta alimentando i dibattiti su un riallineamento della politica energetica. Il 4 marzo è stato raggiunto il massimo storico e per la prima volta è stata superata la soglia dei 200 euro per megawattora. Venerdì, presso la Title Transfer Facility – TTF (punto di scambio virtuale per il gas naturale sito nei Paesi Bassi) – il contratto con scadenza aprile è stato trattato a 202,4 euro al megawattora.

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Foto in evidenza di succo da Pixabay