Intelligence tedesca: “I crimini antisemiti denunciati sono solo la punta dell’iceberg”

I crimini antisemiti sono in aumento in Germania. L’intelligence tedesca registra numerose violenze che sono solamente “la punta dell’iceberg”

Secondo l’Ufficio per la protezione della Costituzione (BfV) della Germania, i crimini contro la popolazione di origine ebraica continuano ad aumentare e quelli che vengono effettivamente denunciati sono solo “la punta dell’iceberg”. Violenze e Offese, sempre secondo quanto dichiarato dal BfV, nascono principalmente dal Web. I crimini antisemiti sono inoltre aumentati durante ed in seguito alla pandemia e rappresentano un’importante e grave fonte di preoccupazione per la società tedesca e per il governo.

Una situazione allarmante

Thomas Haldenwang, a capo del BfV, ha definito  “allarmante” il numero sempre crescente di questo tipo di violenze. Internet, inoltre, è un “terreno fertile” per la crescita dell’antisemitismo, ha aggiunto. Da un rapporto della stessa agenzia, inoltre, emerge che 2.351 crimini antisemiti, tra cui 57 atti di violenza fisica, sono stati segnalati nel 2020, rispetto ai 2.032 dell’anno precedente. La cifra complessiva dei crimini, quindi, è aumentata costantemente a partire dal 2015, e la cifra del 2020 è stata la più alta da quando il conteggio è iniziato nel 2001. Haldenwang ha appunto spiegato in una dichiarazione che “questa è solo la punta dell’iceberg”. Ha detto che il numero di incidenti che per vari motivi non portano a una denuncia penale è ritenuto “significativamente maggiore”.

L’aumento dell’odio durante la pandemia

L’odio nei confronti degli ebrei sembra essere aumentato durante la pandemia da Coronavirus, Il quotidiano tedesco Tagesschau  lo ha spiegato approfonditamente in un recente articolo.  Il commissario governativo per l’antisemitismo, Felix Klein, inoltre, ha riportato al giornale Welt che “la pandemia ha agito come un acceleratore per l’antisemitismo, anche perché ha connesso e legato molti contesti che prima se ne stavano per conto loro”. Si tratta spesso di un “antisemitismo codificato” che “ingloba la pandemia in un’argomentazione cospirativo-ideologica” in cui viene tirata in ballo la popolazione di origine ebraica. L’idea è “che un potere segreto che controlla il mondo stia usando la pandemia come strumento per attuare il suo piano per un ‘Nuovo Ordine Mondiale'”, piano in cui gli ebrei sono visti come i principali artefici. Con l’inizio delle vaccinazioni contro il Covid-19 alla fine del 2020, l’agitazione talvolta antisemita ha acquisito ulteriore importanza. Secondo il rapporto effettuato dal quotidiano tedesco, gli oppositori della vaccinazione sostenevano, per esempio, che gli ebrei stavano “ora anche cercando di usare le vaccinazioni per realizzare i loro piani per ottenere il potere sull’umanità”. Esiste inoltre un tipo di antisemitismo sempre più apertamente espresso in tutti gli ambienti legati a Israele, così come gli attacchi alla cultura della memoria. Così, le “narrazioni antisemite” sono riprese equiparando la persecuzione nazionalsocialista degli ebrei e l’Olocausto alle misure statali per combattere la pandemia e quindi banalizzandole, per esempio usando la stella gialla con la scritta “Non vaccinati”.

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Immagine di copertina: Stella di David di ©hurk da Pixabay