Germania: donne transgender ammesse alle competizioni di calcio femminili

In Germania le persone transgender, non-binary e intersessuali potranno decidere liberamente se partecipare alle competizioni di calcio in squadre femminili o maschili

Mentre la settimana scorsa la federazione internazionale del nuoto, la FINA, ha aumentato le restrizioni per la partecipazione delle donne trans alle competizioni femminili, in questi giorni la DFB, la Federcalcio tedesca, ha annunciato nuove regole che vanno in direzione contraria. Le persone transgender, non-binary e intersessuali potranno scegliere in autonomia e libertà se partecipare alle competizioni in un team maschile o femminile. Il regolamento sarà applicato dalla prossima stagione di calcio giovanile e di calcetto amatoriale. Dal 2018 esiste la possibilità per le persone di iscriversi nel registro civile come “diverse” o “non identificate” al posto delle due diciture “uomo” e “donna”. Non vi erano però nel mondo dello sport disposizioni specifiche per chi riporta questa indicazione sul proprio documento di identità. Il dibattitto sul ruolo dei “non identificati” nello sport è attualmente molto accesso sia in Germania sia nel mondo sportivo a livello internazionale.

Le restrizioni della FINA e dell’International Rugby League

La federazione internazionale del nuoto ha stabilito l’esclusione delle donne trans dalle competizioni a meno che non abbiano “sperimentato la pubertà maschile”. La decisione è stata presa in base a un panel scientifico promosso dalla FINA ed è stata votata dai 151 federazioni nazionali del campionato internazionale di Budapest. Secondo le ricerche condotte dalla FINA la partecipazione delle donne transessuali comprometterebbe l’integrità delle gare sportive. Nell’ultimo anno anche l’International Rugby League (IRL) e l’International Cycling Union (UCI) hanno applicato alcune restrizioni per la partecipazione delle donne trans alle gare femminili, confermando una comune tendenza nel mondo sportivo internazionale.

La DFB va controcorrente

In questo scenario si colloca la voce della DFB che sostiene la necessità di una politica di inclusione per le persone “non identificate”. Secondo il Berliner Fußball Verband la partecipazione delle donne transessuali o delle persone non-binary e intersessuali non comprometterebbe l’integrità delle competizioni. La Federcalcio tedesca promuove l’idea che ciascuno sportivo possieda delle qualità fisiche diverse. Ognuno può dunque aiutare la squadra in modi inediti e può portarla al successo grazie alle specificità individuali.

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 Immagine in evidenza: foto di jarmoluk da Pixabay