l'economia nell'ex Germania dell'Est

Cresce l’economia nell’ex Germania dell’Est. I paragoni con il Mezzogiorno italiano erano errati

L’economia nell’ex Germania dell’Est ha cominciato a correre, quella del sud Italia invece è stagnante. Per motivi storici e sociali un confronto tra queste due realtà si è mostrato privo di senso

All’indomani della caduta del Muro di Berlino la Germania si è trovata a dover unificare un Paese con forti disparità sociali ed economiche tra est e ovest. Una situazione che per molti versi ricordava quella italiana, con il nord notoriamente più industrializzato e ricco, e il sud che arrancava. Le similitudini, però, si fermano qua, perché soprattutto negli ultimi anni la Germania ha investito con successo per risollevare l’economia nell’ex Germania dell’Est, mentre in Italia gli investimenti sono stati decisamente inferiori e mal utilizzati.

A dare un’accelerata a quelli che un tempo erano i territori della DDR ha contribuito anche l’attuale crisi globale, con molte industrie che stanno lasciando l’Asia per ricollocarsi a est dell’ex cortina di ferro.

Il motivi della ripresa dell’economia nell’ex Germania dell’Est

Incentivi federali e nuove infrastrutture come i treni ad alta velocità che dal 2017 collegano Sassonia, Turingia e Monaco con Berlino. Energia rinnovabile prodotta localmente e grandi industrie che si sono trasferite. Tesla, ad esempio, ha aperto nel Brandeburgo la prima fabbrica europea di auto elettriche. Questi sono i motivi che hanno finalmente dato un’accelerata all’economia dell’ex Germania dell’Est, dove il reddito pro capite è mediamente inferiore del 22% rispetto alle altre regioni.

La nuova generazione di quarantenni, inoltre, sembra essersi finalmente liberata da una sorta di complesso di inferiorità che ha afflitto quelle precedenti. Consapevoli dei propri diritti e del proprio valore, i lavoratori dei Länder dell’est sono decisi a chiedere di più, per quanto la disparità salariale esista ancora e i sindacati siano pochi. Dal 2020, comunque, il PIL di Berlino è cresciuto in percentuale di più rispetto a quello delle altre città tedesche.

Il rischio adesso è che i progressi fatti fino ad ora vengano vanificati dalla recessione che potrebbe colpire tutto il Paese per diversi motivi: l’onda lunga del lockdown, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica. Problematica anche la cronica mancanza di manodopera che affligge tutta la Germania.

Gli investimenti tedeschi e quelli italiani

Torna ciclicamente il paragone tra l’economia nell’ex Germania dell’Est e quella del sud Italia. Si tratta tuttavia di realtà simili in partenza, ma che hanno avuto esiti molto differenti. Disoccupazione, spopolamento, mancanza di infrastrutture e grossi investimenti accomunano queste due regioni. La questione meridionale d’altra parte ha radici antiche e la politica italiana non sembra mai essere stata seriamente intenzionata a risolvere il problema. Al di là di ogni luogo comune, resta anche una realtà, quella italiana, fatta di sprechi, investimenti errati o insufficienti e malaffare.

La Germania, per quanto non completamente immune né alla corruzione, né all’errore umano, né tanto meno a certe reazioni da parte dei Länder più ricchi, ha speso cinque volte di più per la riqualificazione del blocco est in 30 anni, che la Cassa per il Mezzogiorno in 50. Secondo un report del FMI, inoltre, l’80% delle grandi imprese che hanno beneficiato della Cassa per il Mezzogiorno nei suoi ultimi anni di esistenza risiedevano nel nord Italia.

Il Rapporto Italia di Eurispes, inoltre, evidenzia che la Germania ha investito in totale 2000 miliardi di euro per le regioni dell’est, contro i 342,5 miliardi che l’Italia ha speso per il sud. Nello stesso rapporto, inoltre, si legge che “destinando quasi il 5% del suo Pil alla ricostruzione dell’Est del Paese, la Germania ha ottenuto in pochi anni un sostanziale raddoppio del suo indice di sviluppo totale, passando dall’1,8% al 3,6 di media”.

Un dato fondamentale: la disoccupazione

Un indicatore importante per misurare benessere e progresso è proprio l’occupazione. Un confronto tra Italia e Germania, ad oggi, è impietoso. Volendo inoltre confrontare il Mezzogiorno con l’ex Germania dell’Est, si nota anche che la differenza con il sud Italia era grande già 10 anni fa. Nei Länder dell’est la crisi economica nel 2012 ha fatto salire il tasso di disoccupazione all’11% dopo un periodo più fortunato. Nello stesso periodo le regioni del sud Italia registravano un tasso di disoccupati del 20%, pari in Europa solo a quello di Grecia e Spagna.

In tempi più recenti, nel 2019, nell’ex DDR la disoccupazione era al 6,9%, quasi il doppio del resto della nazione. Nel sud Italia, sempre pre pandemia, i disoccupati erano il 15.8%, il triplo rispetto al nord e il doppio rispetto al centro.

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Immagine di copertina: foto di Serena Naclerio on Unsplash