Berlino ha vietato le manifestazione pro Palestina, almeno in via temporanea
La polizia ha bandito tutte le proteste pro Palestina fino al 2 maggio a Berlino, con una mossa senza precedenti
La polizia tedesca a Berlino ha vietato tutte le manifestazioni pro Palestina fino al 2 maggio. A causa di presunti incidenti antisemiti, a seguito di una protesta anti-israeliana la scorsa settimana, il tribunale amministrativo di Berlino ha approvato il divieto imposto dalla polizia all’inizio della scorsa settimana. Gruppi palestinesi avevano pianificato di tenere una protesta nel quartiere Kreuzberg di Berlino. In particolare, contro le recenti aggressioni israeliane nella Cisgiordania occupata e il complesso della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme Est. Per vietare le proteste dello scorso fine settimana, la polizia ha citato un emendamento all’Assembly Act introdotto durante la pandemia, che consente di vietare le proteste se la polizia afferma che rappresentano un rischio per la sicurezza pubblica. La Germania è uno stretto alleato di Israele ed è rimasta in gran parte in silenzio sull’oppressione e la discriminazione che i palestinesi affrontano da parte delle autorità israeliane nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est.
Le accuse riguardo le proteste della scorsa settimana
La polizia di Berlino ha affermato che alcune delle diverse centinaia di manifestanti del 22 e 23 aprile hanno rilasciato dichiarazioni antisemite. Inoltre, diverse persone sono state arrestate dopo le proteste, in quanto i funzionari hanno accusato i partecipanti di aver lanciato pietre e petardi contro gli agenti di polizia. “Abbiamo dovuto assistere ad atti criminali, slogan antisemiti ed esclamazioni del peggior tipo”, ha affermato la senatrice dell’Interno di Berlino Iris Spranger. “Questo è del tutto inaccettabile”. Nella raffica di notizie e articoli di opinione che sono seguiti a queste proteste, ai lettori è stato riferito di attacchi a giornalisti e polizia. I leader civili palestinesi a Berlino hanno però ripetutamente chiarito che non perdonano gli insulti antisemiti durante le manifestazioni, dicendo che il loro unico obiettivo è quello di evidenziare la repressione in corso da parte di Israele nei territori palestinesi occupati.
Israeli police are ramping up attacks on Palestinian worshippers at Jerusalem’s Al-Aqsa Mosque. https://t.co/QQXXvVdRgv
— Democracy Now! (@democracynow) April 23, 2022
La comunità palestinese a Berlino
Berlino ospita la più grande comunità palestinese al di fuori del Medio Oriente e conta più di 25.000 residenti di origine palestinese. Molti vivono a Kreuzberg e Neukölln, i quartieri in cui si svolgono tipicamente le proteste filo-palestinesi, compresa quella della scorsa settimana. Eppure molti palestinesi in Germania si lamentano di quella che loro definiscono tabuizzazione della loro esperienza, in cui l’identità palestinese non è riconosciuta dalla società. “Il solo fatto di essere palestinesi è sufficiente per essere criminalizzati, soprattutto se si alza una voce politica”, ha affermato Aicha Jamal, portavoce dell’organizzazione attivista Migrantifa, che manifesta per i diritti sociali e contro il razzismo.
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Immagine di copertina: Jiel, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons