Come i ristoranti russi di Berlino stanno reagendo alla guerra

Pasternak: il ristorante russo-ebraico di Berlino colpito dai pregiudizi. Lo staff si dichiara contro la guerra e ogni tipo di violenza

A tutti i berlinesi è ormai noto il ristorante del quartiere di Prenzlauer Berg, il Pasternak, il quale dal 2008 delizia i suoi visitatori con specialità russo-ebraiche e i suoi famosi brunch. Nelle ultime settimane, tuttavia, questo ha accusato un brutto colpo, perché è stato preso di mira dai manifestanti contro la guerra russa-ucraina. Come si legge sul sito di Al Jazeera, infatti,  il ristorante ha ricevuto moltissime cancellazioni e recensioni negative, colpevole solo del fatto di servire cibo russo. La maggior parte di queste non menzionavano neppure la qualità del cibo ma si limitavano a lasciare un messaggio contro la guerra. Moltissimi utenti non risultavano neppure essere mai stati clienti del locale. Il proprietario, Ilja Kaplan, è russo ma lavora a Berlino da trent’anni ed è riuscito ad aprire diversi locali nella città. In questi non solo offre cibo russo, ma anche piatti tipici dei luoghi in cui il russo viene parlato, fra cui, appunto, l’Ucraina. Egli si sente amareggiato, perché per lui non c’è una vera e propria differenza fra le due nazioni in quanto entrambe hanno una storia e una cultura in comune. “È come se due fratelli litigassero”, commenta una delle cameriere, Marina Bernz.

Una luce in fondo al tunnel?

Nonostante ciò sembra che ora il ristorante stia ricominciando a ricevere clienti anche se il proprietario pensa che ciò sia solo dovuto all’arrivo del bel tempo e all’allentamento delle restrizioni Covid. Durante il giorno, infatti, non si nota così tanto l’insegna russa fuori dal ristorante. La sera, invece, è comunque meno frequentato rispetto a prima. Questo dovrebbe sorprendere se si pensa al fatto che lo staff conta 150 membri, di cui il 70% proviene dall’Ucraina. Il ristorante ha anche dovuto affrontare serie difficoltà da quando il conflitto è scoppiato: uno dei cuochi era tornato a casa in Ucraina e non è potuto tornare al lavoro perché è stato chiamato a combattere. Il ristorante ha reso ben chiara la sua posizione sulla guerra: trovano l’aggressione inaccettabile e si oppongono alla violenza. Secondo loro, nessuna nazione deve essere ritenuta responsabile per le azioni dei propri politici. Infine, nelle ultime settimane,  il ristorante è diventato un punto di raccolta per beni, viveri e medicine per aiutare i rifugiati ucraini. 

Altri casi internazionali: le ripercussioni della “cancel culture”

Quello di Pasternak non è un caso isolato, purtroppo. La “cancel culture”, ovvero quell’attuale tendenza a esiliare, nascondere o condannare chiunque rappresenti una possibile opposizione all’opinione comune, colpisce in svariate occasioni. Anche altri locali che servono piatti russi o hanno un nome russo, infatti,  hanno iniziato a ricevere recensioni negative. Secondo Kaplan, molti russi sono contro la guerra ma hanno paura delle ripercussioni una volta esposti. Anche in Italia è accaduto un fatto simile. Come riportato dal sito di Fanpage.it, un locale a Roma è stato costretto a cambiare nome a causa delle minacce ricevute. Molti dei recensori sembrano aver interpretato male l’appello lanciato da Anonymus un mese fa: l’organizzazione aveva invitato le persone a lasciare commenti sotto ai luoghi d’interesse russi in modo da raccontare la verità sulla guerra in Ucraina.

 

Leggi anche: La Germania ha già accolto 267mila rifugiati ucraini e Il Pasternak, il ristorante russo-ebraico di Berlino

 

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Immagine di copertina: Pasternak, screenshot da Youtube