La Germania farà votare i 16enni alle elezioni Europee. “Il futuro è loro”

Il parlamento tedesco ha approvato l’estensione al diritto di voto ai maggiori di 16 anni, ma non tutti gli Stati federali sono d’accordo

Le decisioni politiche sono sempre il prodotto di un tira e molla tra progressisti e conservatori. Gli uni si fanno portavoce dei tempi e delle loro esigenze, gli altri cercano di inscrivere le nuove istanze nel quadro della tradizione, giudicando e mediando cosa possa essere accettato e cosa no. Il procedimento, seppur lungo alle volte, finisce molto spesso per introdurre quei temi che da richieste diventano poi impellenze per la comunità.

Nel solco di questo ragionamento il tema dell’allargamento del voto ai più giovani, da sempre presente nel dibattito pubblico, torna ciclicamente e mostra con chiarezza il meccanismo soggiacente appena spiegato. La coalizione semaforo, che ricordiamo essere composta dal Partito socialdemocratico (SPD), Verdi e Partito Liberale Democratico (FDP), ha infatti avanzato concretamente la proposta, poi attualizzata, di concedere il voto alla nuova generazione; non senza essere ostacolati dai partiti conservatori che più hanno da temere dall’allargamento del voto ai minori, perché spesso rivolti ad un elettorato di età più adulta.

Attualmente i giovani, che già potevano votare nelle elezioni dei Parlamenti di alcuni Länder, specialmente quelli in cui i partiti della coalizione semaforo non hanno la maggioranza, avranno modo di partecipare alle elezioni Europee del 2024. La riduzione darà il diritto di voto a circa 1,4 milioni di giovani, aumentando di quasi il 2,3% il numero degli aventi diritto.

Un po’ di dati

La Germania entra a far parte di un gruppo sempre più ampio di nazioni che riconsiderano l’età del diritto di voto. In Austria i 16enni possono votare in tutte le elezioni dal 2007, mentre l’età per l’eleggibilità è rimasta fissa ai 18. Anche Malta, nel 2018, ha aperto i seggi ai minori. In Grecia, dal 2016 possono votare i diciassettenni, in Ucraina i maggiori di sedici anni se sposati. In Scozia e Norvegia, invece, le votazioni ai 16enni sono state aperte solo in alcune occasioni.

Nel mondo, l’abbassamento dell’età di voto ai 16 anni è avvenuto in Argentina, Brasile, Nicaragua, Cuba, Ecuador. In Indonesia e Timor Est si vota invece dai 17 anni in su. Altri paesi, purtroppo, non brillano in ambito di diritti, come nel caso di Corea del Nord, Sudan ed Etiopia.

Perché è importante

Concedere il voto ai maggiori di sedici anni è una mossa necessaria nell’ottica di dare maggiore peso politico ad argomenti che li interessano particolarmente. È chiaro che siano dotati di maggiore sensibilità rispetto a determinate tematiche – sono anche quelli più interessati dalla questione –  come ad esempio la lotta al cambiamento climatico e diritti di genere. Li abbiamo visti nelle maggiori piazze d’Europa prendere parte a proteste come i Friday For Future lanciati dalla giovanissima Greta Thunberg.

Dando loro la possibilità di eleggere, la politica si troverebbe costretta a rimodulare le proprie narrazioni per interessare il nuovo elettorato. Dovrebbe quindi inserire nei suoi discorsi promesse che possano interessare i più giovani, che molto spesso vengono strumentalizzati per consensi come destinatari di alcuni generalissimi propositi politici, che potremmo sintetizzare con il comunissimo “spazio ai giovani”.

Chi si lamenta

Il voto ai maggiori di 16 anni è uno di quei temi che spacca in due l’opinione pubblica: i contrari ricorrono ad argomentazioni che vedono i più giovani come facilmente influenzabili e superficiali nelle loro analisi, con il rischio di rafforzare il voto dei propri genitori, che potrebbero imporre il loro pensiero politico; praticamente ciò che veniva detto quando si discuteva della possibilità di concedere il voto alle donne, con la sola differenza la figura di colui che influenza era quella del marito. Ad opporsi sono i partiti di centro e destra come AfD, ancora ambigua la posizione di CDU; la paura è quella di rafforzare la coalizione semaforo, promotrice del cambiamento e in particolare i Verdi.

I favorevoli sostengono invece che il voto sia già riconosciuto a categorie effettivamente facilmente influenzabili: gli anziani possono infatti votare anche senza una verifica delle loro capacità cognitive. Un’altra argomentazione è quella che è stata un po’ spolpata in questo articolo, che vede la possibilità di maggiore interesse circa tematiche al momento un po’ ai margini del discorso pubblico. Infine si crede anche la possibilità di dare il voto ai maggiori di 16 anni sia un modo per incentivare l’interesse politico ad un’età minore.

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Foto di Copertina via PixaBay