Terrorismo ed eroi, perché dal 1987 c’è un Boeing 707 parcheggiato nell’ex aeroporto di Tegel a Berlino
L’incredibile storia dell’ ultimo aereo dell’aeroporto di Tegel, sopravvissuto ad un dirottamento e simbolo del passato diviso di Berlino
Se c’è una cosa sicura a Berlino, è che esiste una storia per tutto. Quando qualcosa sembra fuori dall’ordinario, probabilmente lo è. Così è anche la storia del vecchio Boeing 707, in cui è possibile imbattersi passeggiando nell’angolo sud-ovest di Tegel, l’ex-aeroporto di Berlino chiuso di recente. Realizzato nel 1961 per la compagnia aerea nazionale israeliana El Al, agli inizi degli anni ’70 il veicolo fu coinvolto in un famoso incidente di dirottamento internazionale, ad opera del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Il Boeing 707 di quel fatidico volo, oggi, è chiaramente visibile nel lato della recinzione rivestita di filo spinato che separa la fine dell’aeroporto da un sentiero ai margini della foresta di Jungfernheide. La livrea, risalente alla metà del secolo, segna l’aereo come Lufthansa 707, e non come El Al. Nascosto dietro una macchia di bosco e parcheggiato lontano dalla pista, il fatiscente aereo sembra dimenticato da tempo. Nonostante rappresenti uno dei simboli del passato diviso di Berlino, i suoi giorni sono contati.
La storia del dirottamento
Il 6 settembre 1970, quattro voli diretti dall’Europa a New York furono dirottati, in un’azione coordinata, da membri del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (PLFP). Due di questi finirono per atterrare in Giordania, su una pista nel deserto chiamata Dawson’s Field. Un altro fu dirottato al Cairo, dove seguirono intense trattative sugli ostaggi. Il quarto aereo ad essere oggetto di dirottamento fu proprio il 707 di Tegel, che all’epoca stava viaggiando come volo El Al 219 da Amsterdam. Responsabili dell’operazione furono due terroristi: un rivoluzionario sudamericano di nome Patrick Argüello e una donna di nome Leila Khaled. I due, armati di pistole e granate, fecero la loro mossa, chiedendo l’accesso alla cabina di pilotaggio.
L’attacco sventato
Il pilota del veicolo, Uri Bar-Lev, resosi conto di quanto stava succedendo, riuscì a mandare in picchiata l’aereo 20 minuti dopo il decollo da Amsterdam. Durante l’attacco, Argüello venne colpito letalmente da un maresciallo aereo, mentre Khaled fu sopraffatta dai passeggeri che le impedirono di far esplodere le granate. Una volta sventata l’operazione terroristica, il pilota riuscì ad atterrare su Londra Heathrow, dove Leila Khaled venne consegnata alle autorità. A quel tempo, i dirottamenti erano molto più comuni di quanto non siano adesso: tra il 1968 e il 1972, ci sono stati 326 tentativi di dirottamento in tutto il mondo.
L’aereo torna alla normale operatività
Dopo il dirottamento il Tegel 707 tornò in servizio, prima per El Al, poi per un’altra compagnia aerea israeliana chiamata Arkia di cui farà parte fino a luglio 1986. Nel settembre dello stesso anno, l’industria aeronautica statunitense Boeing decise di acquistare l’El Al 707-458 e di regalarlo alla Lufthansa, affinché la compagnia aerea tedesca potesse usarlo per onorare le sue origini berlinesi. Il 707 fu quindi trasportato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove fu riverniciato con i colori della livrea anni ’60 della Lufthansa. Da qui l’aereo fu trasportato a Francoforte, da dove avrebbe dovuto compiere un altro viaggio verso Berlino.
Il blocco del traffico aereo durante la Guerra Fredda
Nel 1986 la Germania era ancora un paese diviso e alle compagnie aeree tedesche (e ai piloti) era vietato volare su Berlino Ovest. L’accordo sullo spazio aereo alleato si applicava persino all’elicottero di salvataggio di Berlino Ovest, che era pilotato solo da aviatori americani. Per tale ragione, quando nel 1987 i piloti americani trasportarono il veicolo, dovettero coprire la nuova verniciatura con adesivi bianchi e fingere che l’aereo fosse registrato in America. Fu così che il 707 riuscì a passare in bella vista, anche durante la Guerra Fredda. Ma la vera sorpresa arrivò il giorno dopo l’atterraggio: durante la notte, gli adesivi furono tolti e così i passeggeri del Tegel rimasero sbalorditi nel vedere un Lufthansa 707 seduto sull’asfalto. L’evento fu accolto con grande clamore e per anni il Boeing 707 rimase orgogliosamente esposto come guardia al cancello. Il veicolo rappresentava infatti un simbolo del trionfo sul blocco del traffico aereo tedesco su Berlino.
Dopo la caduta del muro
A seguito della riunificazione, l’aereo, come gran parte delle infrastrutture della città, subì rapidi cambiamenti. Dopo aver scambiato gli interni di El Al con quelli della Lufthansa, la compagnia tedesca decise di regalare il velivolo alla città di Berlino, più precisamente al Deutsches Technikmuseum. Da allora l’aereo è rimasto a terra. Spostato alla fine degli anni ’90 nella sua posizione attuale, sotto un gruppo di pini e lontano dalla vista degli edifici dell’aeroporto, nel corso degli anni il 707 di Tegel è stato usato occasionalmente come luogo di addestramento per i vigili del fuoco e delle forze di polizia speciali. “Era un regalo che non volevamo ricevere, ma alla fine abbiamo dovuto prenderlo”, ha raccontato Heiko Triesch, curatore aerospaziale del Deutsches Technikmuseum. Da quando non è più idoneo al volo e ha perso il prestigio del suo ex parcheggio di fronte a Tegel, il 707 è diventato una seccatura che nessuno è propenso ad affrontare. Triesch ha stimato che il costo per smontarlo e trasportarlo nel deposito del museo di Tempelhof, si aggira intorno a circa 100.000€. Un eventuale progetto di restauro costerebbe invece milioni di euro.
Molti piani falliti
Sebbene ad oggi l’esterno del 707 attiri ancora curiosi osservatori, tanto per le sue condizioni abbandonate, quanto per il lavoro di verniciatura dal sapore retrò, il veicolo continua a marcire nel suo attuale nascondiglio. Nel corso degli anni sono state avanzate diverse proposte volte a preservarne il valore storico. L’aeroporto di Monaco era attivamente interessato a prendere in consegna l’aereo (trasporto e costi inclusi) e a esporlo pubblicamente insieme ad altri aerei. Si dice, inoltre, che un uomo d’affari di Colonia fosse interessato ad acquistare il Boeing e trasformarlo in un ristorante, e che la Lufthansa fosse persino disposta a sovvenzionare la mossa per l’uomo d’affari. Tuttavia, nessuno di questi piani è andato in porto. Le foto degli interni, apparse su Internet negli ultimi 2-3 anni, mostrano uno stato deteriorato del veicolo. Motivo principale è che la porta della cabina, una volta era chiusa a chiave, è stata lasciata aperta alle intemperie.
La fine del Boeing 707
Purtroppo, come spesso accade, questa storia non ha un lieto fine. Da quando l’aeroporto di Tegel ha ufficialmente chiuso, il destino del Boeing abbandonato è segnato. Nel corso degli anni, ci sono state innumerevoli richieste nei forum tedeschi per salvare il Boeing di Berlino e per richiedere la possibilità di visitare legalmente l’aereo dimenticato. Tutti i tentativi sono stati vani. Né Lufthansa, proprietaria originale dell’aereo, né il Deutsches Technikmuseum, cui era stato regalato, hanno preso in carico il velivolo. La prima perché rimuoverlo e smontarlo costerebbe una fortuna, il secondo per le cattive condizioni del veicolo e per i costi di restauro troppo alti. Secondo le ultime indiscrezioni sembra che, entro il prossimo anno, Lufthansa sosterrà i costi di smantellamento dell’aereo abbandonato. Molto probabilmente, il Technikmuseum raccoglierà alcuni cimeli storici e il resto finirà in una discarica o sarà acquistato da cacciatori di tesori, appassionati di compagnie aeree e produttori di mobili.
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In copertina: Tegels Abandoned Boeing 707 © digitalcosmonaut via Flickr, CC2.0