Le donne di Angela Merkel, le preziose collaboratrici che l’hanno accompagnata in tutta la sua carriera
Dietro una grande donna, tre grandi donne. Durante la sua lunga carriera politica Angela Merkel ha potuto contare sul supporto di tre preziose collaboratrici: Beate Baumann, Eva Christiansen e Annegret Kramp-Karrenbauer
Il cancellierato di Angela Merkel è terminato dopo quattro mandati e la durata di sedici anni. La Cancelliera aveva già annunciato nel 2018 che non si sarebbe ricandidata alle elezioni federali del 2021. Molto si è scritto e detto su ciò che è ormai la fine di un’epoca; ciò che invece conoscono in pochi è la storia di Beate Baumann, Eva Christiansen e di Annegret Kramp-Karrenbauer. Tre donne molto vicine all’ormai ex Cancelliera, senza le quali si può dire che Merkel non sarebbe quella che è e che è stata. Beate Baumann è stata la principale consigliera di Angela Merkel, dal 1998 fino a oggi. È stata variamente definita dalla stampa: la sua «ombra», «la seconda donna più potente della Germania», «la diffidenza di Merkel». Eve Christiansen è invece la sua portavoce e autrice dei discorsi, e ha fatto carriera nel dipartimento per il digitale: Merkel ha creato un posto al ministero appositamente per lei. Infine Annegret Kramp-Karrenbauer, ex presidente della CDU e per un periodo considerata erede di Angela Merkel e futura cancelliera, ma che ha perso la possibilità di essere eletta dopo una serie di uscite politiche fallimentari.
Beate Baumann e Angela Merkel: due carriere parallele
Baumann è considerata «la mano destra di Merkel, e anche la sinistra»: una confidente, ma anche la sua più importante stratega politica e spin doctor. Baumann e Merkel si sono conosciute nel 1992. Merkel si trovava all’ospedale Charité di Berlino con una gamba rotta, e aveva bisogno di una collaboratrice. Chiese dunque consiglio a Christian Wulff, uno dei suoi amici più fidati, che le fece il nome di Beate Baumann. La ragazza all’epoca aveva 29 anni e stava terminando gli studi per diventare insegnante di tedesco e inglese, ma era anche politicamente attiva nei Giovani della Cdu, in Bassa Sassonia. Focus.de, in un ritratto su di lei, riporta come al primo incontro si siano parlate per due ore. Al termine Baumann era stata assunta e da allora ha continuato a lavorare al fianco di Merkel, man mano che quest’ultima diventava sempre più potente: dal Ministero delle Donne e della Gioventù all’Ambiente, alla Segreteria Generale e infine al cancellierato. Il giornale Tages-Anzeiger ha definito Baumann «una donna che in realtà non esiste», per la sua ritrosia a rilasciare interviste e a mostrarsi in pubblico. Le poche foto che si hanno di lei sono sfuggenti: la mostrano perlopiù vicino o dietro Merkel. Le due sono affini anche nello stile: entrambe portano capelli corti e tailleur poco appariscenti.
Beate Baumann: un basso profilo
Il ruolo di Baumann va però anche oltre gli incarichi ufficiali: pare sia una delle pochissime persone – assieme al marito della ex-Cancelliera, Joachim Sauer – che può permettersi di criticare Merkel. È ormai passato alla storia l’aneddoto per cui Baumann avrebbe aspramente criticato Merkel quando era ancora Ministra dell’Ambiente. Durante i difficili negoziati delle Nazioni Unite sul clima, nel cuore della notte, sarebbe scoppiata in lacrime. Baumann le avrebbe risposto bruscamente: “Ora rimettiti in sesto!”. Intervistati da Focus, i testimoni anonimi hanno descritto Baumann come una persona acuta, e «sempre risoluta», Süddeutsche Zeitung ha scritto che ha «un’ascesi quasi disumana per quanto riguarda il proprio bisogno di essere riconosciuta, un abbandono della propria vita che rasenta la servitù, ma che viene ricompensato dalla conoscenza silenziosa della partecipazione al potere e del diritto quasi esclusivo di contraddire in qualsiasi momento senza conseguenze dannose». Il loro rapporto sembra essersi intensificato soprattutto dopo lo scandalo delle donazioni illegali alla CDU che coinvolse Helmut Kohl, uno dei membri più in vista del partito. Passata la tempesta, Merkel venne eletta Segretaria della CDU. «Fa da sismografo» ha detto il giornale Tages-Anzeiger qualche anno fa: avverte ogni scossa nei consensi di Merkel e CDU e dà consigli alla Cancelliera di conseguenza. «Merkel non segue sempre i suoi consigli, ma li ascolta sempre».
Eve Christiansen
Nel 1998, quando Merkel è diventata Segretaria della CDU, a Baumann si è aggiunta un’altra figura fondamentale: Eva Christiansen. Christiansen ha studiato economia e nel 1997, qualche anno dopo aver finito gli studi, venne assunta dalla CDU per lavorare nell’ufficio stampa del partito a Bonn. Poco dopo la vittoria della CDU, Christiansen si è allontanata dal lavoro per maternità. Dopo la nascita della figlia, ha coperto l’incarico di consulente per i media per Merkel. Da marzo 2010 è stata a capo del dipartimento della “Pianificazione politica, questioni politiche, compiti speciali” e del dipartimento di “Media advice” nella Cancelleria federale. «Ottiene ciò che Merkel distribuisce in maniera molto parsimoniosa – la fiducia», ha scritto Welt. descrivendola. Christiansen dispensa consigli a Merkel su come rispondere alle domande, e aiuta i giornalisti a interpretare le risposte. Se Merkel ha qualcosa di cui lamentarsi, la portavoce chiama l’autore dell’articolo per discutere dei passaggi specifici, così da evitare errori simili in futuro. Secondo quanto sostiene Manager-magazin, Christiansen darebbe consigli a Merkel anche sull’abbigliamento. Nella scena politica berlinese è una specie di fantasma, un’eminenza grigia che cerca in tutti i modi di trasmettere l’immagine di Merkel che la Cancelliera, Baumann e lei hanno concordato. Nel 2017, Christiansen ha attirato delle critiche. Secondo una ricerca del Welt am Sonntag avrebbe lavorato alla sede centrale del partito, oltre che in Cancelleria, come “minijobber” in cambio di 450 euro al mese. Il lavoro, tecnicamente in contrasto con l’altro, era comunque stato approvato dalla Cancelleria. Dal 2020 è membro del consiglio di sorveglianza di DigitalService4Germany, l’agenzia digitale del Governo federale. Quando si è aggiunta Christiansen, la stampa ha iniziato a parlare di «un cerchio magico di sole donne», di un «Girls camp», in riferimento a una popolare serie TV tedesca. «Trovo quest’espressione perfida e divertente allo stesso tempo» ha commentato Angela Merkel.
Annegret Kramp-Karrenbauer
Kramp-Karrenbauer è stata Presidente dello Stato del Saarland per sette anni e ha poi ricoperto il ruolo di segretaria generale della CDU. Kramp-Karrenbauer ha dei valori politici simili a quelli di Angela Merkel – dunque affini all’area più progressista del partito – motivo per cui è stata definita la “piccola Merkel”. Al che lei ha replicato: «Ho 56 anni, ho tre figli adulti, negli anni mi sono costruita una carriera. Non c’è niente di piccolo in me». Kramp-Karrenbauer ha cominciato la sua carriera politica a vent’anni, iscrivendosi alla CDU. Fu poi eletta consigliera comunale a Püttlingen, un paese di 20mila abitanti dove ha vissuto per gran parte della sua vita. Ha poi ricoperto l’incarico di presidentessa del Saarland, uno dei 16 Länder tedeschi. È nota per essere contraria ai matrimoni omosessuali e vicina ai diritti dei lavoratori – un tema molto sentito nel Saarland. È diventata presidente del partito nel dicembre 2018 e, dopo l’annuncio con cui Merkel ha dichiarato che non si sarebbe candidata, sembrava la favorita alla Cancelleria alle elezioni di settembre 2021. Merkel l’aveva designata «un po’ controvoglia, per sottrarsi alle eterne accuse di distruggere ogni aspirante alla sua successione», dice Tonia Mastrobuoni ne «L’inattesa», la biografia politica di Merkel. Karrenbauer vinse le elezioni, sconfiggendo di poco l’altro candidato, Friedrich Merz, e divenne capo del partito. A quel punto Merz le propose di attuare un “putsch” contro Merkel, forti dei loro consensi nella CDU. Lei però rifiutò, rimanendo fedele alla Cancelliera. Le due però hanno opinioni diverse per quanto riguarda il clima: Merkel ha sempre appoggiato i Verdi, reduce del suo passato da Ministra dell’ambiente; Kramp-Karrenbauer li ha invece attaccati più volte. Nei mesi successivi, il rapporto tra le due si è freddato sempre di più.
Alle europee del 2019, la CDU prese pochissimi voti, superata dai Verdi. Successivamente un altro scandalo – di cui Kramp-Karrenbauer è direttamente responsabile – travolse il partito: in Turingia la CDU aveva votato un esponente del partito liberale sostenuto anche da AfD, l’estrema destra tedesca. È stata, di fatto, la rottura di un tabù: l’Alternative für Deutschland era stata fino ad allora estromessa da ogni gioco politico. In occasione di questi fatti, Merkel ha dichiarato: «L’elezione di questo governatore è stata un procedimento insolito che ha rotto con una convinzione di fondo mia e della Cdu e cioè che non si possano raggiungere maggioranze con il sostegno dell’AfD […] Siccome l’esito di questo voto era prevedibile, al terzo tentativo, va detto che si tratta di un procedimento imperdonabile che deve essere annullato». Secondo il commentatore dello «Stern» Hans-Ulrich Jörges, durante una cena riservata tra le due, la Cancelliera avrebbe detto a Karrenbauer: «Ho sentito che mi vuoi far cadere. Provaci». A Kramp-Karrenbauer sarebbe mancata la volontà di collocarsi attivamente in maniera più o meno vicina all’ala conservatrice della CDU: Il 10 febbraio 2020, quando la pandemia da Coronavirus stava per abbattersi sull’Europa, ha annunciato le dimissioni. Inevitabilmente, Angela Merkel è finita nel mirino delle polemiche, perché secondo Bloomberg avrebbe rivelato di non averla mai considerarla all’altezza del ruolo. Merkel ha smentito le accuse, cassandole come “nonsense”.
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