Lavoro minorile, la Germania parla di legge per controllare il modello produttivo dei grandi marchi

Durante la pandemia il lavoro minorile è aumentato esponenzialmente. Si rende sempre più necessaria una legge che lo condanni

Se prima era un problema comune, adesso lo è ancora di più. Il lavoro minorile è aumentato a causa del crollo dei redditi di molte famiglie in conseguenza del COVID-19. Le disparità economiche si fanno sentire maggiormente, e mentre da qualche parte del mondo un ragazzino- o peggio, un bambino- è in grado di andare a scuola e condurre una vita in linea con la sua età, un altro è costretto a lavorare da qualche parte per permettersi i beni di prima necessità. In particolare, un rapporto di Human Rights Watch dimostra ciò che sta accadendo in Uganda, Ghana e Nepal. Molti bambini svolgono lavori pericolosi e sfruttati, soffrono di problemi di salute e abbandonano la scuola a causa della crescente povertà. In Germania esistono diverse aziende di approvvigionamento che si avvalgono del lavoro di bambini. Cercano minerali, cuciono vestiti e coltivano tabacco, materiali che poi arrivano direttamente in Germania. E chi controlla queste violazioni?

La proposta di legge del governo federale

Il governo federale ha proposto una legge- la Supply Chain Act- volta a introdurre standard minimi sui diritti umani per le catene di approvvigionamento delle grandi aziende. Questo frenerebbe maggiormente il lavoro minorile, e renderebbe più semplice il controllo di queste catene globali. La legge sarebbe già dovuta essere approvata nel Bundestag. Il problema, è che ora si discute sull’eventuale responsabilità civile da attribuire alle aziende. Secondo il politico della CSU Stephan Stracke, i gruppi parlamentari hanno deciso di escludere chiaramente per legge ulteriori rischi di responsabilità civile per le aziende. “Non dobbiamo costruire la nostra prosperità nell’economia globale sul lavoro minorile e sullo sfruttamento“, ha affermato il ministro del Lavoro Heil dopo l’accordo.

I limiti della legge Supply Chain Act

Il  disegno di legge proposto dal governo tedesco presenta alcuni punti di forza – ad esempio, l’obbligo di segnalazione e una supervisione regolamentare abbastanza forte – ma presenta anche delle carenze. Le aziende sono obbligate a condurre una due diligence sistematica e continua sui diritti umani sui loro fornitori diretti, non sui fornitori indiretti. Questi, che sono a valle della catena, in genere commettono le violazioni più gravi in fatto di lavoro minorile. Il progetto di legge prevede, inoltre, che le aziende debbano condurre una due diligence sui diritti umani “relativa agli incidenti” solo quando hanno “conoscenza comprovata” di potenziali abusi da parte di fornitori più a valle della catena di approvvigionamento. Un altro problema è che si applicherà anche solo alle grandi aziende con più di 1000 dipendenti, dunque le altre rimarrebbero all’oscuro. Ci sono ancora molti passi da fare, dunque, per arginare il triste fenomeno del lavoro minorile.

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Immagine di copertina: Lavoro minorile ©FaiQe Sumer da Wikimedia CC4.0