La Germania multerà le aziende che non rispettano i diritti umani o l’ambiente nelle loro sedi estere

La Germania introduce la Lieferkettengesetz, legge per la tutela dell’ambiente e dei diritti umani anche all’estero

La Germania è pronta ad introdurre la Lieferkettengesetz, legge che obbliga le imprese tedesche a prendersi le proprie responsabilità in materia di diritti umani ed ambientali. Troppo spesso aziende prive di etica costringono operai sottopagati a lavorare in condizioni di lavoro estreme o ad alto rischio, danneggiando l’ambiente solo per ricavare maggiori profitti. Una situazione alla quale la Germania vuole mettere un punto. Con la Lieferkettengesetz, la Germania introdurrà multe salate a partire da 100 mila euro per le aziende con più di 3000 impiegati. Multe che potranno arrivare a rappresentare il 2% del totale dei ricavi annuali se questi superano i 400 milioni di euro.

La nascita della Lieferkettengesetz

Un incendio in una fabbrica tessile in Pakistan; il collasso di una diga in Brazile che ha provocato 272 morti; l’uccisione di  34 lavoratori in sciopero in Sud Africa; tremende catastrofi che hanno un unico punto in comune: sono tutte collegate ad aziende tedesche. Queste sono state le motivazioni che hanno dato vita alla Lieferkettengesetz. La proposta di legge nasce da un’iniziativa avviata da diverse organizzazioni con lo scopo di salvaguardare i diritti umani e l’ambiente anche all’estero. La petizione, conclusa a Luglio 2020 con 222.222 firme, è stata poi presentata dal gruppo alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, che si è successivamente pronunciata favorevole alla causa.

Gli obiettivi

La legge prenderà di mira le imprese con più di 3000 lavoratori che violano i diritti umani ed ambientali, sottoponendole a multe che variano da centinaia di migliaia a milioni di euro. Tramite questa le aziende potranno anche essere escluse dalle procedure di appalto pubblico. La norma, che verrà inizialmente applicata alle imprese con più di 3000 impiegati, sarà poi allargata, entro il 2024, alle aziende con 1000 dipendenti. “Questa legge protegge i lavoratori dallo sfruttamento da parte delle ampie catene di distribuzione, salvaguardando i diritti umani in tutto il mondo” ha dichiarato Olaf Scholz, ministro della finanza, alla stampa. In seguito ha poi aggiunto: “in futuro, il Made in Germany sarà sinonimo di diritti umani”. Numerose le aziende che appoggiano questa iniziativa, sono infatti più di 60 tra le quali spiccano nomi come Tchibo, Rewe, Nestlé, Alfred Ritter. La proposta ha anche ricevuto numerose critiche, specialmente a causa della complicata situazione economica dovuta alla pandemia.

rispetto dell'ambiente, Foto di Min An da Pexels, https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-in-possesso-di-grani-verdi-1230157/, https://www.pexels.com/it-it/@minan1398?utm_content=attributionCopyText&utm_medium=referral&utm_source=pexels, CC0

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La responsabilità torna alle aziende produttrici

Le aziende negli anni hanno sempre scaricato la responsabilità per le loro azioni oltraggiose sul consumatore finale. Grazie a questa legge, le società inizieranno finalmente a farsi carico delle proprie azioni, dall’acquisto dei beni primari fino alla consegna del prodotto finale. Le imprese saranno obbligate a controllare il corretto adempimento degli standard sui diritti umani e sull’ambiente. L’obbligo non riguarderà solo la propria azienda ma ingloberà anche il controllo dei subappaltatori, dei fornitori di materie prime e di tutti i soggetti coinvolti nella produzione dei prodotti venduti dall’impresa. “Se fai profitti a livello globale, devi anche prenderti la responsabilità per i diritti umani globali” ha argomentato Humbertus Heil, ministro del lavoro tedesco. Questa legge darà alla manodopera “in Bangladesh o in Congo la possibilità di difendere i propri diritti”. Una legge che proietterà la Germania verso un futuro più equo e solidale, dove tutti godono di pari diritti di retribuzione e di condizioni di vita salutari, contribuendo così alla realizzazione di un’utopia che diviene sempre più tangibile.

 

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