In Germania crolla la produzione di carne. Sale quella delle alternative vegetariane e vegane

Grazie all’aumento della domanda di prodotti vegani e vegetariani, la Germania ha prodotto meno carne e più alternative a base vegetale nel 2020

Poco più di un mese fa, avevamo raccontato come Berlino si sia piazzata al secondo posto nella classifica delle città più veggie-friendly al mondo. Ora bisogna riconoscere come la scelta di non mangiare carne sia ampiamente diffusa anche oltre i confini della capitale. Difatti lo scorso venerdì il Destatis, l’Ufficio Federale di Statistica del Paese, ha comunicato che il numero di carne prodotta in  tutta la Germania è diminuito nel 2020.  Nel frattempo, la produzione di prodotti sostitutivi vegetariani e vegani nel Paese è in aumento. Secondo le stime, lo scorso anno il valore totale dei prodotti a base di carne in Germania è stato di 38,6 miliardi di euro. Circa il  4% in meno rispetto al 2019, in cui la spesa ammontava a circa 40,1 miliardi di euro. Sul fronte opposto, l’industria tedesca dei sostituti della carne ha visto un boom. Nel 2020 le aziende hanno infatti prodotto quasi il 39% in più di alternative vegetali alla carne rispetto all’anno precedente, passando da una produzione di poco meno di 60.400 tonnellate ad una di 83.700 tonnellate.

Foto di Pexels da Pixabay

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Gli onnivori sono una minoranza in Germania

Sebbene la Germania sia la patria dello stinco di maiale, delle cotolette e delle infinite varietà di salsiccia, il numero dei tedeschi onnivori è sempre più in calo. A dirlo è il Guardian, che ha riportato un sondaggio pubblicato sulla rivista scientifica Foods, secondo il quale più del 40% dei tedeschi ha scelto di ridurre il consumo di carne. Circa il 42% degli intervistati ha affermato di attenersi ad una dieta vegetariana, vegana, pescetariana o flexitariana, ovvero prevalentemente vegetale, con un consumo occasionale di carne. La Francia, l’altra grande nazione presente nello studio, conta un più alto numero di onnivori. Circa il  68,5% degli intervistati francesi ha infatti affermato di mangiare carne senza restrizioni. In entrambi i paesi, la scelta di frenare il consumo di carne deriva soprattutto dalle preoccupazioni per il benessere degli animali e per l’ambiente. Secondo Christopher Bryant, uno psicologo dell’Università di Bath che ha contribuito allo studio, le implicazioni sociali che spiegherebbero dei numeri così alti in Germania sono molto profonde. «L’idea che essere un carnivoro sia ‘normale’ fa parte del ragionamento morale laico per continuare a mangiare carne. Ma quando questa visione diventa  minoritaria e le alternative alle carne diventano più economiche e gustose, è probabile che la tendenza si inverta», ha affermato lo psicologo a riguardo.

 

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Anche i fast food diventano veggie-friendly

Con l’aumento della richiesta di prodotti vegetali da parte dei consumatori, cresce anche il numero di ristoranti e fast food che offrono proposte veggie-friendly. Lo sa bene Christian Kuper, fondatore di Vincent Vegan, un fast food che propone una selezione di burger, kebab e currywurst interamente vegetali. Intuendo che la domanda di alternative vegetali sarebbe aumentata, Kuper ha messo su la sua attività nel 2014, ad Amburgo. Partito da un camioncino, con cui girava per i festival del Paese, l’astuto imprenditore ha da poco aperto la sua quarta attività in Germania. Le stesse grandi catene internazionali hanno aggiunto opzioni vegane ai loro menu. Burger King è stato il primo grande fast-food ad introdurre un burger interamente vegetale, che non a caso ha scelto di chiamare “Impossible Whopper”. Dal Gennaio di quest’anno, anche McDonald’s ha lanciato un prodotto alternativo a base di carne, al momento disponibile solo in Danimarca e Svezia. Come si chiama? McPlant, ovviamente!

 

In copertina: Foto di Gerhard G. da Pixabay

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