Hermann Ramcke, il decorato generale tedesco che rimase fedele al nazismo fino alla morte nel 1968
Hermann Ramcke, il fanatico nazista con una carriera militare inusuale: dalla marina militare all’aviazione, passando per l’esercito.
Hermann-Bernhard Gerhard Ramcke fu un generale tedesco, feroce sostenitore del nazismo fino al giorno della sua morte, sopravvenuta nel 1968. Figlio di una famiglia di agricoltori, nacque a Schleswig nel 1889, un mese dopo la nascita di Hitler. Iniziò la sua carriera militare da giovanissimo, nel 1905. Presto giurò fede al nazismo seguendo Hitler nel suo piano diabolico fino alla fine. La sua incondizionata fedeltà al nazionalsocialismo è la ragione per cui molti storici parlano di lui come un ‘fanatico nazista’.
Durante la sua carriera militare prestò servizio nella marina, nell’esercito e nell’aviazione
Nel 1905 entrò a far parte della Kaiserliche Marine, la Marina Imperiale Tedesca. Dopo un breve periodo da allievo, con la marina combatté durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1919 prese parte alla guerra civile russa entrando a far parte dell’esercito volontario della Russia occidentale (composto soprattutto da veterani tedeschi) e combattendo contro l’Armata Rossa dei Bolscevichi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si arruolò nell’aviazione militare tedesca (Luftwaffe), qualificandosi come paracadutista. Durante questo periodo divenne uno dei principali leader militari delle forze aeree. Il suo operato gli permise di ricevere molte onorificenze. Tra queste ebbe l’onore di ricevere la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti. Si tratta di una particolare decorazione concessa a coloro che hanno avuto eccezionali meriti durante la guerra. Oltre lui, solo altri 26 componenti delle forze armate ricevettero tale riconoscimento.
Sicuramente Ramcke è conosciuto e ricordato in tutto il mondo proprio per la sua eclettica carriera militare e per i numerosi riconoscimenti ricevuti durante le due guerre. Ma c’è anche un’altra ragione per cui è difficile dimenticarlo. Dal punto di vista umano viene ricordato per le sue azioni spregevoli. Ramcke fu un fervente nazista fino al giorno della sua morte, nonostante la condanna ricevuta per crimini di guerra compiuti contro i civili francesi durante la battaglia di Brest.
La sua formazione e il suo ruolo nella Prima Guerra Mondiale
La carriera militare di Ramcke cominciò molto presto. Nel 1905, all’età di 16 anni, entrò a far parte della Kaiserliche Marine, ricoprendo il ruolo di allievo fino al 1907. All’inizio della Prima Guerra Mondiale, prestò servizio a bordo dell’incrociatore corazzato SMS Prinz Adalbert con spedizioni nel Mar Baltico e nel Mare del Nord. Quando il 2 luglio del 1915 la nave venne colpita dal sommergibile inglese E9 nei pressi della penisola di Hela, subendo ingenti danni, Ramcke decise di trasferirsi nel Seebataillon. Egli temeva che la guerra potesse terminare prima della riparazione dell’incrociatore. In realtà le cose andarono diversamente. Infatti, qualche mese dopo la nave tornò in servizio e fu trasferita a Liepāja, una cittadina della Lettonia, al tempo occupata dalle truppe tedesche. Da lì la nave salpò, il 23 ottobre del 1915, per condurre un’ulteriore operazione nel Mar Baltico, ma fu silurata dopo circa 20 miglia dal sommergibile britannico E8. Questa volta il colpo fu fatale facendo affondare la nave. 672 membri dell’equipaggio persero la vita. Furono solo 3 i sopravvissuti al peggior disastro navale tedesco nel Baltico durante il primo conflitto bellico.
Ramcke fu fortunato. La scelta compiuta nei mesi precedenti gli permise di scampare alla morte. Inoltre, l’arruolamento nella fanteria navale gli permise di entrare nel vivo dell’azione militare. In questo ramo riuscì a distinguersi e ad ottenere riconoscimenti anche nelle operazioni di combattimento via terra. Negli anni 1915-1916, la sua unità combatté nelle Fiandre. Qui Ramcke ottenne la prima Croce di Ferro di seconda classe e in un secondo momento anche la Croce di Ferro di prima classe. Durante il combattimento venne ferito gravemente e trascorse 18 mesi in ospedale. Quando fu riabilitato, nel 1917, tornò a prestare servizio presso la fanteria navale. Dopo un’azione difensiva contro tre attacchi britannici, vinse la Prussian Military Merit Cross – il più alto riconoscimento per il coraggio dedicato agli ufficiali, sottoufficiali e arruolati nelle forze militari tedesche. In seguito, nel 1918, venne promosso al grado di Leutnant (Sotto-Tenente). Dopo la fine del primo conflitto bellico, prese parte alla guerra civile russa, combattendo contro l’Armata Rossa dei Bolscevichi. Combatté come volontario a fianco dell’Armata Bianca come membro del cosiddetto ‘Esercito russo d’Occidente’, del quale facevano parte soprattutto veterani tedeschi della Prima Guerra Mondiale. Nel 1919 si unì alle forze armate tedesche (Reichswehr) con il grado di Hauptmann (Capitano), dove rimase fino al 1937 – quando vennero rinominate Wehrmacht – e divenne Oberstleutnant (Tenente Colonnello).
La vocazione verso il nazismo e la partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale
Nel luglio del 1940 fu promosso al grado di Oberst (Colonnello) e fu trasferito alla Prima Divisione di Fallschirmjager (prima divisione di paracadutisti), dove completò con successo il corso di qualificazione all’età di 51 anni. Il 1° agosto del 1940 fu trasferito ufficialmente alla Luftwaffe. Inizialmente entrò a far parte del Fallschirmjager Regt 3, per poi trasferirsi nel Regt 1. Nel 1941 fu nominato al comando delle unità di reclutamento, riserva e addestramento della formazione XI. Fliegerkorps. In quello stesso anno prese parte alla pianificazione dell’Operazione Mercurio, ovvero l’invasione aerea tedesca di Creta. L’operazione iniziò il 20 maggio e i difensori dell’isola di Creta inflissero pesanti perdite ai tedeschi. La fiducia nella vittoria dei difensori svanì il giorno successivo, grazie all’aggressività dei paracadutisti nazisti. Il 21 maggio, Ramcke venne posto al comando del reggimento dei paracadutisti che attaccò l’aeroporto di Maleme, un obiettivo fondamentale della Germania. Raggruppò una task force di circa 500 uomini. Sotto il comando di Ramcke, i paracadutisti iniziarono un feroce combattimento, respingendo ogni tentativo dei difensori.
Durante la giornata del 20 maggio, i difensori del campo d’aviazione si posizionarono su una collina vicina da dove respinsero i numerosi assalti dei nazisti, infliggendo loro gravi perdite. Durante la notte, però, a causa di un guasto alle comunicazioni, i difensori si ritirarono e lasciarono l’area indifesa. Così i tedeschi occuparono l’aeroporto di Maleme e ampliarono il perimetro per garantire spazio sufficiente agli aerei tedeschi che si recavano sull’isola con rinforzi e munizioni. Subito dopo Ramcke affidò il comando dell’aeroporto a un generale di fanteria e si recò con il reggimento verso l’entroterra per continuare il combattimento. Qui alcuni soldati tedeschi vennero mutilati e Ramcke attuò una rappresaglia. Diede ordine alle sue truppe di massacrare gli abitanti dei villaggi vicini, attuando dei crimini di guerra per i quali non pagò mai le conseguenze. Nel mese di luglio fu promosso a Generalmajor (Maggior generale) e il 21 agosto ricevette la Knight’s Cross per aver preso parte a questa sanguinosa battaglia.
Ramcke combattè anche insieme a Rommel
Nel 1942, l’unità di Ramcke fu ribattezzata Fallschirmjäger-Brigade “Ramcke” e venne impiegata nella campagna del Nord Africa. Qui si unì a Erwin Rommel e all’Afrikakorps. In seguito, prese parte all’offensiva DAK (Deutsches Afrikakorps) verso il canale di Suez, dove combatté a fianco di una divisione italiana (25° Divisione fanteria “Bologna”). Successivamente le forze dell’Asse vennero bloccate ad El Alamein.
Durante la seconda battaglia di El Alamein l’unità fu coinvolta in pesanti combattimenti a causa dell’attacco sferrato dalla Gran Bretagna. Dopo il ritiro degli Afrikakorps, la Fallschirmjäger-Brigade “Ramcke” venne tagliata fuori dal resto del DAK e accerchiata dalle linee nemiche. Rommel dichiarò l’unità perduta. L’azione britannica aveva provocato la separazione della Brigata dal resto delle DAK. I soldati dell’unità, privi di mezzi di trasporto, non si arresero. Ramcke cercò di condurre le sue truppe fuori dalla trappola britannica, iniziando, il 3 novembre del 1942, una marcia verso ovest, per unirsi alle forze dell’Asse in ritirata. Nella notte tra il 6 e il 7 novembre, la Brigata guidata da Ramcke raggiunse un convoglio di approvvigionamento dell’8ª Armata costituito da un gran numero di veicoli da trasporto. Combattendo su tutti i fronti e perdendo ben 550 uomini, catturò il convoglio di rifornimenti britannico. Si trattava di una colonna di approvvigionamento alimentare e di carburante destinato ad una divisione corazzata alleata. Al suo interno, oltre a mezzi di trasporto, carburante, acqua e cibo, gli uomini di Ramcke trovarono sigarette e altri beni di lusso.
Quando ritornò in Germania Hitler gli assegnò personalmente la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Ramcke scrisse un libro di memorie
Alla fine del novembre 1942, la brigata di Ramcke raggiunse il resto delle forze tedesche in ritirata, dopo aver percorso più di 300 chilometri. I sopravvissuti alla marcia furono circa 600. Ramcke fu rimandato in Germania, dove Hitler gli assegnò personalmente la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia. Nel 1943, Ramcke fu promosso con il grado di Generalleutnante (Tenente Generale) e posto a capo della Seconda Divisione di Paracadutisti. Dopo l’armistizio italiano del 1943, Ramcke si pose al comando dei suoi uomini e li guidò durante l’Operazione Achse. Attaccò le unità italiane vicino Roma, conquistando la città. tuttavia, a causa delle gravi ferite riportate venne ricoverato in ospedale e non tornò in servizio fino al 1944. Durante il periodo di convalescenza, pubblicò un libro di memorie. Si tratta di Vom Schiffsjungen zum Fallschirmjäger-General (Da mozzo a Generale Paracadutista), libro fortemente promosso dai nazisti, di cui vennero vendute circa 400.000 copie. Ramcke tornò al comando della divisione all’inizio del 1944, quando la sua unità stava combattendo sul fronte orientale, ma si ammalò e fu rimandato Germania. Assunse nuovamente il comando nel maggio del 1944 e si occupò della supervisione della ricostruzione della Seconda divisione Fallschirmjäger, con sede vicino a Colonia. Dopo lo Sbarco in Normandia (6 giugno 1944), la divisione capeggiata da Ramcke fu inviata nella regione francese della Bretagna, dedicandosi alla difesa di Brest. Con l’Operazione Cobra (dal 25 al 31 luglio 1944), il corpo dell’armata statunitense VIII Corps, guidato dal Maggiore Generale Troy H. Middleton, attaccò la Bretagna. L’unità tedesca guidata da Ramcke si ritirò sulla fortezza di Brest, che fu circondata da guerriglieri partigiani nemici. L’8 agosto le truppe americane chiesero la resa di Brest, ma le richieste vennero respinte dai tedeschi. Hitler diede l’ordine di combattere il nemico ad ogni costo e di resistere al più lungo possibile. Così, Ramcke si pose al comando di circa 35.000 uomini e guidò la difesa di Brest dall’11 agosto al 19 settembre. Dopo aver preso il comando, preparò e distribuì i paracadutisti veterani ed esperti all’imminente assalto da parte di tre divisioni corazzate americane e dei combattenti della resistenza francesi. Gli assalti finalizzati alla presa di Brest iniziarono il 21 agosto. Il 1° settembre la città era già stata completamente accerchiata. Le azioni che Ramcke intraprese durante la battaglia di Brest vennero etichettate come ‘fanatiche’, in quanto egli combatté senza tregua, nonostante nulle probabilità di vincita. La maggior parte degli uomini di Ramcke si arrese il 18 settembre, ma lui continuò il combattimento fino a quando, il giorno successivo, l’unità venne catturata dagli americani. Quel giorno Ramcke venne decorato con la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti.
Il processo e la liberazione
Dopo essersi arreso, Ramcke fu spedito negli Stati Uniti come prigioniero di guerra. Inscenò diversi tentativi di fuga per cercare di rendere gli americani consapevoli del cattivo trattamento che i prigionieri di guerra tedeschi subivano nelle carceri americane. Addirittura, durante la prigionia a Camp Clinton, in Mississippi, scrisse una lettera a Byron Price, direttore dell’Ufficio di censura degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella lettera dichiarò che era stato il trattamento riservato alla Germania dopo la fine del primo conflitto a dar vita al nazismo e al secondo conflitto mondiale e protestò contro il piano Morgenthau. Inoltre, citando le affermazioni del generale Middleton come prova, parlò dei suoi sforzi – e di quelli degli altri comandanti tedeschi – per proteggere i prigionieri di guerra americani. Per tenere la lettera fuori dalle mani delle guardie americane, scappò dal campo di detenzione e spedì la lettera egli stesso. Prima di tornare nella prigione si fermò nella hall di un hotel dove pranzò e fumò un sigaro, mentre osservava l’atmosfera rilassata degli americani alla fine della guerra. La fede nazista di Ramcke, tendente al fanatismo, non sfuggì all’attenzione delle guardie che lo avevano controllato durante la detenzione nei campi di prigionia. Ramcke vedeva la Germania come un paese innocente che aveva subito un torto dal resto del mondo. Durante gli interrogatori cercò sempre di incolpare gli altri Stati dei crimini commessi dal Governo nazista. Nel 1946 venne trasferito in un carcere francese. Qui, nel 1951 lo accusarono dei crimini di guerra commessi nel Paese, ma riuscì a fuggire e a tornare in Germania. Poco dopo, tornò volontariamente in Francia dove fu condannato a cinque anni di reclusione nel marzo del 1951, ma fu rilasciato dopo soli 3 mesi, il 24 giugno del 1951. Inoltre, non venne mai processato per i crimini di guerra commessi a Creta. A testimoniare in sua difesa fu il generale americano Troy Middleton. Dopo la fine della guerra, Ramcke e Middleton mantennero una corrispondenza per circa quindici anni. Marie Lambert denunciò il corso del processo contro Ramcke come intollerabile. La deputata affermò che «la scandalosa conclusione equivale a una vera assoluzione, un insulto alla memoria dei morti della liberazione bretone, la cinica giustificazione dei metodi dei nazisti e il vergognoso incoraggiamento dei carnefici hitleriani».
L’appoggio ai partiti di destra e la morte
Ramcke passò in prigione circa 7 anni. Dopo il suo rilascio, tornò in Germania, dove appoggiò fermamente i partiti dell’ala di estrema destra, come il Naumann-Kreis tedesco. Numerose volte parlò a raduni per veterani delle SS, in cui accusava gli Alleati di essere i veri colpevoli del conflitto. Il 26 ottobre 1952, disse a un gruppo di ex soldati delle SS che avrebbero dovuto essere orgogliosi di far parte della lista nera. Quest’ultima, secondo Ramcke, sarebbe diventata in futuro una vera propria lista d’onore. Le dichiarazioni dell’ex Generale fecero scalpore in Germania e molti ex membri delle SS vi si opposero, tra cui l’ex Generale Felix Steiner. Konrad Adenauer, ex Cancelliere federale, si infuriò a tal punto da ordinare all’allora Ministro federale della giustizia, Thomas Deheler, di indagare sulla possibilità di perseguire Ramcke. Il Cancelliere denunciò pubblicamente le affermazioni di Ramcke, etichettandole come “irresponsabili”. Inoltre, lo accusò di tenere un comportamento “davvero sciocco”. La furia di Adenauer è giustificata dagli sforzi che il suo Governo fece per ottenere il rilascio anticipato di Ramcke dalla prigione francese. Ramcke dichiarò più e più volte che l’intento delle sue azioni nel dopo-guerra fossero finalizzate alla protezione dei suoi uomini, nel presente e nel futuro. Questo atteggiamento venne considerato coerente con il suo comportamento durante l’intera carriera militare. Infatti, i suoi superiori lo descrissero sempre come un subordinato con a cuore la difesa dei suoi uomini. Dopo il rilascio decise di non unirsi alla nuova Bundeswehr e intraprese una carriera nell’industria del calcestruzzo, fino alla sua morte. Ramcke morì di cancro il 4 luglio del 1968.
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Immagine di copertina: Hermann-Bernhard Ramcke e Kurt Student ©Bundesarchiv, Bild 146-1979-128-26 / CC-BY-SA 3.0 da Wikimedia