Germania, riaperto il primo club al chiuso dove ballare, senza distanza, senza maschera

Sabato scorso al club Distillery, dopo mesi di restrizioni, 200 persone sono tornate a ballare al chiuso e senza mascherina

Il Distillery, a Lipsia, è il club techno più antico e famoso della Germania dell’Est. Qui, sabato scorso, 200 persone hanno ballato dalle 23 fino alle prime ore del mattino, senza distanziamento e senza mascherina. Non si tratta della prima volta in cui un club ha riaperto le sue porte, per ballare, in Germania. Quello alla Distillery è stato però il primo evento a tenersi non più all’aperto, ma completamente al chiuso. Si è trattato, comunque, di una situazione controllata. La serata che si è svolta al Distillery fa infatti parte di un progetto, chiamato Modellprojekt // Reallabor, realizzato in collaborazione con l’istituto Max-Planck, la clinica St. George e l’ospedale universitario di Leipzig. Lo scopo del progetto è quello di capire come gli eventi culturali possano influire sulla diffusione del Covid. L’esperimento sarà ripetuto, sempre presso la Distillery, questo sabato 19 giugno.

 

 

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Le reazioni dei partecipanti

Dopo mesi di restrizioni, i 200 partecipanti all’evento sono tornati a sperimentare l’atmosfera tipica dei techno club tedeschi. Il beat incessante, le luci luci soffuse, il senso di comunità.

«È fantastico vedere le persone ballare senza mascherina, vederle divertirsi, le emozioni si condividono al massimo. È anche un sacco piacevole parlare di nuovo con le persone, creare delle connessioni».

Bella, partecipante al progetto Modellprojekt // Reallabor.

Una volta entrati nel locale, le paure che hanno caratterizzato questi mesi di pandemia si sono dissipate, per lasciare spazio all’entusiasmo collettivo.

«Dopo il primo abbraccio si è di nuovo a proprio agio, si può parlare nuovamente con le persone, si può immaginare questa vicinanza, sentire questa vicinanaza. Guardi questi volti e vedi gioia, e codividi anche questa gioia».

Philipp, partecipante al progetto Modellprojekt // Reallabor.

L’esperimento: una collaborazione tra club e istituzioni

Per la serata di sabato scorso il club, che normalmente ha una capienza di 600 persone, ne ha accolte solo 200. Ogni partecipante, prima di entrare, è stato sottoposto a due diversi tipi di test anti-Covid. Solo chi risultato negativo ad entrambi ha avuto accesso al locale. Sette giorni dopo l’evento, tutti i partecipanti verranno nuovamente testati. Solo a quel punto si potrà capire l’efficacia del progetto. Se i risultati saranno quelli sperati, l’evento della Distillery potrebbe servire come modello per ulteriori riaperture. Soprattutto, l’esperimento potrebbe fornire indicazioni utili per impedire che i club chiudano nuovamente in autunno, quando i contagi potrebbero tornare a salire. Secondo Steffen Kache, manager del locale, quello di sabato scorso è il risultato di una collaborazione tra club e istituzioni che era «impensabile prima della crisi». Una collaborazione promettente, che deriva anche dalla nuova considerazione ottenuta dai club, ritenuti non più solo luoghi di intrattenimento ma vere e proprie istituzioni culturali, alla pari di musei e teatri.

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Immagine di copertina © Photo by Pim Myten on Unsplash, CC0